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Mons. Tasca fa il suo ingresso a Genova: “Desidero essere vostro fratello, per camminare insieme”

Mons. Tasca ha avuto come primo consacratore il cardinale Angelo Bagnasco, ora arcivescovo emerito di Genova, e come secondo consacratore l'arcivescovo Gianfranco Agostino Gardin, vescovo emerito di Treviso, francescano conventuale come il nuovo pastore di Genova. Tra i vescovi concelebranti anche mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso. Presente una delegazione da Camposampiero.

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Mons. Tasca fa il suo ingresso a Genova: “Desidero essere vostro fratello, per camminare insieme”

L’Eucaristia che stiamo celebrando è il rendimento di grazie più bello e perfetto che possiamo offrire al Padre”. Così mons. Marco Tasca, nuovo arcivescovo di Genova, nel saluto di ringraziamento al termine della celebrazione eucaristica per la sua ordinazione episcopale, che ha segnato nel contempo il suo ingresso come arcivescovo. Mons. Tasca ha avuto come primo consacratore il cardinale Angelo Bagnasco, ora arcivescovo emerito di Genova, e come secondo consacratore l'arcivescovo Gianfranco Agostino Gardin, vescovo emerito di Treviso, francescano conventuale come il nuovo pastore di Genova. Tra i vescovi concelebranti anche mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso.

La messa, presieduta dal card. Angelo Bagnasco, si è svolta sabato sera. “Il mio grazie commosso e sentito va anzitutto a Dio – ha detto -, per il dono della vita e della vocazione alla vita religiosa e sacerdotale che per mezzo dell’effusione di grazia appena ricevuta giunge oggi alla sua pienezza”. Mons. Tasca ha ringraziato Papa Francesco “per la fiducia che ha riposto in me mandandomi a voi come vescovo”: “Nel bell’incontro che abbiamo avuto lo scorso maggio, ho avuto modo di esprimergli direttamente la mia disponibilità e obbedienza: insieme a voi gli assicuro, ora, il ricordo orante e l’affetto filiale di tutta la nostra Chiesa”. Poi ha espresso gratitudine al card. Bagnasco suo predecessore: “Da lui ricevo il testimone della guida di questa porzione di popolo di Dio: la tradizione che da questo momento ci lega anche sacramentalmente sia segno di una comunione nel servizio alla Chiesa genovese, che continuerà nel tempo, pur nelle mutate forme”. Ringraziamenti anche ai confratelli vescovi, ai presbiteri, ai diaconi, ai membri della vita consacrata, ai seminaristi, ai laici, alle autorità di ogni ordine e grado e tutti gli uomini di buona volontà.

“Con molta semplicità – ha precisato – vorrei dirvi che desidero essere vostro fratello, non solo vostro padre: cammineremo insieme, prendendoci cura gli uni degli altri, manifestando con la vita prima ancora che con le parole il nostro essere comunità di fratelli e sorelle in Cristo”. Il nuovo vescovo ha poi ringraziato con commozione la sua famiglia di origine e la sua famiglia di elezione: l’Ordine dei frati minori conventuali. Come pure i tanti amici presenti e non: “Chi mi conosce sa che per me l’amicizia è un valore fondamentale”.

Alla messa era presente anche una delegazione dalla Provincia di Padova (con il presidente Fabio Bui, sindaco di Loreggia) e del Comune di Camposampiero (con i francescani dei Santuari Antoniani e la sindaca Katia Maccarrone). Ai santuari Antoniani, infatti, padre Tasca ha passato alcini degli anni più importanti del suo servizio religioso.

Il testo integrale del primo saluto di mons. Tasca alla città di Genova

Carissimi fratelli e sorelle dell’amata Chiesa di Genova, mia novella sposa,

fratelli e sorelle tutti qui presenti,

il Signore vi dia pace! 

            L’Eucaristia che stiamo celebrando è il rendimento di grazie più bello e perfetto che possiamo offrire al Padre. Permettetemi di aggiungere solo qualche breve parola, per dar voce ai molti sentimenti che mi accompagnano in questo momento così importante della mia vita.

