Giovani: partecipato meeting su "La carne dell'amore"
Si è svolto il 6 novembre a San Nicolò l'incontro organizzato dagli uffici di Pastorale giovanile e famigliare rivolto a educatori, capi scout, animatori dei gruppi fidanzati, insegnanti, catechisti, preti, religiosi e religiose, e allenatori sportivi

Sabato 6 novembre si è svolto nel Tempio di San Nicolò il meeting intitolato “La carne dell’amore” organizzato dagli uffici di Pastorale giovanile e famigliare e rivolto a tutti gli educatori, i capi scout, gli animatori dei gruppi fidanzati, gli insegnanti, i catechisti, preti, religiosi e religiose, e allenatori sportivi. Durante la presentazione don Paolo Slompo, direttore della Pastorale giovanile, ha osservato con gioia il tempio pieno sostenendo che i giovani e ragazzi lì presenti rappresentano coloro che fanno bella la Chiesa, giovani dediti al servizio e appassionati nella loro missione. All’inizio dell’incontro, Giuseppe Spimpolo, insegnante di religione, dottore in filosofia ed educatore Iner (Istituto per l’educazione alla sessualità e alla fecondità) è stato chiamato, a cinque anni dall’esortazione Amoris laetitia, a mettere a fuoco la relazione d’amore non solo dal punto di vista dei principi teorici, ma calando questo tema nel concreto al fine di dimostrare come esso prenda vita nelle relazioni quotidiane.
L’attenzione di Spimpolo si è quindi concentrata su come qualsiasi relazione d’amore non solo si giochi a somiglianza di Dio ma metta una di fronte all’altra due persone chiamate a donarsi completamente. “C’è un punto originario di ogni vita di coppia - ha affermato Spimpolo - che noi chiamiamo innamoramento, ed è quando fai una scoperta: l’altro è stato un dono per la tua vita, l’altro prima dei suoi pregi e dei suoi difetti è un dono”, non dobbiamo demonizzare la parte erotica della nostra vita perché “eros è una fenomenale capacità di cogliere che è capitato nella mia vita qualcosa di straordinario. A un certo punto hai l’intuizione che l’altro è straordinario e senti che puoi arrischiare tanto - ha continuato il professore -. Il matrimonio ha bisogno di una libertà affettiva grande, è uno scalino dell’affettività importantissimo. Nel matrimonio prometto un amore infinito, non misuro la qualità affettiva a seconda di quello che ricevo, di quello che scopro, mi sto legando a una persona viva che nel tempo cambierà e prometto di amarla lo stesso. Non importa come sarà domani, io la amerò, ho promesso di amarla”.
Custodire una relazione affettiva
L’intervento ha poi affrontato un aspetto fondamentale della vocazione cristiana: “Il luogo della nostra identità continua ad attestare il nostro destino, la nostra vocazione: noi siamo fatti per gli altri. Il nostro corpo continua a narrare questa vocazione, portiamo una promessa nel nostro corpo - ha proseguito Spimpolo - nella carne c’è la chiave del nostro destino, siamo fatti per l’altro. La differenza sessuale è un viaggio in cui devi mettere tutto te stesso. Il mio desiderio erotico è custodire una relazione affettiva tutta la vita, devo mettermi in ascolto, superare la differenza sessuale, capire cosa desidera l’altro, è la costruzione di una vocazione. L’innamoramento porta con sé qualcosa di grande”.
“Nella carne si celebra la grandezza del mistero pasquale - ha spiegato il professore - siamo chiamati a vivere il dono pasquale, donarci completamente a un altro. La castità è autostima, è la capacità di conservarsi per dire, un giorno, che sono tutto per te e per nessun altro. Se do un preservativo o una pillola a un ragazzo o a una ragazza di 14 anni gli sto dicendo «fallo», proteggiti ma fallo. Bisogna cominciare a parlare ai ragazzi della loro unicità, del loro valore sconfinato. È necessario trovare un sistema comunicativo che vada a toccare la carne, una teoria che li tocchi. Eros è tensione verso qualcosa di più grande e richiede quindi una pedagogia della provocazione, ricondurre le persone di fronte alla grandezza della chiamata di Dio. Bisogna essere provocatori, sfacciati, cambiare linguaggio e usare una terminologia diversa, creativa, non avere paura dei tabù che troppo spesso ci creiamo noi stessi. L’amore è carnale, non esiste un amore che non sia carnale, ma perché l’amore prenda carne, devi vivere fino in fondo la carnalità rivolta all’altro, il dono di te stesso. Quello che dobbiamo chiederci è «Io come educatore, io come animatore sono appassionato? Sono disposto a mettermi a fianco? A non aver paura?»”.
Alla fine della presentazione i presenti a San Nicolò sono stati divisi in gruppi secondo quattro temi: “Vivere: lo sporgersi del desiderio! La vita e il suo appello all’amore”; “Di corpo e di spirito. L’amore come cammino unificante”; “Nell’amare divento. I linguaggi e le forme dell’amore” e “Ama e fa’ ciò che vuoi” (S. Agostino). Le forme d’amore che ci interpellano oggi”. I gruppi numerosissimi sono stati divisi in ulteriori sottogruppi di quindici persone che, distribuiti nelle aule del Seminario e in Casa Toniolo, hanno creato un dibattito cercando di collegare quanto sentito con il tema scelto. I gruppi hanno risposto positivamente alla presentazione del professor Spimpolo e si è creato un confronto interessante tra i vari presenti che rappresentavano figure educative diverse all’interno delle parrocchie della diocesi ma non solo.
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