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Ordinazioni, il messaggio del Vescovo: grazie, Signore, per questi doni

Ci sono giovani che rispondono al Risorto che li chiama. E questa è una buona notizia: è Vangelo. Tanti quanti essi sono, nelle differenti forme e storie di vita, sono ciascuno un segno di speranza. Un dono alla Chiesa, un dono al nostro tempo. Inizia così la riflessione di mons. Tomasi, che saluta l'ordinazione sacerdotale di don Samuele e le due ordinazioni diaconali di Mattia e Riccardo.

Ordinazioni, il messaggio del Vescovo: grazie, Signore, per questi doni

Ci sono giovani che rispondono al Risorto che li chiama. E questa è una buona notizia: è Vangelo. Tanti quanti essi sono, nelle differenti forme e storie di vita, sono ciascuno un segno di speranza. Un dono alla Chiesa, un dono al nostro tempo.

Siamo insieme al cospetto di una bella forma di generosità. Non è certo l’unica, no, ce ne sono così tante - e anche tante nascoste - che dovremmo cantarne la lode a ogni istante, in ogni momento della vita. Quante storie che, apparentemente semplici, fanno brillare la bellezza della vita, ne mostrano - pur nelle difficoltà, a volte anche nei drammi - la profondità di eterno che ciascuna possiede, solo che si lasci accogliere e spendere come un dono.

Oggi sono loro - don Samuele, Mattia e Riccardo - che diranno il loro sì davanti a me e a tutta la Chiesa per vivere da sacerdote e da diaconi. Pochi giorni fa sono state Beatrice e Cristina che hanno fatto la loro prima promessa nelle Discepole del Vangelo, fra qualche giorno sarà Maria a consacrare la sua vita al Signore nel servizio diocesano assieme alle Cooperatrici diocesane. Ricordo loro, in questa occasione, ma penso anche a tutte le giovani e i giovani in formazione, in ricerca, a quelli che da poco hanno donato la loro vita al Signore o a quelli che si apprestano a farlo.

Penso a tutti coloro che si stanno interrogando, che sono alla ricerca. Penso anche a chi ancora non sa quanto può essere bella l’esistenza vissuta come risposta a una Parola e a uno sguardo d’amore.

In questi giorni sono particolarmente grato al Signore perché ha chiamato me a essere lo strumento che rappresenta tutta la Chiesa in momenti così importanti per l’esistenza di questi fratelli e sorelle. Non è certo per una qualche mia abilità che tocca a me presiedere l’ordinazione, o accompagnare la consacrazione. Il mio compito non dipende nemmeno dalla mia fedeltà, ma soltanto dal dono ricevuto, a mia volta, per l’imposizione delle mani e per l’unzione. Davvero: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10, 8).

Alla Chiesa di Treviso vorrei chiedere di ringraziare di cuore il Signore di questi doni. Vi prego, non pensate a che cosa ci serviranno, se sono tanti o pochi rispetto ai bisogni, se saranno capaci di rispondere a tutte le sfide che saranno chiamati ad affrontare.

Provate, invece, a vedere il Signore Crocifisso e Risorto così come lo stanno vedendo loro adesso, con quel «non so che» stupito e meravigliato che solo l’amore può svelare, e che deve essere scorto, almeno nel momento di promettere la vita.

Sacerdoti, consacrati, consacrate, guardate ancora una volta alla vostra vocazione, alla vostra risposta a Dio con lo stesso sguardo luminoso di questi giovani che ora osano intraprendere, assieme al Signore, la nuova avventura.

E tu, Chiesa di Treviso tutta, riscopri la tua bellezza, in cui forse non sempre riesci a riconoscerti, in cui stenti magari talvolta a credere, ma che questi giovani hanno visto e vedono. Sì, perché è a te, proprio a te che essi dedicheranno la loro esistenza. Con te e in te si impegneranno a seguire il Signore per annunciarti, con fatti e parole, che Lui è vivo e opera e dà gusto e sapore all’esistenza.

Se sarai sempre più bella, accogliente con tutti, amica dei poveri, sincera nella lode, forte nel cammino, immagine del tuo Signore, anche altre e altri giovani potranno ascoltare la voce che chiama e rispondere, ancora e sempre: «Eccomi».

Ordinazioni, il messaggio del Vescovo: grazie, Signore, per questi doni
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