Chiesa

Sabato 17 aprile la celebrazione del 50° anniversario di istituzione del percorso. Un'occasione per "risvegliare" la consapevolezza sulla necessità della pratica formativa nella Chiesa

Lasciò al Signore trarre da lei melodie di consolazione e di fiduciosa speranza per tante persone sofferenti. La sua fu una vita “semplice e schietta”, come in quegli stessi anni cantava il poeta indiano Tagore.

E' possibile raggiungere l'alba solo seguendo il sentiero della notte” (Kahlil Gibran)

"Contempliamo la Croce e portiamo qui, ora, ogni dramma, angoscia, preoccupazione, preghiera, ogni protesta e ogni grido - ha detto il mons. Tomasi -. Ogni fatica per quanto grande di questo tempo difficile. Stiamoci dentro, ricordando che Lui vi è già passato dentro, che Lui vi è già dentro, qui con noi. Se contempliamo la Croce, il suo modo di amare, di essere solidale e presente, con Lui impariamo anche noi l’obbedienza al suo modello, al suo esempio, al suo modo di vivere, di donarsi, di morire".

Oltre alle piccole e grandi croci quotidiane, quelle che solo Gesù conosce e può aiutare a portare, in primo piano nella Via Crucis, scritta da bambini e ragazzi del Gruppo scout Agesci “Foligno 1” (Umbria) e della parrocchia romana Santi Martiri di Uganda, il vissuto inedito, quello che fa più paura a grandi e piccini: la pandemia.

Da Crocetta del Montello partiranno presto le 14 stazioni della Via Crucis destinate alla chiesa del trevigiano padre Maurizio Boa, nella Sierra Leone divisa da continue violenze. Sono opere nate dalla fede di Annamaria Vanzin che si è ispirata alla Via Crucis di Giovanni Paolo II del 1991. Della stessa artista anche l'immagine sul libretto per la celebrazione della messa crismale celebrata giovedì 1 aprile dal vescovo Michele

In un modo che non sappiamo, c’è nella morte di Gesù una potenza di vita per tutti, al di là di ogni barriera di spazio e di tempo. Nulla è perduto, per nessuno.

Nella chiesa dell’ospedale di Treviso vi era un grande crocifisso, simbolo stesso della Confraternita dei Battuti che nei secoli aveva dato il via a quel luogo di cura. Pregando davanti a quel crocifisso, suor Bertilla  Boscardin ritrovava l’unica forza che le dava capacità di resistenza

"La Croce è presente nella vita del Signore dall'inizio del suo ministero e perfino prima della sua nascita". Lo ha spiegato Papa Francesco, che nella Messa del Crisma, inizio del suo secondo triduo pasquale in tempo di pandemia, ha affermato che "la grande croce dell'umanità e le nostre piccole croci non dipendono dalle circostanze". "La Croce non si negozia": in essa, oltre alle nostre fragilità, c'è il morso del serpente, il veleno del "salva te stesso".  "Noi però non siamo quelli che cedono, noi non ci scandalizziamo".

"Tutto ciò che ha vissuto è risorto con Lui. La presenza e la forza del Risorto rendono possibile in questo tempo difficile autentica solidarietà, sostegno ai più deboli, assunzione di responsabilità individuale e collettiva per il bene di tutti"

La Settimana santa che vivremo quest’anno è ancora segnata dalle limitazioni della pandemia. Tuttavia, rispetto allo scorso anno, la partecipazione in presenza alle celebrazioni liturgiche in tutte le parrocchie è possibile, nel rispetto delle attenzioni igienico-sanitarie che ormai conosciamo bene, e per le quali tanti volontari nelle comunità si stanno impegnando con generosità.

Papa Francesco ha dedicato l'udienza di oggi al triduo pasquale, che comincia domani. "Quando andiamo a Messa è come se andassimo al Calvario", il commento al Giovedì Santo. "Non dimenticare i tanti, troppi crocifissi di oggi", l'invito per il Venerdì Santo. A braccio, il Papa si è soffermato sull'episodio delle guardie davanti al sepolcro che, pur avendo visto il Risorto, hanno taciuto, perché sono stati pagati. "Chi serve il denaro è contro Dio".

E’ stata una veglia diocesana dei giovani molto particolare, quella vissuta sabato 27 marzo nella chiesa parrocchiale di Olmo di Martellago. A causa della pandemia, infatti, la partecipazione dei giovani è stata limitata ad una rappresentanza proveniente dalla Collaborazione pastorale delle tre parrocchie di Olmo, Maerne e Martellago. E’ stato, però, possibile partecipare via streaming tant’è che, come comunicato da don Paolo Slompo, direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale giovanile, in molte parrocchie sono stati aperti gli oratori per consentire ai giovani di vivere assieme questo momento.

Fino all’inizio della scorsa settimana la Casa del Clero, struttura R.S.A. che ospita sacerdoti e religiosi anziani sia auto che non autosufficienti, era sempre stata Covid-free, e tutti gli ospiti sono stati sottoposti al vaccino Pfizer. A inizio settimana è emersa la positività di un'infermiera e, dopo i tamponi, anche quella dei due sacerdoti, che non presentano sintomi significativi.

A chi gli chiedeva che cosa rispondere a Dio che muore d'amore per noi, un monaco della Chiesa Russa rispose: “La giusta risposta all'amore è accettarlo: Non si tratta di fare nulla". Quando ci si sente amati, non si può far altro che amare a nostra volta colui che ci ama.

“L'adorazione eucaristica è la solenne esposizione della povertà e della marginalità in cui Dio si è incarnato. E' la solenne esposizione della povertà che Lui ha scelto, che ha voluto, che ha amato” (don Claudio Girardi).

“Mettiamo l’amore di Gesù al centro della nostra vita e vedremo la forza della Risurrezione sprigionarsi nella vita quotidiana, in questo tempo confuso e sfiduciato”, l'invito di mons. Tomasi rivolto ai fedeli della Diocesi

"La vita cristiana, senza stupore, diventa grigiore”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della messa delle Palme, inizio della Settimana Santa, celebrata nella basilica di San Pietro con un centinaio di fedeli, per le misure restrittive dovute all’emergenza sanitaria in corso

Sembra che Gesù abbia voluto passare i suoi ultimi giorni stando a tavola! Eppure che cosa c'è di più stupendamente divino di questa scelta? Lui ci sa zoppi, incapaci di percorrere quella “via crucis” che a Lui solo è dato di attravesare fino in fondo. Allora anche a noi dice di starcene a tavola con Lui.

Paolo ricordava ai cristiani di Roma come “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”. Non esiste materiale di scarto per il Signore. Dal giorno del Calvario Dio abita ogni dolore e fallimento umano per dirci che non sono l'ultima parola.

Lettera aperta alle comunità parrocchiali della Diocesi per la prossima Pasqua, affinché queste persone possano partecipare alle celebrazioni nelle parrocchie in cui risiedono

Un biglietto augurale da inviare agli altri cristiani, con la spiegazione dell'iniziativa, si trova nella pagina web dell'Ufficio diocesano per l'ecumenismo, sul sito della Diocesi