La gioia è il gigantesco segreto del cristianesimo
Presentato in Vaticano il libro intervista di Andrea Tornielli a papa Francesco, alla presenza, tra gli altri, del cardinale Pietro Parolin, di padre Federico Lombardi e dell'attore e comico Roberto Benigni, per la prima volta dentro le Sacre mura, autore di un intervento scoppiettante.

“Una conversazione per entrare in profondità su un grande tema, la misericordia, forse ‘il’ tema di questo pontificato”. Così padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, inaugurando questa mattina a Roma l’incontro di presentazione del libro-intervista di Papa Francesco “Il nome di Dio è Misericordia. Una conversazione con Andrea Tornielli”, edito da Piemme. “Un libro preziosissimo in questo contesto giubilare”, ha aggiunto Lombardi, con il quale “abbiamo la sua esperienza di misericordia nella sua vita spirituale, nel suo ministero e nella sua spiritualità. Un sussidio preziosissimo per tutti per vivere il Giubileo e coglierne la ricchezza e la profondità”. Il titolo è stato scritto da Francesco di proprio pugno a segnarne il tratto “esperienziale”. Il libro-intervista, da oggi in libreria per le edizioni Piemme, esce in contemporanea in 86 Paesi: tra gli editori ci sono Penguin Random House US, Commonwealth Bluebird, Kösel-Verlag e Planeta. Ieri Marina Berlusconi, presidente del Gruppo Mondadori, ha consegnato a Papa Francesco a Casa Santa Marta la prima copia dell’edizione italiana.
“Un libro che apre delle porte e le vuole mantenere aperte”. Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin definisce in questi termini il volume-intervista di Papa. Il libro, afferma il cardinale intervenendo alla presentazione del volume, esprime l’atteggiamento del Pontefice di “non mettere paletti o affrontare la casistica riguardante i fatti della vita delle persone”. Sollecitato da una domanda sui modi di combattere l’Aids di ritorno da Bangui, il Papa “ha sottolineato che occorre allargare lo sguardo, accendere nel cuore di tutti il desiderio dell’incontro con il Signore” per “ricominciare sempre di nuovo”. Proprio perché “lascia aperte delle porte e fa intravedere la misericordia di Dio in alcune pagine può far commuovere”. Nella prefazione Tornielli racconta un piccolo retroscena moto significativo: nella prima stesura il Papa affermava che la medicina c’è “se facciamo un passo verso Dio”, ma dopo averla letta ha chiamato il vaticanista chiedendogli di aggiungere mi ha chiamato pregandomi di aggiungere “o abbiamo almeno il desiderio di farlo”. “La personale testimonianza di Papa Francesco è che se manca la forza di fare un passo verso Di,o basta il desiderio di farlo”. Un altro punto messo in luce dal Papa è che “abbiamo smarrito il senso del peccato” ma anche “la fede nell’esistenza di qualcuno che possa salvarci, accoglierci e risollevarci”. E se per Francesco “la reazione del figlio maggiore è umana, la misericordia di Dio è divina, lontanissima dal nostro calcolo umano, dalla nostra etica del bilancino”. “E’ proprio di questo – scandisce il card. Parolin – che abbiamo bisogno noi e tutti quelli che ci capita di incontrare ogni giorno”. “Nell’incontro con il sovrabbondare della grazia ci riconosciamo piccoli, peccatori e bisognosi di aiuto. Per il Papa riconoscersi peccatori è una grazia” perché la Chiesa “condanna il peccato” ma “abbraccia il peccatore che si riconosce tale”.
“Solo a questo Papa poteva organizzare una presentazione con un cardinale veneto, un detenuto cinese e un comico toscano”. “E’ la mia prima volta in Vaticano: questo Papa mi piace tanto, non si può parlare moderatamente del Papa. Ieri ho fatto di tutto per vederlo nella piccola delegazione per consegnargli il libro, quando lo ho visto mi sono sentito come Zaccheo”. E’ uno scoppiettante Roberto Benigni quello intervenuto oggi alla presentazione del volume di Andrea Tornielli su Papa. “La misericordia – incalza – non è una virtù seduta in poltrona, non sta ferma un secondo ma va incontro ai poveri e ai peccatori”, questo libro “innalza i nostri cuori senza annacquare il cervello”. Si sente che per Francesco “la vita è compassione, amore e che il perdono è alla base del suo pontificato”. “La misericordia è la giustizia più grande, non la cancella, non la corrompe né abolisce, va oltre”. La misericordia “è il caposaldo della missione del Papa, il miserere mei Deus secundum misericordiam tuam del salmo 50 di Davide mi commuove sempre: un peccato così grande come quello di Davide, se lo ha perdonato può perdonare tutti no”. La misericordia “contiene la gioia nel dolore: due colonne portanti nel cristianesimo, ma mentre il dolore è sempre presente nel cristianesimo la gioia la teniamo spesso nascosta. La gioia è invece il gigantesco segreto del cristianesimo, il suo elemento costitutivo. Chi ha sofferto senza perdere la gioia cristiana è vicinissimo al Signore”. “Dobbiamo diffidare degli infelici – il monito di Benigni -. Amate le persone felici, che sono umili, gioiose e vicine a Dio. Il primo miracolo che fa nel Vangelo di Marco è la guarigione della suocera di Pietro perché subito dopo lei si mise a servirli, Gesù gustava le gioie della vita”.
“Questo libro si rivolge anche ai non credenti: la vita è una lotta fra amore e non amore e amare significa dipendere da qualcuno che ci potrebbe venire sottratto. Questo è il rischio divino”, ha proseguito Benigni presentando il volume sul Papa. “L’altro architrave del Vangelo, dopo la gioia, è la misericordia, cuore del ministero di Papa Francesco che sta camminando verso qualcosa e non si ferma mai. Sembra essere portato dal peso di Dio, a volte sembra affaticato perché sta traghettando la Chiesa verso un luogo del quale ci eravamo dimenticati: verso il cristianesimo, verso Gesù, lo sta tirando attraverso la misericordia che non è una visione sdolcinata o buonista della vita ma una sfida vera – non solo teologica ma anche politica e sociale. La forza per questa sfida gliela dà la medicina della misericordia che va a cercare tra gli sconfitti, gli ultimi degli ultimi”. Richiamando la sua prima visita pubblica a Lampedusa e l’apertura della Porta santa di Bangui, “è lì che va a trovare la misericordia per darla a piene mani”. Nel nostro mondo irriconoscibile che vive la condanna e l’odio, conclude Benigni, “Francesco trova la misericordia nel dolore perché il dolore è più forte del male, la sofferenza è l’unica forza superiore male: divinum est pati, senza dolore la vita apparirebbe enigmatica, la gioia inaccessibile”.
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