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Urbanistica: a Treviso nuovo cemento e niente bosco urbano

Dopo il via libera in Consiglio comunale alla lottizzazione Kolbe, facciamo il punto sulle nuove edificazioni in città
08/11/2024

In una città come Treviso, ai vertici nazionali sul consumo di suolo, il tema del cemento scalda gli animi della politica (e non solo). Nell’ultimo Consiglio comunale, dello scorso 31 ottobre, infatti, la maggioranza ha dato il via libera ufficiale alla lottizzazione Kolbe, oggetto di una manifestazione del centro sociale Django nella stessa giornata. Nel frattempo è saltato in questi giorni l’accordo sul bosco urbano di San Giuseppe, che l’Amministrazione dava nel 2019 come l’inizio di “una rivoluzione verde per la città”.

Kolbe, Repubblica 1 e 2. La lottizzazione “Kolbe” è l’area verde a ridosso della rotonda all’inizio della Strada Ovest all’incrocio con viale Europa. Si tratta di 30.500 mq in cui sono previsti 6.500 mq di superficie commerciale e altrettanti di parcheggi, con 11.600 di verde pubblico. A compensazione la ditta dovrà versare nelle casse comunali 550 mila euro, inizialmente destinati alla ciclabile di viale Europa, che però è già stata realizzata e che dovrebbero dunque, servire per il recupero dell’ex-polveriera, sempre in viale Europa, in cui dovrebbe nascere un centro polifunzionale con aule studio e spazi per le scuole, valore totale 3 milioni di euro, con una parte finanziata dal Pnrr. Sulla stessa rotonda, lato centro città e Appiani, si trova un’altra area verde di oltre 11 mila metri quadrati (denominata “Repubblica 1”) destinata anch’essa a essere cementificata, con la costruzione di un supermercato Alì da 1.500 mq, proprio a due passi dall’attuale Panorama; il progetto è frutto di un accordo pubblico-privato approvato nel 2022 che si avvia ufficialmente alla realizzazione. “Repubblica 2” è, infine, la lottizzazione prevista in zona Fonderia, tra Strada Ovest e strada Comunale delle Corti, poco dopo il Lidl (verso Villorba) e prima del distributore Tamoil. Sulla superficie di 28 mila metri quadri è stata adottata, nel 2023, una variante parziale al piano degli interventi per la quale la superficie commerciale si riduce da 14 mila a 7 mila mq (così come si riduce anche la superficie a parcheggio e verde pubblico), con il vincolo di esclusione di vendita di generi alimentari, per evitare la concorrenza, già parecchio alta, nella zona. Il progetto porterà come beneficio al Comune la realizzazione della passerella ciclopedonale sulla Piavesella, stimata di 200 mila euro, tra vicolo San Pelajo C e via Cavarzerani.

La polemica. Quello dello scorso 31 ottobre è stato un Consiglio comunale acceso dalle polemiche, alimentate dal blitz avvenuto nel corso del pomeriggio da parte degli attivisti del centro sociale Django. In un piccolo gruppo, avrebbero smontato parte della recinzione lignea che delimita il lotto del prossimo supermercato e riportato visibile ai passanti il grande prato che a breve sparirà. “Abbiamo visto tutti cosa è successo in Spagna - hanno sottolineato gli attivisti dai loro canali social -. Questo ci dice che dobbiamo rinaturalizzare”. Su quanto successo indaga la polizia, nel frattempo la politica gioca al rimpallo di responsabilità sulla paternità del progetto, che sarebbe stato “ponderato, studiato e approvato” dalla giunta Manildo, secondo quanto sostiene Guido Bertolazzi, capogruppo di Fratelli d’Italia, mentre Luigi Calesso di Coalizione Civica, chiamato in causa dal collega, ribatte che “i due piani (Kolbe e Repubblica 2, ndr) sono inseriti nella pianificazione urbanistica comunale della variante generale al Prg dei primi anni 2000”, quindi giunta Gentilini-Gobbo. Fatto sta che tra non molto il cemento, su quei prati, comincerà a colare indisturbato.

Altre lottizzazioni e bosco di San Giuseppe. Nel frattempo si continua a progettare interventi: almeno tre le nuove aree commerciali previste in Strada Ovest (“Corti 1”, “San Bartolomeo 1” e “San Bartolomeo 5”), struttura ricettiva (6 mila mq) e attività commerciale (2 mila mq) nella vicina lottizzazione “Cattaneo” (inizio della Noalese a ridosso del cavalcavia di San Giuseppe), mentre lungo via Fapanni (dietro la chiesa di Selvana), si preparano 14 mila metri cubi a uso residenziale, da acquistare, immaginiamo, a caro prezzo. E si riaffacciano anche vecchi spettri: sembra, infatti, per il momento sfumato il sogno del bosco urbano di San Giuseppe, un’area di 41 mila metri cubi tra strada Sant’Agnese e Sile, a nord della tangenziale. Nel 2019 il Comune aveva trovato un accordo con il proprietario dei terreni (la Sant’Ambrogio Immobiliare) per evitare le tre lottizzazioni “Sile” a uso residenziale, la prima delle quali fu approvata dalla giunta Gobbo nel 2011 e, poi, bloccata nel 2013 dalla giunta Manildo sulla base del “Piano di rischio aeroportuale”, dando inizio a una serie di ricorsi. Spostando i crediti edilizi nell’area dell’ex Caserma Piave di via Monterumici, nel 2019 l’area sembrava finalmente salva e pronta a diventare un bosco urbano. Oggi l’accordo è saltato e la Sant’Ambrogio Immobiliare fa causa a Comune e Israa (proprietaria di parte dei terreni da loro acquistati nel 2008) per il danno subito, ovvero la riduzione della volumetria concessa per la costruzione: in altre parole, l’ex caserma è troppo piccola rispetto a quello che avrebbero realizzato costruendo lungo il Sile. Sul tema però il Comune riga dritto: “Non intendiamo concedere un metro cubo più di quanto stabilito dalla perizia - commenta il sindaco Mario Conte -. Se vogliono andare in tribunale sono liberi di farlo”.

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