Il Papa all'udienza parla del buon ladrone e rivolge un accorato appello sulla Siria
Al centro dell'udienza di Papa Francesco, pronunciata davanti a 25mila fedeli, la figura del buon ladrone, capace di "rubarsi il cielo". Alla fine un appello "alla coscienza dei responsabili dei bombardamenti" in Siria e un saluto speciale ai terremotati e agli operai licenziati della Basilicata.

“Rubarsi il cielo”, come il buon ladrone. Perché Gesù, sulla Croce, “sta con i colpevoli”, quando si pentono, e la Chiesa “è per tutti, non soltanto per i buoni”. È l’invito al centro dell’udienza di oggi, che si è conclusa con un appello “alla coscienza dei responsabili dei bombardamenti” in Siria: “Dovranno dare conto davanti a Dio” delle loro azioni.
“Il pensiero va un’altra volta all’amata e martoriata Siria”, le parole pronunciate a braccio dal Papa, come gran parte della catechesi, a cui hanno partecipato 25mila persone: “Continuano a giungermi notizie drammatiche sulla rote delle popolazioni di Aleppo. Nell’esprimere profondo dolore e viva preoccupazione per quanto accade in questa già martoriata città, rinnovo a tutti l’appello ad impegnarsi con tutte le forze nella protezione dei civili, quale obbligo imperativo urgente”.
Nei saluti ai fedeli di lingua italiana, uno speciale ai pellegrini della diocesi di Ascoli Piceno – “anche voi avete sofferto”, le parole fuori testo del Papa riferite ai terremotati – e agli operai licenziati della Basilicata: “Non può salire più la percentuale di disoccupazione”.
“Gesù perdona”, comincia a braccio la catechesi, dedicata alle parole che Gesù pronuncia durante la sua Passione, che “trovano il loro culmine nel perdono”. Due i “malfattori crocifissi con Gesù”, che gli si rivolgono con due “atteggiamenti opposti”. Il primo “lo insulta, come fanno i capi del popolo, ma spinto dalla disperazione”: è “l’angoscia dell’uomo di fronte al mistero della morte”, è il non capire che “Gesù ci ha salvati rimanendo sulla croce”, e “tutti noi sappiamo che non è facile rimanere sulla croce, sulle nostre piccole croci di ogni giorno”.
“La salvezza di Dio è per tutti, per tutti, nessuno escluso! Per questo il Giubileo è tempo di grazia e di misericordia per tutti, buoni e cattivi, quelli che sono in salute e quelli che soffrono”, ripete il Papa. “La Chiesa non è soltanto per i buoni, o per quelli che sembrano buoni o si credono buoni”, aggiunge fuori testo: “La Chiesa è per tutti, e anche preferibilmente per i cattivi, perché la Chiesa è misericordia”. “Nessuno è escluso dal perdono di Dio”, incalza Francesco. “A chi è inchiodato su un letto di ospedale, a chi vive chiuso in una prigione, a quanti sono intrappolati dalle guerre, dico: guardate il Crocifisso”, il suo invito: “Lui ci accompagna a tutti noi, a voi che avete sofferto tanto! Crocifisso per voi, per noi, per tutti!”.
Anche chi “ha fatto le cose più brutte nella vita ha la possibilità di essere perdonato”: basta soltanto che “si avvicini a Gesù pentito e con la voglia di essere abbracciato”.
“E’ vero, era ladrone, era un ladro: aveva rubato tutta la vita, ma alla fine si è pentito di quello che aveva fatto e guardando Gesù, così buono e misericordioso, è riuscito a rubarsi il cielo: è un bravo ladro questo!”. Sono le parole, pronunciate a braccio e salutate da un fragoroso applauso, dedicate dal Papa alla figura del buon ladrone. “Un condannato a morte è un modello per noi, modello di un cristiano che si affida a Gesù: questo è profondo”, il tributo di Francesco.
Un condannato a morte, che “chiama per nome Gesù”, il cui nome significa “il Signore salva”, è il paradigma del “bisogno dell’essere umano di non essere abbandonato, che Dio gli sia sempre vicino”. Il buon ladrone parla al futuro, e Gesù gli risponde al presente: “Oggi sarai con me nel paradiso’”. Nell’ora della Croce, la promessa di Gesù al buon ladrone “rivela il compimento della sua missione: salvare i peccatori”. “Dall’inizio alla fine” – a Nazaret, a Gerico, nella casa di Zaccheo – Gesù “si è rivelato Misericordia. Gesù è davvero il volto della misericordia del Padre”. E il buon ladrone lo ha chiamato per nome: “Gesù”. “E’ una preghiera breve, e tutti noi possiamo farla durante giornata tante volte”, dice il Papa ancora una volta a braccio. “La facciamo tre volte tutti insieme?”, la proposta ai 25mila ai fedeli in piazza, che ripetono con lui: “Gesù, Gesù, Gesù”.
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