Cittadini attivi e membra vive della Chiesa: la Carta del coraggio dei giovani dell'Agesci
Si è conclusa ieri a San Rossore, con la consegna nelle mani delle istituzioni della “Carta del coraggio”, la route nazionale dell’Agesci. “Siamo noi che dobbiamo avere il coraggio di compiere il primo passo verso il cambiamento che vogliamo vedere. Telefonata del Papa e visita di Renzi

Si è conclusa ieri a San Rossore, con la consegna nelle mani delle istituzioni della “Carta del coraggio”, la route nazionale dell’Agesci. “Siamo noi che dobbiamo avere il coraggio di compiere il primo passo verso il cambiamento che vogliamo vedere: la nostra goccia è indispensabile al mare”, riconoscono i giovani scout nella Carta, convinti che il coraggio sia “responsabilità”, “vincere l’indifferenza”, “metterci in gioco, rimboccarci le maniche, assumerci dei rischi per fare ciò in cui crediamo”. “Decidiamo d’impegnarci nella politica non come osservatori passivi ma come cittadini attivi”; “vogliamo dare una veste nuova, più forte al valore della legalità”; “vogliamo sostenere l’istruzione”; “c’impegniamo a riscoprire la vera bellezza del nostro territorio e dell’ambiente”; “c’impegniamo nel lavoro, motore della dignità dell’individuo, per uscire dalla spirale del mero guadagno”; “c’impegniamo a vivere coraggiosamente e con serietà una scelta consapevole di amore autentico, senza discriminare le persone”; “nella Chiesa c’impegniamo a essere membra vive”; “c’impegniamo a restituire dignità alle persone senza fissa dimora”; “c’impegniamo per distribuire sorrisi e regalare umanità”: questi alcuni principi declinati nella Carta. Gli scout vogliono “essere sentinelle di positività e promotori di cambiamento”, chiedendo “a tutti di essere riconosciuti come una risorsa gratuita”.
La Messa di domenica 10 agosto, presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco e concelebrata dagli arcivescovi di Pisa Giovanni Paolo Benotto e di Lucca Italo Castellani, ha riservato una sorpresa finale: una telefonata da Roma di papa Francesco.
Il Papa si è detto felice dell’iniziativa scout. Dispiaciuto della sua assenza (lo attende una prossima, impegnativa, visita pastorale in Corea), ha comunque voluto manifestare il suo affetto verso questi giovani. «Il mondo ha bisogno di giovani coraggiosi» ha osservato papa Francesco «di giovani che si muovano sulle strade e non che siano fermi», perché «con i giovani fermi non andiamo avanti». Il mondo ha bisogno «di giovani che sempre abbiano un orizzonte per andare avanti e non di giovani che vanno in pensione».
Poi scherzando: «E ricordatevi: la pensione arriva a 65 anni!». Ancora: «So che avete riflettuto sull’Apocalisse, pensando alla Città Nuova». Ebbene: «Questo è il vostro compito: fare una città nuova». Poi ha chiesto al Signore «che vi dia la benedizione». E ha concluso: «per favore, vi chiedo di pregare per me».
I ragazzi hanno quindi presentato la Carta del coraggio, frutto del contributo di tutti: una lettera di impegni e di «desiderata» consegnata al presidente della conferenza dei vescovi italiani e al presidente del consiglio Matteo Renzi, che è arrivato a sorpresa a San Rossore con la moglie. "Se qualcuno oggi in Italia immagina che i ragazzi siano dei pigri sdraiati e bamboccioni voi siete la risposta per far capire che quel qualcuno sta sbagliando tutto - ha detto il premier Renzi dal palco - se qualcuno pensa che la parola chiave dell'Italia sia la paura si sbaglia, la parola del futuro per l'Italia non può che essere coraggio, io vi prendo sul serio. Anche l'Italia è in Route - ha continuato - sta iniziando un cammino. L'Italia ha bisogno di voi e del vostro coraggio". "Io come governo - mi impegno a rendere possibile il servizio civile volontario per tutti i ragazzi, noi oggi siamo dominati dal verbo ausiliare avere, io vi chiedo di cambiare ausiliare, dare importanza alla parola essere non avere e vi chiedo di non scappare da questo paese, rimanete, impegnatevi e aiutateci".
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