Il Pime di Treviso festeggia il centenario
Proponiamo il programma delle celebrazioni di sabato 18 giugno e un ricordo di mons. Mario Pasqualotto che assieme alla sua esperienza missionaria ripercorre la storia dell'istituto

Il Pime - Pontificio istituto missioni estere - festeggia quest’anno cento anni di presenza a Treviso e nel Veneto. I momenti celebrativi, avviati alla fine dello scorso anno, culminano in questo fine settimana nella santa messa che viene celebrata nella Chiesa Votiva di Treviso sabato 18 giugno, con inizio alle ore 9.
La funzione viene presieduta dal vescovo di Treviso, Michele Tomasi, e concelebrata dal superiore generale del Pime, padre Ferruccio Brambillasca, oltre che da mons. Cesare Bonivento, mons. Mario Pasqualotto, mons. Alberto Bottari de Castello e altri sacerdoti amici del Pime.
Seguono testimonianze, momenti musicali e di festa, con gruppi provenienti da tutto il mondo, e laboratori per i più piccoli, dalle ore 10.30 fino alle ore 17.30. Alle ore 13 il pranzo comunitario. Prenotazioni agli eventi della giornata al numero 320 6963341.
Possiamo definire il rapporto tra il Pime e la diocesi di Treviso con un pensiero del vescovo Antonio Mistrorigo: “Il Pime è espressione missionaria della diocesi di Treviso”. Ricordo queste sue parole, quando veniva a visitare in anteprima il presepio a sfondo missionario realizzato e ammirato da tante persone nel nostro Seminario. Il Vescovo conosceva bene il Pime, anche per le sue caratteristiche e le radici profondamente diocesane. Fin dalle origini, nel lontano 1922, il beato vescovo Andrea Giacinto Longhin si prodigò per accompagnare Gaetano Filippin, seminarista diocesano, che manifestò il profondo desiderio di essere missionario; fu il vescovo Longhin a concedere la canonica di San Martino, vicina al Seminario diocesano, come prima sede per la formazione vocazionale del Pime. Tale vicinanza e legame con il Vescovo fece sì che i seminaristi del Pime si formassero nel Seminario diocesano, e anche quando il Pime si trasferì a piazza Rinaldi, il vescovo non fece mancare la sua paterna e premurosa attenzione per le diverse necessità dei futuri missionari.
Ho conosciuto il Pime all’età di undici anni, quando un missionario visitò la mia scuola elementare a San Cipriano, la mia parrocchia. Tanto parlò con entusiasmo della missione che alla richiesta della disponibilità a diventare noi pure missionari prontamente alzai la mano! Così, il 7 ottobre del 1949 entrai nel Seminario del Pime a piazza Rinaldi, giorno festivo della Madonna del Rosario. In più occasioni posso dire che le vicende significative della mia vita di missionario si intrecciano con le ricorrenze legate a Maria. A piazza Rinaldi ho vissuto l’iniziazione e la maturazione della mia vocazione missionaria e il ricordo va a tanti testimoni di fede e di dedizione, per esempio padre Piero Bonaldo, o Mirko Bianchin; sono testimonianze che hanno segnato la mia vita, ma anche altri preti e parrocchie della diocesi. Ricordo pure come nel 1951 i missionari del Pime, espulsi dalla Cina, visitarono la nostra diocesi suscitando tanta ammirazione e a me apparvero come degli eroi!
Fu quando il numero delle vocazioni alla missione con il Pime aumentò significativamente che fu costruito il nuovo seminario, a San Trovaso di Preganziol. L’inaugurazione confermò il gemellaggio tra la diocesi e il Pime, che assunsero insieme la missione di Ambàm, in Camerun. I promotori di questa esperienza di collaborazione missionaria furono il vescovo Antonio Mistrorigo e padre Silvano Zoccarato.
E’ stata una bella pagina di missionarietà, poi imitata anche da altre diocesi italiane. Nel 1982 sono stato rettore del Seminario, e poi ancora nel 1990. Questo servizio al Seminario mi ha consentito di provare personalmente questa “comunione di missionarietà” tra Pime e diocesi di Treviso. Prova di questo è la stretta collaborazione con il Centro missionario, poi la presenza alle congreghe insieme ai sacerdoti diocesani, che mi accolsero come un confratello, la nostra presenza del Pime nella vita pastorale della parrocchie a noi vicine, e infine la condivisone di esperienza missionaria a Manaus, diocesi che fui chiamato a servire come vescovo ausiliare, con i fidei donum trevigiani. Ricordo con piacere come il vescovo Paolo Magnani (forse nel 1997) mi avesse invitato all’incontro dei vicari foranei a Crespano. L’invito era perché presentassi la situazione della diocesi di Manaus, in vista dell’invio dei fidei donum. In quell’occasione ancora non immaginavo che un giorno sarei stato vescovo proprio a Manaus! Nel 1999, nel giorno della mia consacrazione episcopale, ho potuto abbracciare la mia diocesi di origine rappresentata da don Corrado Pizziolo, dal mio parroco don Aquino Berno, dal grande amico don Narciso Zanini, e poi dai sacerdoti trevigiani presenti nell’area missionaria di Manaus: don Olindo Furlanetto, don Riccardo Zanchin e don Gianfranco Pegoraro. Poi sono venuti altri e li ricordo con riconoscenza: don Lorenzo Tasca, don Stefano Moino, don Claudio Trabacchin e don Roberto Bovolenta, tutti molto amati e ancora ricordati dai nostri fedeli. Tutti miei amici, perché abbiamo vissuto insieme gioie e dolori di una Chiesa povera, ma piena di vitalità.
(mons. Mario Pasqualotto, missionario Pime, vescovo ausiliare emerito di Manaus)
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