Mons. Pavanello e la natia Camposampiero: sentito sempre vicino
"Noi di Camposampiero l'abbiamo sentito sempre vicino nella sua lunga vita, perché nacque qui nel 1919, sopra lo storico negozio di ferramenta di piazza Vittoria, gestito dal padre Ferruccio". Così su Facebook il ricordo dell'ex sindaco e parlamentare Dino Scantamburlo.

"Un uomo e prete che merita di essere adeguatamente celebrato per la ricca umanità e la profonda spiritualità, libero e schietto anche nei confronti della Chiesa che ha amato, ma soprattutto per l'amore profondo che ha testimoniato per i poveri. Noi di Camposampiero l'abbiamo sentito sempre vicino nella sua lunga vita, perché nacque qui nel 1919, sopra lo storico negozio di ferramenta di piazza Vittoria, gestito dal padre Ferruccio". Così su Facebook l'ex sindaco e parlamentare Dino Scantamburlo ricorda mons. Fernando Pavavello, scomparso oggi a 97 anni.
Educato al sacerdozio dal suo carissimo parroco e padre spirituale mons. Rostirola, divenuto prete nel 1942, trascorse due anni come cappellano proprio a Camposampiero.
Laureato in filosofia all'Università Gregoriana di Roma, divenne insegnante nel Seminario di Treviso.
Sacerdote ed educatore aperto ai tempi nuovi e alla necessità di modificare i criteri educativi degli aspiranti al sacerdozio nei Seminari, nel 1963, egli ha scritto, "con forte rammarico lasciai l'insegnamento della filosofia nel Seminario per andare a dirigere il Seminario teologico per l'America Latina, frequentato da preti, religiosi e laici, in preparazione alla missione. Mi chiamarono il vescovo Carraro e la Segreteria di Stato vaticana. Gli anni di Verona sono stati per me la grande grazia di Dio nella mia vita. Si innestò in me la consapevolezza nuova che Dio mi chiedeva anche di farmi carico della sofferenza dell'uomo. Infatti, i molti viaggi in America Latina di tutti quegli anni, all'interno di quei paesi per visitare sul posto i nostri preti, soffermandomi a lungo, mi rovesciarono addosso con un coinvolgimento profondo, l'infinita umiliazione e la profonda sofferenza di quelle popolazioni, sfruttate selvaggiamente dai ricchi, dalle multinazionali e dai governi".
In quel tempo egli divenne anche amico del grande vescovo dom Helder Camara.
Nel 1972 don Fernando lasciò Verona, divenne parroco della parrocchia del Sacro Cuore di Treviso e, poi, responsabile della Caritas trevigiana che fondò e diresse, agendo fra numerose difficoltà, ma impegnato a suscitare sensibilità e iniziative in tutta la diocesi.
Scrive ancora Scantamburlo: "Nel tempo del lungo arcipretato di mons. Guido Santalucia, anche i più giovani dei nostri concittadini impararono a conoscerlo, data la sua partecipazione - arricchita dalla parola sempre appropriata e umanamente e spiritualmente coinvolgente ed efficace - agli eventi parrocchiali importanti ai quali il suo grande amico e coetaneo don Guido lo invitava. E lo vedemmo l’ultima volta nella nostra chiesa il 13 aprile 2013, proprio al funerale di don Guido, ingobbito, ma ancora lucidissimo. Si può davvero affermare che la sua memoria rimarra' nell'albo d'oro dei nostri concittadini. Pensando a lui, vengono alla mente altre grandi figure del territorio veneto: tra gli ultimi, mons. Giovanni Nervo, mons. Guido Santalucia e, appunto, mons. Fernando Pavanello. Preti che hanno plasmato con la fede, il coraggio, l’intelligenza della mente e del cuore, il cammino spirituale di tante persone e di intere comunità".
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