Bilancio sociale Caritas: "Sulla stessa barca"
La rilettura dell'ultimo anno attraverso le attenzioni per le persone più fragili. Si è riscontrato un forte aumento delle donazioni: oltre 446 mila euro di offerte e beni materiali per un valore di più di 273 mila euro

“Ci siamo ritrovati tutti sulla stessa barca, seppur in condizioni molto diverse. Sembra importante rileggere quest’anno con le attenzioni che si sono vissute verso le persone più fragili, i più deboli, che hanno bussato alla porta della Caritas”. E’ con questo spirito che la Caritas tarvisina, alla vigilia della due giorni virtuale del 7 e 8 maggio “Venite e vedrete”, presenta il proprio Bilancio Sociale 2020. “Un anno difficile, ognuno di noi può trovare sulla propria pelle le ferite portate dalla pandemia. Ma per chi vive nella marginalità le difficoltà si sono moltiplicate; basti pensare cosa vuol dire essere obbligati a stare in casa per chi una casa non ce l’ha”, riflette la Caritas, che mercoledì scorso ha illustrato il Bilancio in una conferenza stampa tenuta dal direttore don Davide Schiavon. Ecco, di seguito, le principali voci del Bilancio Sociale.
Il Centro di ascolto e la Casa della Carità
Il Centro di ascolto diocesano ha continuato ad essere una porta aperta sulla città di Treviso, per l’accompagnamento delle persone senza dimora e, in parte, di nuclei familiari. In totale, 210 persone si sono rivolte per la prima volta alla Caritas diocesana (39 donne e 171 uomini). Dati in lieve calo, anche per il totale di ascolti annui (790), dovuto all’impossibilità di spostamento nel territorio e al ridimensionamento del servizio di ascolto, in parte telefonico, che cercava di vivere comunque la prossimità e la vicinanza a queste persone. In aumento sia i giovani che le persone di nazionalità italiana e asiatica; in diminuzione, invece, gli stranieri provenienti dall’Africa centrale e dall’Est Europa.
In totale 260 persone, di cui 19 donne, hanno usufruito dei servizi della Casa del Carità nel 2020. L’accoglienza notturna si è trasformata in una piccola comunità chiusa nel periodo del lockdown, offrendo agli ospiti una casa dove stare l’intera giornata. Anche i servizi di doccia, lavanderia e mensa si sono trasformati, adattandosi alle esigenze normative; con l’impegno degli operatori, che coprivano l’assenza dei volontari in certi periodi, è stata garantita l’apertura per tutti i giorni dell’anno. Sono aumentante le spese per poter farlo in sicurezza; ad esempio i costi per le pulizie sono più che raddoppiati, 38 mila nell’ultimo anno in confronto con i 17 mila euro del 2019, gli acquisti generali di alimentari e prodotti per l’igiene sono passati da circa 22 mila euro nel 2019 a oltre 81 mila euro nel 2020. Comunque si è sempre fatto tutto con il cuore aperto, tendendo una mano a chi vive nella marginalità.
Volontariato e solidarietà
Tutto questo è stato possibile anche perché nell’ultimo anno si è riscontrato un forte aumento delle donazioni alla Caritas da parte di molte persone ed enti: oltre 446 mila euro di offerte ricevute a sostegno delle attività a livello locale e nel mondo e donazioni di beni materiali per un valore di più di 273 mila euro.
Non possiamo dimenticare che, insieme alla solidarietà, anche il volontariato è una preziosa risorsa che ci permette di offrire i servizi 365 giorni all’anno, garantendo 20 posti letto, 40 cene serali e la possibilità di fare una doccia o lavare i propri abiti alle persone senza dimora, anche nelle giornate faticose del lockdown. “Nel 2020 - dicono in Caritas - abbiamo aiutato i volontari già presenti a ripensarsi e sono stati formati un centinaio di persone nuove, di cui circa una trentina si sono inserite nei servizi”.
