Papa Francesco: appello per non chiudere le porte ai rifugiati
“Invito tutti a chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono le porte a questa gente che cerca una famiglia, che vuole essere custodita”. Sono le parole finali, pronunciate a braccio, dell’appello rivolto dal Papa al temine dell’udienza di oggi.

“Invito tutti a chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono le porte a questa gente che cerca una famiglia, che vuole essere custodita”. Sono le parole finali, pronunciate a braccio, dell’appello rivolto dal Papa al temine dell’udienza di oggi. “Sabato prossimo ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato, promossa dalle Nazioni Unite”, ha esordito Francesco: “Preghiamo per tanti fratelli e sorelle che cercano rifugio lontano dalla loro terra, che cercano una casa dove poter vivere senza timore, perché siano sempre rispettati nella loro dignità”. “Incoraggio l’opera di quanti portano loro un aiuto e auspico che la comunità internazionale agisca in maniera concorde ed efficace per prevenire le cause delle migrazioni forzate”, ha proseguito il Papa
In precedenza papa Francesco aveva parlato della famiglie e del rapporto con il dolore e con la morte. Inoltre ha parlato dell'enciclica sul creato: “Domani, come sapere, sarà pubblicata l’Enciclica sulla cura della ‘casa comune’ che è il creato”. A ricordarlo ai 15mila fedeli presenti oggi in piazza san Pietro, prima dei saluti in lingua italiana che come di consueto concludono l’appuntamento del mercoledì, è stato Papa Francesco. “Questa nostra casa - ha proseguito - si sta rovinando e ciò danneggia tutti, specialmente i più poveri”. Di qui l’appello del Pontefice “alla responsabilità, in base al compito che Dio ha dato all’essere umano nella creazione ‘coltivare e custodire’ il ‘giardino’ in cui lo ha posto”. Papa Francesco, inoltre, ha invitato “ad accogliere con animo aperto questo documento che si pone nella linea della dottrina sociale della Chiesa”.
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