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Otto nuovi fratelli nella fede

Giovani e adulti diventano cristiani durante la Veglia pasquale in Cattedrale dopo un cammino, il catecumenato, che ha permesso loro di approfondire la conoscenza di Gesù e dei suoi insegnamenti. Storie diverse, percorsi talvolta particolari, lungo i quali qualcuno ha messo un seme, alimentando un desiderio che avevano nel cuore.

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Otto nuovi fratelli nella fede

Monica, Giulia Albina, Giorgia, Jennifer, Clemente, Maria Delphine, Giuseppe, Chiara: sono i nomi che risuoneranno in Cattedrale durante la veglia pasquale presieduta dal Vescovo. I nomi degli otto catecumeni, giovani e adulti, che concludono un cammino di preparazione che li porterà, proprio sabato sera, a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Quattro di loro sono italiani e quattro di origine straniera. Storie diverse, le loro, ma tutte accomunate dal desiderio di diventare cristiani. Un desiderio spesso messo nel cuore fin da bambini, e poi accompagnato, da qualche famigliare. “Mi colpisce che nelle storie di queste persone - sottolinea don Federico Gumiero, responsabile del Servizio diocesano per il catecumenato - le figure significative per l’inizio di un percorso di fede sono le donne, mamme e spesso nonne, eredi di quelle donne che il mattino di Pasqua portano l’annuncio della Risurrezione agli apostoli. C’è poi il servizio importante delle catechiste, di madrine e padrini che li seguono in parrocchia, per i quali l’accompagnamento alla fede di questi catecumeni diventa una riscoperta consapevole del proprio cammino e della propria esperienza spirituale”.
Il catecumenato si svolge in parrocchia, ma ci sono anche alcuni incontri insieme a livello diocesano, di conoscenza e di presentazione al Vescovo. Il rito di elezione (con la presentazione dei catecumeni e l’iscrizione del loro nome nel registro dei futuri battezzati) è stato celebrato all’inizio della Quaresima a Frescada.
“Non dimenticatevi che la più grande eredità che voi potrete dare ai vostri bambini è la fede; cercate che non venga persa, fatela crescere e lasciatela come eredità” ha detto papa Francesco ai genitori lo scorso 10 gennaio, in occasione del battesimo di 26 bambini nella Cappella Sistina. Ma per i catecumeni il sacramento non è “un’eredità” ricevuta da piccoli, da parte dei genitori, che spesso sono non credenti, o fedeli di altre religioni, o ancora, pur battezzati, decidono di non trasmettere la fede ai figli e di lasciarli liberi di scegliere una volta cresciuti. Come se la fede cristiana non fosse “la vita nuova, la vera vita, ma una scelta tra altre, anche un peso che non si dovrebbe imporre senza aver avuto l’assenso del soggetto” (papa Benedetto, 11 giugno 2012, convegno ecclesiale della Diocesi di Roma, ndr).
Eppure il Signore trova strade secondarie, talvolta accidentate o senza segnali per arrivare al cuore di chi lo cerca, di chi non lo considera “una scelta tra le altre”.
Come ha fatto con Giulia Albina Lugato, 30 anni, di Casale sul Sile, che i genitori hanno lasciato libera di scegliere e che ha conosciuto la fede grazie alla nonna. Una storia simile è quella di Giorgia Rizzato, 18 anni, di Frescada, che dopo aver partecipato ai gruppi e al Grest in parrocchia, desidera “conoscere sempre meglio Gesù e far parte della Chiesa”. Mentre per Monica Chendi, 39 anni, di Casella d’Asolo, fondamentale è stato accompagnare i figli nel cammino di Iniziazione cristiana in parrocchia: ora desidera per sé i sacramenti che ha chiesto per i suoi figli. Jennifer Vigini, 27 anni, viene da una famiglia di Testimoni di Geova, e si è avvicinata alla fede cattolica attraverso il fidanzato e una collega di lavoro.
C’è un legame importante, due donne, la nonna e la fidanzata, nella storia di Clemente Poda, 26 anni, della parrocchia di Santandrà. Originario dell’Albania, dove non era possibile ricevere un’educazione religiosa, dopo aver perso la nonna si è chiesto se esista una vita dopo la morte e grazie alla sua fidanzata si è avvicinato alla fede.
Maria Delphine Mone abita a Sala d’Istrana. Originaria del Burkina Faso, aveva iniziato il suo percorso di catecumenato già in Africa; un cammino interrotto con il trasferimento in Italia, che poi ha voluto riprendere con gioia. Giuseppe Shu Hui Chen, cinese, 46 anni, di Catena di Villorba, era l’unico non ancora battezzato di tutta la sua famiglia, che è diventata cristiana in Cina. Per motivi di lavoro non aveva potuto seguire gli incontri di preparazione nel suo paese, ma è stato felice di avere questa opportunità in Italia. Chiara Tong Tong Chen, 22 anni, cinese, sta per diventare mamma per la seconda volta. Vive a Mareno di Piave ma frequenta la comunità cinese di Fiera. Sua suocera è stata battezzata qualche anno fa proprio in Cattedrale.
“Sono storie spesso diverse - sottolinea don Federico - nelle quali entra la testimonianza di persone significative, famigliari ma non solo. Due di loro, ad esempio, sono già inserite in parrocchia, una come aiuto catechista per i ragazzi e l’altra come animatrice del Grest e in oratorio. Possiamo dire che la vita delle comunità le ha stimolate. Tutte, comunque, hanno scoperto che da sempre avevano nel cuore il desiderio della vita con Gesù, della vita cristiana, ma per scelte proprie o altrui non avevano mai approfondito il cammino. E’ bello vedere come lo Spirito lavori nel cuore delle persone che si rendono disponibili. Ringraziamo il Signore per il dono di questi nuovi fratelli nella fede, che ci spronano a vivere con sempre più fedeltà la nostra appartenenza cristiana e a testimoniare una fede vissuta nel quotidiano”.

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