E' morto a Fidenza il missionario saveriano Lucio Gregato. Era risultato negativo al Covid-19, ma viveva nella casa dove finora sono morti 14 fratelli della congregazione
Era nato a Cavasagra di Vedelago e aveva 79 anni. Ha vissuto a lungo nel Burundi e in Congo. Da alcuni mesi si trovava nella Casa Madre di Parma per cure mediche, nell’attesa di ritornare in Africa.

E' morto ieri è nell'ospedale di Fidenza fratel Lucio Gregato. Da alcuni giorni si trovava ricoverato all’Ospedale di Parma per problemi respiratori, ma essendo stato trovato negativo al test del covid-19, era stato trasferito all’Ospedale di Fidenza. Il confratello aveva 79 anni, essendo nato a Cavasagra di Vedelago (Treviso – IT), il 12.05.1940.
Entrato in Istituto a Piacenza come vocazione adulta, nel 1963, dopo un anno passò al noviziato di S. Pietro in Vincoli, e il 03.10.1965 emise la Prima Professione a Parma, dove rimase fino al 1968 per studi di teologia.
Partito per il Burundi nell’agosto del 1968, dopo un anno di studio della lingua a Bujumbura, iniziò il suo servizio specifico come incaricato delle costruzioni a: Kigwena (1969-1971), Rumonge (1971-1972), Rumeza (1972-1973), poi ancora a Rumonge (1973-1976), Mugamba (1976-1977). Dopo alcuni mesi di aggiornamento a Parma (1977-1978) rientrò in Burundi per continuare con il suo servizio alle costruzioni: Rumonge (1978-1979) e Minago (1979-1981).
Nel novembre del 1981, a causa dell’espulsione dal Burundi, fece un periodo di aggiornamento in Italia per essere destinato poi al Congo nel 1982. A parte due periodi in cui servì la missione anche come economo locale (1982-1987 a Kakutya, e 2004-2010 a Luvungi), continuò sempre il suo lavoro come incaricato delle costruzioni: Kakutya (1982-1987 e 1988-1991), Bukavu (1991-1996), Kasongo Ngene (1997-1999), Bukavu (1999-2004), Luvungi (2004-2013), Kindu-Basoko (2013-2016) e Kilomoni (2016-2019)
Dall'8 luglio 2019 si trovava nella Casa Madre di Parma per cure mediche, nell’attesa di ritornare in Congo.
Come detto, fratel Gregato era risultato negativo al tempone del Covid-19. Viveva però nella casa dove hanno trovato la morte 14 missionari saveriani. Oggi il vescovo di Parma, mons. Enrico Somi ha pregato in cimitero anche per loro
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