La settimana scorsa abbiamo pubblicato una presentazione della lettera apostolica di papa Leone sull’educazione:...
Giornata di preghiera per le vittime degli abusi nella Chiesa: promuovere la cultura della tutela
“Rispetto. Generare relazioni autentiche” è il tema scelto per la V Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi nella Chiesa, il 18 novembre, e si rifà a un versetto della Scrittura tra i più noti del Vangelo: “Lasciate che i piccoli vengano a me” (Mc 10,14).
“Promuovere una rinnovata cultura della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nelle Chiese che sono in Italia - spiega Chiara Griffini, presidente de Servizio nazionale tutela minori della Cei - significa chiederci come nelle relazioni che animano la vita ecclesiale ci assicuriamo quel dettaglio che può fare la differenza: il rispetto. È il rispetto la sostanza etica a cui ancorare le nostre relazioni ecclesiali, quelle verticali come quelle orizzontali, affinché l’altro sia riconosciuto come tale: altro da me, differente. Di fronte all’altro, non solo ci è chiesto di toglierci i sandali per rispettarne la sacralità e l’originalità di cui ciascuno è portatore, ma imparare a «chiedere permesso», per incontrarne la vulnerabilità come tratto dell’umano da integrare e custodire, sempre e ovunque”.
“E il limite, se valicato, - conclude la presidente del Sntm - diventa non solo violazione, ma perdita per tutti di quella essenza che ci accomuna al di là di ogni gerarchia verticale e prossimità orizzontale: la dignità che ci appartiene come esseri umani. Quella dignità inviolabile che Gesù per primo ha riconosciuto ai bambini”.
Nelle riflessioni che accompagnano la preghiera di questa giornata, si legge: “I bambini vengono accolti nelle nostre chiese, parrocchie e comunità, nella speranza che vi trovino protezione e sicurezza. E non c’è nulla di peggiore che tradire questa fiducia. Poiché la vita di ogni cristiano, e ancor di più di quelli che sono responsabili di comunità ecclesiali, dovrebbe essere un servizio per Cristo, in Cristo e con Cristo, speso da «servi inutili», l’abuso trova strada facile quando ci si smarrisce lungo il cammino e si agisce non per servire, ma per esercitare potere: ci si sostituisce a Lui, scivolando verso il tradimento, l’inganno, la manipolazione, l’uso improprio di Dio per fini personali, il sopruso, la violenza a danno dei più piccoli e degli indifesi. Occorrerebbe pertanto prevenire, adottando tutte le misure idonee affinché non avvengano abusi. «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite» (Mc 10,14): questo ci chiede Gesù, e dobbiamo farlo, senza più rinviare, in parrocchia, nei Grest, nei centri estivi, al catechismo, nell’ora di religione e in ogni ambiente, adottando misure capaci di generare habitat di salvaguardia a tutela dei più piccoli e indifesi. Occorre una formazione adeguata delle persone, la collaborazione con le istituzioni civili e la costituzione di reti di protezione. Deve essere abbattuto quel muro difensivo che ci porta a pensare - in maniera opposta - che queste cose non succedano «da noi» o che, a forza di parlare di abusi, sembri poi che tutte le persone siano abusatori. È doveroso chiederci che cosa fare per ricostruire la fiducia ed evitare di impedire ai bambini di andare da Gesù. Innanzitutto, sarà necessario imparare dagli errori commessi, ed evitare che si creino in futuro situazioni che possano portare ad abusi. Bisognerà adottare buone prassi orientate alla costruzione di ambienti sicuri, all’intessere relazioni sane, e alla guida nella formazione e nella scelta delle persone che entrano in contatto con i bambini e collaborano all’interno delle parrocchie, delle chiese e delle comunità. Nulla deve essere lasciato al caso né si dovrà dare nulla per scontato”.
Proseguendo sulla linea tracciata per l’edizione 2024, anche quest’anno è stato preparato del materiale da utilizzare per la riflessione e la preghiera, elaborato in collaborazione con persone toccate da vicino dalla drammatica realtà dell’abuso. Le riflessioni proposte per questa V Giornata sono, infatti, offerte da un gruppo del settore apostolato biblico (Sab) di una Diocesi italiana, dove, attraverso l’ascolto della Parola, è stato possibile condividere e intraprendere percorsi di verità e giustizia su abusi generati dalla violazione del mandato evangelico “Lasciate che i piccoli vengano a me”, le cui conseguenze ricadono non solo sulle vittime, ma anche sulle generazioni familiari successive. Il gruppo ha elaborato il commento biblico e ha curato anche due testimonianze: quella di una vittima, che ha trovato, dopo molti anni, la forza di raccontare e quella della figlia di una vittima, che ripercorre tensioni familiari inspiegate, derivanti dall’abuso subito dalla madre e sempre taciuto.
Tra il materiale offerto per questa giornata (https://tutelaminori.chiesacattolica.it/), vi è una cartolina che potrà essere utilizzata per l’animazione pastorale della medesima giornata, come indicato nei testi per le veglie, e divulgandola anche in parrocchie, movimenti, gruppi per stimolare l’attivazione di quella responsabilizzazione comunitaria, quale terzo principio delle linee guida. Spiega la presidente Griffini: “In questa prospettiva la cartolina sia utilizzata anche in ulteriori momenti formativi condotti nel corso dell’anno, affinché ciascuno possa e debba fare la sua parte nella fedeltà al mandato evangelico «Lasciate che i piccoli vengano a me» e nell’essere attore di tutela per una Chiesa sempre più fattivamente casa sicura, che genera ed educa a relazioni rispettose e autentiche per tutti e tutte”.
È necessario, non solo in questa giornata, creare occasioni di riflessione, di approfondimento, di dialogo e di preghiera lungo tutto l’anno, all’interno della pastorale ordinaria.



