A tavola con Gesù
Sembra che Gesù abbia voluto passare i suoi ultimi giorni stando a tavola! Eppure che cosa c'è di più stupendamente divino di questa scelta? Lui ci sa zoppi, incapaci di percorrere quella “via crucis” che a Lui solo è dato di attravesare fino in fondo. Allora anche a noi dice di starcene a tavola con Lui.

“Ti sono grato di avermi accolto così come sono. Che cosa me ne faccio di un amico che mi giudica? Se ricevo un amico alla mia tavola, ed egli zoppica, lo prego di sedersi, non gli chiedo di ballare” (A. de Saint Exupery).
E’ solo un caso che da lunedì santo a giovedì santo, i vangeli siano tutti ambientati a tavola? Prima a Betania, poi nel cenacolo. Sembra che Gesù abbia voluto passare i suoi ultimi giorni stando a tavola! Eppure che cosa c'è di più stupendamente divino di questa scelta? Lui ci sa zoppi, incapaci di percorrere quella “via crucis” che a Lui solo è dato di attravesare fino in fondo. Allora anche a noi dice di starcene a tavola con Lui, perché prenderà i nostri piedi così malati e sporchi, tra “le sue mani sante e venerabili”, per versarvi tutta l’acqua viva del suo spirito. Così come poco prima, con quelli mani, aveva preso il pane del suo corpo e il vino del suo amore, per donarceli come farmaci di vita nuova. Sappilo: in questi giorni santi Lui ti accoglie così come sei. Se ancora pensi ad un Dio pronto a giudicarti, renditi conto che in questi giorni accadrà il più incredibile degli avvenimenti: un giudice sospende la tua condanna, perché ha scelto di andare a morire al tuo posto. “Solo l’amore crea”, diceva padre Massimiliano Kolbe, martire ad Auschwitz. Non dimenticarlo mai: tu sei creato e continuamente guarito dall’amore di un Dio che ti ama da morire.
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