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Card. Parolin celebra a Leopoli. Alle vittime della guerra: “Non lasciatevi vincere dall’angoscia”

Visita ufficiale in Ucraina del Segretario di Stato Vaticano che è stato a Kiev, Leopoli e a Zaporizhzhia, centro operativo della distribuzione dei fondi raccolti con la colletta lanciata da Papa Francesco. Domani a Leopoli messa solenne per la Pentecoste e lunedì omaggio in piazza Maydan a Kiev

Parole chiave: cardinale Pietro Parolin (4), Leopoli (5), Lviv (2), Ucraina (189)
Card. Parolin celebra a Leopoli. Alle vittime della guerra: “Non lasciatevi vincere dall’angoscia”

“La guerra nasce dall’idolatria, cioè dall’aver posto un idolo al posto di Dio: il potere, l’arroganza, l’ambizione, la falsa superiorità, invece della difesa e della promozione della persona umana”. Lo ha detto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, nella Messa celebrata oggi a Leopoli, durante la visita ufficiale in Ucraina. Parolin ha portato al popolo ucraino il saluto e l’incoraggiamento del Papa. “La persona umana è difesa direttamente da Dio e non c’è potenza umana che non conosca la morte e il giudizio”, ha ammonito il cardinale: “Tutti saremo giudicati in particolare per le violenze che, in varie forme, avremo perpetrato contro l’immagine stessa di Dio che è la persona umana, o per non essercene presi cura, soprattutto se debole, violata, ferita, mutilata, violentata, fisicamente o moralmente, e persino uccisa”.

“La ricchezza di pochi e la povertà di molti è una delle grandi difficoltà in cui versa l’umanità, e anche il vostro Paese” ha detto il cardinale,  durante la Messa. “Non si possono servire due padroni: Dio e la ricchezza, perché tutto appartiene a Dio”, che “ha creato l’universo come dono d’amore per tutti”: la ricchezza, ha spiegato Parolin, “è l’attaccamento alle cose, l’illusione di diventare immortali attraverso il potere o il denaro”. “Non ci si scandalizza più della violenza oggettiva che sta nel fatto di aver sottratto i beni degli altri per farli propri”, ha ammonito il porporato: “Anzi, si può arrivare a considerare questo come una benedizione divina, e a compiere gesti di beneficenza per mostrare di essere, al contrario, buoni e generosi, magari anche timorati di Dio”. “E noi credenti, e le nostre istituzioni – la denuncia – a volte fanno a gara per impossessarsi dei beni di questi ricchi. Li onorano come benefattori, li portano con sé, li sostengono nei loro desideri, talvolta li indicano come modelli, perché hanno aiutato la Chiesa col loro denaro”. “Anche le Chiese possono fare sfoggio di ricchezza, in modo così brutale e volgare da offendere profondamente le coscienze”, l’altra denuncia di Parolin: “Possiamo arrivare non solo a farci amici dei potenti, ma ad ostentare noi stessi, chiamati a responsabilità nella Chiesa, ricchezze, beni di lusso, abitudini costose e morbosamente esibizioniste”.

“Non lasciatevi vincere dall’angoscia: Dio non vi dimentica”. Sono le parole del cardinale Parolin, dedicate alle vittime della guerra in Ucraina. Durante la Messa di oggi a Leopoli, il cardinale ha proseguito: Dio “è la vostra difesa e protezione. Lo dico con difficoltà perché non ho sofferto quanto loro hanno sofferto, perché per me è facile ripeterlo. Ma Dio non si smentisce e non delude. Dio è dalla loro parte e non li lascerà soli e preda del sopruso”. “Difficile dirlo a chi ha perso i figli, o marito, o moglie, o genitori o il lavoro e la dignità”, ha ammesso il porporato: “O ci si arrende a questo disarmante amore divino, o ci si piega ad accettare o maledire l’ingiustizia, il furto violento e assassino. Noi abbiamo scelto questa strada perché abbiamo creduto all’amore di Dio, anche se ogni giorno la nostra fragilità sembra smentire ciò in cui crediamo”.

Oltre alla capitale, Kiev, Parolin ha visitato anche Leopoli e la città di Zaporizhzhia, centro operativo dell’amministrazione e distribuzione dei fondi raccolti in tutto il mondo in risposta alla colletta lanciata da Papa Francesco per lo scorso 24 aprile che ha coinvolto tutte le parrocchie d’Europa. Colletta che ha dato buoni frutti, ai quali anche il Papa ha aggiunto la sua parte, ora disponibili per l’intera nazione ucraina.

Parolin nella sua visita ha incontrato il presidente ucraino, Petro Poroshenko; il ministro degli Affari Esteri, Pavlo Klimkin e il presidente della Rada (Parlamento), Andriy Parubyi. Oggi pomeriggio, sabato 18 giugno, a Leopoli (Lviv) ha benedetto la piazza dove sorgerà la nuova chiesa dedicata a San Giovanni Paolo II e ha visitato l’Università Cattolica ucraina e i seminaristi del Seminario greco-cattolico.

Il Segretario di Stato rimarrà a Leopoli anche domenica 19 giugno per prendere parte alla Divina Liturgia di Pentecoste nella Cattedrale greco cattolica. Poi, alle 17, si recherà al centro pastorale latino di Briukhovychi.

L’ultima giornata, lunedì 20 giugno, si svolgerà di nuovo a Kiev. Dopo l’omaggio floreale a Maydan (la piazza dove nel febbraio 2014 furono uccisi un centinaio di manifestanti nella protesta contro l’ex presidente Viktor Yanukovic, oggi diventata un memoriale) e la visita al sacrario del Milite ignoto e al Museo di Holomodor, il card. Parolin incontrerà i poveri assistiti dagli Oblati di Maria Immacolata presso la Concattedrale di Sant’Alessandro.

Fonte: Sir
Card. Parolin celebra a Leopoli. Alle vittime della guerra: “Non lasciatevi vincere dall’angoscia”
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