            Il mio grazie commosso e sentito va anzitutto a Dio, per il dono della vita e della vocazione alla vita religiosa e sacerdotale che per mezzo dell’effusione di grazia appena ricevuta giunge oggi alla sua pienezza. Sento chiaramente che, nella mia vita, il Fedele è stato e rimane Lui: mi ha accompagnato e sostenuto con la forza dello Spirito nei momenti di gioia e in quelli di prova. Al Padre di ogni misericordia affido il mio ministero episcopale, rinnovando il mio con trepidazione, ma anche con la serena certezza che mi deriva dal fatto di sapere in chi ho posto la mia fede (2Tm 1,12).

            Ringrazio con tutto il cuore il nostro amato Papa Francesco per la fiducia che ha riposto in me mandandomi a voi come vescovo. Nel bell’incontro che abbiamo avuto lo scorso maggio, ho avuto modo di esprimergli direttamente la mia disponibilità e obbedienza: insieme a voi gli assicuro, ora, il ricordo orante e l’affetto filiale di tutta la nostra Chiesa.

Insieme al Papa, desidero esprimere la mia gratitudine al vescovo Angelo, che mediante l’imposizione delle mani e la preghiera mi ha unito al collegio apostolico. Da lui ricevo il testimone della guida di questa porzione di popolo di Dio: la tradizione che da questo momento ci lega anche sacramentalmente sia segno di una comunione nel servizio alla Chiesa genovese, che continuerà nel tempo, pur nelle mutate forme.

Grazie anche ai confratelli vescovi qui presenti; ai presbiteri, in particolare quelli che formano il presbiterio genovese; ai diaconi; ai membri della vita consacrata; ai seminaristi; ai fedeli laici; alle autorità di ogni ordine e grado; a tutti gli uomini di buona volontà che si sono stretti intorno a me in questo momento così solenne e significativo. Con molta semplicità vorrei dirvi che desidero essere vostro fratello, non solo vostro padre: cammineremo insieme, prendendoci cura gli uni degli altri, manifestando con la vita prima ancora che con le parole il nostro essere comunità di fratelli e sorelle in Cristo.

Ringrazio commosso la mia famiglia di origine: mio padre Antonio e mia madre Santa, che già godono della luce della presenza del Signore; i miei 8 fratelli: quelli che già sono in Cielo, quelli qui presenti e quelli che, non potendo accompagnarci fisicamente a motivo della malattia, sono con noi attraverso la preghiera. In questa famiglia il buon Dio mi ha fatto nascere non solo alla vita della carne, ma a quella dello Spirito, nella comunità cristiana di Sant’Angelo, che ho sempre portato nel cuore. L’educazione cristiana ricevuta in famiglia e in parrocchia, semplice ma solida nella sua essenzialità, è stata e resta per me un punto di riferimento costante.

Al grazie alla famiglia naturale desidero unire il grazie alla mia famiglia di elezione: l’Ordine dei Frati Minori Conventuali, qui rappresentato dal Ministro Generale e da tanti confratelli giunti da diverse parti del mondo. Dei miei 63 anni, ben 53 sono trascorsi in fraternità: capite che devo tutto a questa famiglia! Prego Dio che si realizzi l’augurio che ho ricevuto in questi giorni, di non essere semplicemente un francescano vescovo ma un vescovo francescano!

Ringrazio i tanti amici presenti e coloro che, pur volendolo, non sono riusciti ad essere qui oggi. Chi mi conosce sa che per me l’amicizia è un valore fondamentale: con i tanti amici che vedo qui ho vissuto esperienze meravigliose e indimenticabili, sperimentando la bellezza dell’amicizia in Cristo mediante la condivisione di gioie e dolori, nella semplicità e nella fraternità.

Infine, ma non per ultimo, ringrazio tutti coloro che, a vario titolo, si sono adoperati per la realizzazione di questo evento. Il Signore, che conosce i cuori e sa di che cosa abbiamo bisogno, tutti ricompensi con la sua grazia e la sua benedizione.

E ora, amati fratelli e sorelle, cominciamo a servire il Signore, cercando insieme il volto del Padre per essere testimoni autentici della gioia di appartenere al suo Figlio Gesù Cristo. 

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