Incontriamo il tuo volto, Signore… oltre la tentazione - I domenica di Quaresima
All'inizio della Quaresima ascoltiamo il Vangelo sulle tentazioni di Gesù, dopo quaranta giorni di digiuno. Egli, tentato da Satana, sceglie di obbedire alla Parola di Dio («sta scritto») e alla prospettiva che questa Parola indica: fidarsi di un Dio che si prende cura del suo popolo e lo conduce alla pienezza della vita

Al principio di ogni percorso verso Pasqua ci viene proposto l’incontro di Gesù con l’«avversario» (=Satan), per comprendere quali passi compiere verso l’incontro con il Crocifisso Risorto.
Il confronto necessario a scoprire il proprio volto…
Nostra caratteristica umana è che solo un po’ alla volta, confrontandoci man mano con le vicende della vita, comprendiamo chi siamo e chi siamo chiamati a diventare. E del nostro vivere fa parte anche una presenza che ci porta a distorcere la verità più profonda del nostro essere e dei nostri rapporti con la realtà e ci illude che, se mettiamo esclusivamente noi stessi al centro della nostra esistenza, tutto sarà più facile, e vivremo felici e contenti. Anche Gesù, uomo fino in fondo, deve confrontarsi con tale possibilità, ed è lo stesso Spirito Santo a condurlo al confronto con l’«avversario». Dio, suo Padre, non aveva bisogno di «metterlo alla prova», già lo conosceva interamente. Ma Dio sa che questa dinamica fa parte del nostro cammino di crescita, di presa di coscienza del nostro “volto”, e vuole che non eludiamo un passaggio così importante nel diventare noi stessi come lui ci sogna, e non come l’«avversario» ci vuole deformare. I tre momenti sono confronto su tre prospettive diverse di compiere la missione a cui Gesù si sente chiamato, prospettive che gli modellano addosso un volto che non è quello voluto dal Padre.
… non il volto vorace che divora il mondo…
Nella prima situazione il confronto è con uno dei bisogni più essenziali: mangiare per vivere. La proposta è di trasformare le pietre in pane per la propria fame. E magari procurandosi il successo soddisfacendo la fame più immediata della gente. La risposta di Gesù: «L’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». La relazione con se stessi, con i propri bisogni, chiede di non ridurci a saziarli chiusi nella pura necessità, con un volto ridotto a pura avidità di consumare, ma di avvertire che proprio questi bisogni chiedono altro, chiedono una relazione con chi, solo, può davvero dar compimento a tutto quel che siamo. Questa prima tentazione avviene nel deserto, dove il bisogno di acqua e di cibo si impone con brutale urgenza. Ma il deserto, nella storia di Israele, è anche uno dei luoghi simbolo dell’incontro con Dio, con colui che si prende cura della vita del suo popolo.
… non il volto manipolatore di Dio e degli altri…
Nella seconda situazione la proposta è di provocare un intervento di Dio che imponga Gesù come il suo prediletto: “buttati giù e Lui ti salverà!”. La relazione con Dio diventa qualcosa di cui servirsi per affermare se stesso come l’unico intermediario con lui. Il volto che ne emerge: un Messia capace di manipolare Dio stesso. La tentazione è di mettere Dio al servizio di quel che noi consideriamo il nostro successo, nella vita e di fronte agli altri. In questo caso la tentazione è collocata nel luogo simbolo della presenza di Dio fra il suo popolo, il Tempio di Gerusalemme, lì dove lui si rivelava come il custode d’Israele, colui che ben conosceva il vero bene del suo popolo.
… non il volto dominatore del potere violento…
Nel terzo caso si va ormai oltre: viene offerta la possibilità di diventare il Signore di tutti i regni della terra usando ciò che domina il mondo, la forza che si impone ad ogni costo. La relazione nelle e tra le società umane viene ridotta a violenza che impone se stessa; il volto di chi diventa succube di questa logica è stravolto dalla sete di potere. E questo è possibile anche nelle quotidiane relazioni familiari, di lavoro, di comunità cristiana... Il luogo simbolo del «monte» ritornerà ancora nel percorso del primo vangelo: nell’incontro con il volto trasfigurato (Mt 17,1-2) e nell’incontro con il volto risorto (Mt 28,16-17). E «tutti i regni del mondo» si contrappongono al «Regno dei cieli» e al potere del Risorto in cielo e in terra, che è potere di donare la vita, non di imporsi con la minaccia della morte.
… ma il volto del Figlio che si fida del Padre e obbedisce alla sua promessa
In tutte e tre le occasioni, Gesù sceglie di obbedire alla Parola di Dio («sta scritto») e alla prospettiva che questa Parola indica: fidarsi di un Dio che si prende cura del suo popolo e lo conduce alla pienezza della vita. Non a caso tutte le citazioni in bocca a Gesù vengono dall’ultimo libro della Torah, il Deuteronomio, che attinge alla grande esperienza fatta nel cammino dalla schiavitù d’Egitto ad una terra di libertà e la ripropone in un tempo in cui il popolo si trova a vivere nuovamente il rischio di essere dominato da altri, fino all’esilio. Gesù esce dal deserto avendo ormai scelto con chiarezza di obbedire alla Parola di Dio, qualsiasi fosse stata la via da percorrere. Il volto che incontriamo è quello del Figlio che si fida del Padre e del suo amore, oltre ogni tentativo di deformarlo secondo le attese di qualunque «avversario» incontrerà.
All’inizio del cammino verso Pasqua viene proposto allora anche a noi di passare dalla volontà di manipolare il mondo e gli altri a nostro vantaggio alla scelta di fidarci dei volti di un Padre e di un Fratello che ci conducono a pienezza di vita, qualunque siano le vicende che ci ritroveremo a vivere lungo tale cammino.
Dal Vangelo secondo Matteo (4,1-11)
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
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