La discesa agli inferi
In un modo che non sappiamo, c’è nella morte di Gesù una potenza di vita per tutti, al di là di ogni barriera di spazio e di tempo. Nulla è perduto, per nessuno.

“Amore lo vestì e lo spogliò di Carne/ Amore lo issò sulla Croce/ e lo inabissa, ora, nello Scheol,/Anima-Luce/ a trafiggere il cuore della tenebra./ E alla testa dei secoli sepolti/ trae con Sè, liberi/ il primo padre e tutta la sua stirpe” (Giuseppe Pelloso). Diversamente da noi, abituati a raffigurarci la resurrezione come l’uscita trionfale di Gesù dal sepolcro, la chiesa d’Oriente guarda al mistero della “discesa agli inferi”. Il Sabato Santo è il giorno in Colui che è morto è anche sepolto. Tutto è finito. Ma è dentro quell’abisso di solitudine totale che scende l’Amore crocifisso. Gesù raggiunge tutti con la sua passione d’amore, anche quanti giacciono da secoli e millenni nell’ombra della morte. Come potrebbe, infatti, essere “il” Salvatore, colui che salva solo i presenti? In un modo che non sappiamo, c’è nella morte di Gesù una potenza di vita per tutti, al di là di ogni barriera di spazio e di tempo. Nulla è perduto, per nessuno. Non siamo noi a scalare l'abisso, è lui che scende nei nostri abissi, anche i più infernali, per trarre a sé tutti e tutto. A Pasqua non chiederti dove andare a cercare il Risorto, Lui sta nel buco più nero del tuo vivere. Lascia che il Signore afferri la tua mano e con Lui ogni giorno verrai alla luce! Buona Pasqua di Resurrezione. Cristo è risorto! E’ veramente risorto!
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