L'impegno di Treviso per i cristiani perseguitati in Pakistan
Aperta a Treviso la prima sezione italiana della “Missione Shahbaz Bhatti” per l'aiuto ai cristiani e alle altre minoranze perseguitate in Pakistan. Oltre al vescovo Gardin, presenti Paul Bhatti, l'ex ministro degli Esteri Franco Frattini e l'ambasciatore italiano in Pakistan

La diocesi di Treviso da ieri, 8 maggio 2015, è ufficialmente partner dei progetti realizzati dalla “Missione Shahbaz Bhatti”. L’iniziativa è nata dopo l’assassinio il 2 marzo 2011 del ministro delle minoranze pakistano, il cristiano Sahabaz Bhatti,e voluta fortemente dal fratello, Paul Bhatti, ora ritornato a vivere e ad esercitare la professione di medico a Badoere, dopo essere stato nominato lui stesso ministro delle minoranze in Pakistan. L’apertura proprio a Treviso della prima sezione italiana della Missione è stata possibile grazie all’impegno della diocesi di Treviso e del vescovo Gianfranco Agostino Gardin. Un impegno che vedrà la Diocesi “prendersi carico “delle iniziative promosse dall’associazione nella zona di Lhaore. All’ incontro in vescovado, dopo l’introduzione di Paul Bhatti, che ha deciso di dedicare la propria vita nel portare avanti la missione del fratello Shahbaz (uomo che aveva fatto del dialogo interreligioso, dell’aiuto ai più poveri lo scopo della propria vita) il vescovo ha sottolineato che ci sarà senza dubbio l’impegno della Diocesi per “un aiuto in termini economici alla Diocesi cattolica che fa capo all’area di Lahore per mantenere con borse di studio studenti poveri, diffondere e creare centri legali a cui le minoranze tutte, non solo i cristiani, possano rivolgersi per difendere i propri diritti, e per supportare sempre di più occasioni di dialogo sul territorio con i leaders religiosi”.
Alla presentazione dell'iniziativa sono intervenuti, oltre al Vescovo e a Paul Bhatti, il vicario generale della Diocesi, mons. Adriano Cevolotto, l'ex ministro degli Esteri Franco Frattini, l'ambasciatore italiano in Pakistan, e mons. Dino Pistolato, in rappresentanza del Patriarcato di Venezia.
Nell’occasione non è mancato un accenno del Vescovo alla grave situazione dell’esodo migratorio, sottolineando che la chiesa trevigiana si è posta già nell’ accoglienza e che, pur capendo la complessità del problema, “senza voler giudicare i nostri sindaci”, soffre molto quando vede un territorio trevigiano che sempre di più si chiude in se stesso.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento