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Il Vescovo esorta i sacerdoti ad esprimere la gioia del Vangelo

Il Vescovo durante la Messa del Crisma: "La Chiesa vi dice un corale grazie"

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Il Vescovo esorta i sacerdoti ad esprimere la gioia del Vangelo

"Siamo qui a riaffermare la nostra fiducia nel Signore e ad esprimere l'Evangelii gaudium, la nostra gioia del Vangelo che riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù". Si esprimeva così il Vescovo al termine dell'omelia nella Messa del Crisma ieri mattina, Giovedì santo. Una concelebrazione corale, con tutti i presbiteri, diocesani e religiosi, nel giorno in cui si ricorda l'istituzione del ministero sacerdotale. Il Vescovo, salutando il vescovo emerito Magnani, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, le religiose e i laici, ha voluto rivolgere un saluto caloroso ai 41 sacerdoti che celebrano il giubileo dell'ordinazione. “Il Signore conosce tutto il bene compiuto, che forse in gran parte sfugge al nostro sguardo - ha detto rivolto ai sacerdoti -. La Chiesa oggi vi dice un grande, corale grazie". 

Insieme, i sacerdoti hanno rinnovato le loro promesse, fatte al momento dell'ordinazione, “impegni che abbracciano tutta intera la vostra persona e la vostra vita" che dev'essere una vita “distinta" dal popolo, ma allo stesso tempo immersa in quella stessa vita, ha ricordato mons. Gardin citando il Decreto conciliare “Pesbyterorum Ordinis" sulla vita e sul ministero del sacerdote ("I presbiteri del Nuovo Testamento, in forza della propria chiamata e della propria ordinazione, sono in un certo modo segregati in seno al popolo di Dio: ma non per rimanere separati da questo stesso popolo o da qualsiasi uomo, bensì per consacrarsi interamente all'opera per la quale li ha assunti il Signore (19). Da una parte, essi non potrebbero essere ministri di Cristo se non fossero testimoni e dispensatori di una vita diversa da quella terrena; ma d'altra parte, non potrebbero nemmeno servire gli uomini se si estraniassero dalla loro vita e dal loro ambiente"). “E' duplice il riferimento a colui che consacra e a coloro ai quali si è mandati - ha sottolineato il Vescovo. E' la trama della vita quotidiana del prete. L'immagine del prete fra la gente è familiare nelle nostre comunità, sapendo però che tra la gente non basta esserci. Il prete è portatore di Colui che lo invia e, in particolare ai poveri, può dire “Le tue domande trovano in Cristo la risposta vera, lui che è l'alfa e l'omega, che porta a compimento tutte le promesse di Dio". Una presenza del prete tra la gente che non è solo di un momento, ha ricordato mons. Gardin, e nemmeno solo dei momenti felici e gioiosi. Si tratta, infatti, di “essere accanto anche a chi soffre, a chi dubita, a chi è ferito o si allontana, a chi esprime riserve nei confronti di una Chiesa che non sempre è trasparenza dell'Evangelo. Per il prete si tratta non solo di essere accanto agli altri, ma per gli altri, come Gesù Buon Pastore". Il Vescovo ha poi ricordato che i ruoli diversi che ciascuno svolge nella Chiesa non sono per se stessi o per la carriera, ma un servizio alla Chiesa, come insegna “il Signore che contempliamo questa sera chinato a lavare i piedi ai discepoli". E in questa ottica vanno compresi e vissuti anche gli avvicendamenti che avvengono tra i sacerdoti nei diversi compiti e responsabilità, ha ricordato il Vescovo. “Noi tutti viviamo con apprensione quanto succede nelle nostre comunità, con i ragazzi che si allontanano nel dopo Cresima, i tanti giovani e adulti indifferenti, sentiamo crescere la necessità di un'evangelizzazione e di una formazione cristiana, avvertiamo l'esigenza di trovare strade nuove per annunciare Cristo, per essere una Chiesa in uscita, missionaria, come ci ricorda papa Francesco". Un compito del quale si avverte anche la difficoltà, la sproporzione tra le necessità e le forze, come sottolinearono i discepoli a Gesù di fronte alla folla affamata. “Ma noi siamo qui a riaffermare la nostra fiducia nel Signore e la nostra gioia nel Vangelo - ha ribadito il Vescovo -. Siamo qui per ridire la nostra adesione a Cristo perché Colui che che ci ha chiamato non cessa di stupirci e perché siamo disposti, per quanto deboli a rimboccarci le maniche lì dove la Chiesa ci chiede di operare perché il Cristo che abbiamo incontrato non cessa di stupirci, di darci forza e di sostenere la sua Chiesa della quale vogliamo essere servi laboriosi e fedeli senza sentirci indispensabili. Questi giorni ci aiutino a riscoprire gratitudine e amore a Cristo crocifisso e risorto che è la vera buona notizia".

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