Iniziamo (d)all'amore: in Catterale il mandato ai catechisti
“Caritas Christi urget nos, la carità di Cristo ci spinge”: questo il titolo della celebrazione di sabato 7 ottobre, presieduta dal Vescovo.

La distanza tra il messaggio evangelico e la cultura contemporanea diventa oggi ineludibile appello per la catechesi, impegnata a trasmettere i contenuti della fede dentro un itinerario globale di iniziazione, educazione e maturazione della vita cristiana, perché la Parola di Dio non venga solo appresa intellettualmente, ma formi abitudini di vita cristiana.
“Caritas Christi urget nos, la carità di Cristo ci spinge”: il titolo del Mandato che celebriamo sabato 7 ottobre costituisce allora un forte richiamo per i catechisti, perché giungano in Cattedrale attorno al Vescovo a proclamare con decisione che è l’amore di Gesù incontrato e sperimentato la ragione del nostro impegno nell’annuncio. E’ l’amore descritto da Paolo nella seconda lettera ai Corinti (2 Cor 5,14), sorgente e contenuto della sua missione.
Iniziamo dall’amore e iniziamo all’amore: questo in sintesi ciò che ci muove e ci pone in sintonia con quanto affermavano i vescovi, delineando il volto missionario della parrocchia: «chi incontra la parrocchia deve poter incontrare Cristo. La fedeltà al vangelo – scrivono ancora i vescovi – si misura sul coerente legame tra fede detta, celebrata e testimoniata, sull’unità profonda con cui è vissuto l’unico comandamento dell’amore di Dio e del prossimo, sulla traduzione nella vita dell’eucaristia celebrata».
Nella celebrazione dei sacramenti vi è una realtà che non può essere ridotta a semplice spiegazione o a conoscenza intellettuale della fede cristiana: vi è un avvenimento, una vita nella quale si è effettivamente introdotti, un’azione - quella del Risorto e del suo Santo Spirito - alla quale si partecipa. Se consapevoli che l’esperienza deve precedere la spiegazione impareremo a rendere più familiare uno stile «mistagogico», convinti che il senso delle cose non si esaurisca in quello che si può vedere, ascoltare e realizzare la prima volta.
Iniziamo, introduciamo, portiamo i ragazzi, i genitori dentro un’esperienza di vita che l’amore incontra e l’amore porta ad altri. Facciamo nostra l’ambizione di appartenere e servire un cristianesimo vivo, di essere, come ci ricorda il cammino sinodale intrapreso, «Discepoli di Gesù verso un nuovo cammino di Chiesa».
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