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Lavoro a Nordest in tempi di cambiamento: la Chiesa è vicina

Nell’imminenza dell’annuale festa del 1° maggio dedicata al mondo del lavoro, i Vescovi del Triveneto intervengono con una nota pastorale intitolata “Il lavoro in tempo di cambiamenti. La Chiesa vicina. Tre le “conversioni" concrete richieste al mondo del lavoro. E un’attenzione speciale ai giovani

Parole chiave: Vescovi triveneto (12), Cet (60), denaro (2), lavoro (337), corruzione (16), famiglia (299), giovani (383), economia (178)
Lavoro a Nordest in tempi di cambiamento: la Chiesa è vicina

In vista del 1° maggio, giornata tradizionalmente dedicata al mondo del lavoro, la Conferenza dei Vescovi del Triveneto ha reso pubblica una sua Nota pastorale sul tema “Il lavoro in tempo di cambiamenti. La Chiesa vicina”, il cui testo integrale è riportato in allegato e in alcuen pagine speciali della Vita del popolo in uscita. Si tratta di un intervento autorevole che, come spiega una nota di accompagnamento, “oltre a testimoniare l’attenzione delle Chiese diocesane per la crisi che ha investito il mondo della produzione e del lavoro, intende affrontare, con sensibilità etica e religiosa, alcuni nodi che, se non vengono sciolti, rischiano di costituire dei paralizzanti handicap nello sviluppo futuro del Triveneto”.
Per uscire da una situazione di oggettiva difficoltà, i Vescovi ritengono che sia necessario ripartire da una concezione alta e adeguata del lavoro umano. In particolare, va tenuto saldo il quadro etico-valoriale di riferimento: “Come Vescovi riteniamo che debba essere custodito l’alto valore assegnato al lavoro - scrivono -; la sostanza dei diritti fondamentali dei lavoratori, pur nella necessità di adattarne le forme giuridiche; la dimensione comunitaria e solidale del lavoro e della stessa impresa, argine all’individualismo e alla frammentazione; la consapevolezza che il lavoro ha il primato sul capitale e che l’uomo ha il primato sul lavoro; la convinzione che il lavoro deve servire anche al mantenimento della famiglia; l’armonizzazione tra il lavoro e la vita complessiva della persona che lavora, rispettando il riposo e il tempo della festa; il far procedere di pari passo e in feconda connessione le politiche del lavoro e quelle della famiglia; la crescente sensibilità per la custodia del creato, elemento imprescindibile per la vita stessa dell’uomo; la possibilità reale e concreta di strumenti di previdenza sociale; la stima assegnata alla capacità di fare impresa; la sensibilità verso l’economia civile e solidale e l’apprezzamento per quelle imprese che non hanno come unico obiettivo la massimizzazione del profitto”
La parte centrale del testo è riservata al tema del rapporto tra lavoro e denaro e costituisce indubbiamente la parte più innovativa e stimolante della Nota. L’ispiratore di questa sezione del documento è papa Francesco che “ha pronunciato un «no» chiaro all’«idolatria del denaro» e al denaro che, idolatrato dall’uomo, «governa invece di servire». Sono tre le affermazioni più rilevanti: ogni lavoro fatto secondo gli accordi va pagato, e va pagato in tempi ragionevoli; verificare sempre  l’intenzione con la quale si investe il proprio denaro, lo si presta, lo si utilizza; combattere la corruzione.
La parte conclusiva del testo ha un’intonazione prevalentemente pastorale e riserva un’attenzione privilegiata nei confronti del mondo giovanile. Qui si colloca l’invito che i Vescovi rivolgono alle comunità cristiane ad essere “luoghi dove si ascolta, si approfondisce e si annuncia il Vangelo del lavoro, espresso nella tradizione del pensiero sociale cristiano. Luoghi dove si educa al lavoro e ai suoi valori fondamentali, alle sue dimensioni umane e cristiane, al suo senso profondo; dove, per questo, si fa anche in qualche modo esperienza concreta di ciò che può allenare al lavoro; spazi dove si parla di lavoro, dove si condividono le difficoltà e le preoccupazioni alla luce del Vangelo, e dove si possono mettere insieme idee e risorse”.

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