Nel territorio diocesano
La Caritas diocesana si è messa in ascolto delle Caritas parrocchiali, provando ad accompagnare e a dare indicazioni utili, sperimentando nuove modalità di contatto e di lavoro. In particolare, attraverso un’indagine rivolta ai Centri di ascolto e di distribuzione delle Caritas locali, che incontrano quotidianamente i bisogni delle persone in difficoltà nel territorio, “abbiamo appreso la loro capacità di adattamento, di saper cogliere le sfide di questo tempo. La nostra Chiesa non ha smesso di vivere la Carità, di essere prossima, di mettersi a servizio, trovando modi nuovi e creativi per essere accanto agli ultimi, anche grazie al maggiore coinvolgimento dei giovani nelle realtà parrocchiali. Inoltre da parte del mondo civile c’è stato un incremento delle donazioni economiche e di beni alimentari: in particolare da parte di privati cittadini, da realtà non solo con scopo benefico, e da parte di vari esercizi commerciali”.
L’83% dei Centri di ascolto e distribuzione ha registrato nel 2020 un aumento dei nuclei familiari assistiti (compresi i singoli) e la gran parte ha segnalato problemi legati alla perdita del lavoro e alla conseguente riduzione del reddito familiare. Ha colpito in particolare i lavoratori dipendenti e i lavoratori atipici e non regolari, che non hanno accesso agli ammortizzatori statali. Il principale bisogno è stato la richiesta di alimenti. Molti hanno registrato in aumento anche il bisogno di informazione rispetto a contributi pubblici.
Giovani e scuole
E’ importante segnalare la disponibilità e l’entusiasmo dei giovani che hanno lavorato in Caritas prestando il loro servizio nell’Anno di volontariato sociale (Avs) ma anche tutti quelli che si sono lasciati interpellare. Purtroppo, “la pandemia ha segnato in modo particolare il mondo giovanile, aumentando le fatiche, la povertà educativa, la mancanza di risorse e strumentazione adeguata per seguire la didattica a distanza. L’impegno di Caritas nelle scuole nasce dal voler incontrare i giovani oltre le loro appartenenze; anche nel 2020 abbiamo proposto moduli formativi su diversi temi legati alle povertà, alla relazione di condivisione, alla responsabilità e allo sviluppo sostenibile. Così abbiamo, da una parte, rafforzato l’alleanza educativa con le scuole realizzando gli incontri anche a distanza, coinvolgendo circa 3.500 studenti di 175 scuole; dall’altra abbiamo incrementato la nostra presenza in alcune parrocchie della diocesi, in particolare a sostegno dei doposcuola”.
Carcere e i migranti
Caritas ha continuato l’attività di vicinanza alla complessa realtà degli istituti penitenziari, restando in contatto con chi li abita quotidianamente e constatando quanto, nel tempo di pandemia, sia stato forte il bisogno di relazione e ascolto dei detenuti. La progettualità “Sicomoro”, per l’accoglienza delle persone che hanno concluso il percorso penitenziario, è rimasta salda.
Inoltre, la Caritas ha scelto di continuare a dare una risposta ai bisogni mutati dei migranti presenti nel territorio, attraverso due progetti di accoglienza, “Maneo” in casa Giavera e “Teranga”, con l’obiettivo di accompagnarli in percorsi di formazione e di ricerca attiva di lavoro per acquisire una sempre maggiore autonomia.
Mondialità
Si è scelto di mantenere aperta una finestra sul mondo, sostenendo alcune progettualità in Paesi già messi a dura prova prima. Nel 2020 è proseguito il sostegno ad alcuni progetti di cooperazione, con più di 257 mila euro. Tra questi il progetto “Emmanuel” in Togo (sostegno alla casa di accoglienza per bambini sorcier-stregoni), il progetto “Coltiviamo la Speranza” in Mali (sostegno alla scuola agro-pastorale) e il progetto “Arka” in Serbia (sostegno alle attività di Caritas Valjevo, per il reinserimento sociale di persone con problemi di salute mentale).
Più di 14 mila euro sono stati destinati ad altre emergenze internazionali: l’esplosione a Beirut (Libano), il conflitto siriano, i terremoti in Albania e nell’Egeo e l’emergenza profughi lungo la Rotta balcanica.
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