Partire per...ricominciare? L'ultimo giorno della Gmg per i trevigiani!
L'esperienza della Gmg volge al termine. Ora la vera sfida sarà tornare a casa e testimoniare la bellezza di questi giorni!

Ore 7. Campus Misericordiae si sveglia, chi prima, chi dopo, sotto un cielo azzurro, libero da nuvole. A poco a poco si sentono i primi mormorii, le prime voci. Dopo un po' il campus prende di nuovo vita: voci squillanti, qualche chitarra che comincia a suonare, tutti intenti a sistemarsi e a prepararsi per la messa finale.
La celebrazione inizia. L'emozione è tanta, ma anche la voglia di vivere al cento per cento questi ultimi momenti di condivisione.
“Papa Francesco parla molto chiaro nell'omelia, dicendo che 'non accettarsi, vivere scontenti e pensare negativo è non conoscere la nostra identità più vera. E' come girarsi dall'altra parte quando Dio posa lo sguardo su di noi. Dio ci ama così come siamo e non cambia idea, nonostante sbagli e difetti. Nessuno è insignificante. Dio conta su di noi per quello che siamo. Ai suoi occhi il nostro valore è inestimabile'. Ascoltare queste parole da' carica e fiducia. Qualcuno di noi sicuramente è partito con mille dubbi, mille domande e probabilmente a molte non sappiamo ancora rispondere. Ma sapere di essere amati così tanto supera ogni titubanza”. Beatrice è sorridente, la voce sicura e la voglia di mettersi in gioco.
“Potranno ostacolarvi dicendovi che Dio è distante, rigido, poco sensibile. Invece il nostro Padre fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni. Ci invita a essere più forti del male. Rideranno di voi perchè credete nella misericordia. Non abbiate paura. Potranno giudicarvi dei sognatori perchè credete in una nuova umanità che non contempla l'odio tra popoli. Non scoraggiatevi. Con il vostro sorriso e le vostre braccia aperte, predicate speranza e siate una benedizione”, prosegue papa Francesco.
Come poter dimenticare quei quasi 2 milioni di giovani presenti a Campus Misericordiae? Come dimenticare tutti i momenti gioiosi ed entusiasmanti di questi giorni? Come poter dimenticare tutte quelle bandiere svolazzanti, di tanti paesi, ma di un'unica famiglia?
“La sfida più grande sarà quella di tornare a casa e testimoniare tutta questa gioia. Testimoniare a chi non si è messo in gioco, a chi fa fatica a credere, a chi preferisce altro. Una sfida che appartiene alle nostre piccole comunità, come la nostra diocesi. Siamo in tanti da Treviso. Insieme ce la faremo!”, scrive speranzoso Enrico.
E Anna testimonia: “Da diciottenne, alla prima esperienza, mi sento rinata. E' stata dura, sono stati giorni impegnativi, non sempre nell'agio e nella comodità. Ma ciò che ho ricevuto, senza chiedere nulla, è davvero tanto. Torno a casa ricaricata, rigenerata!”
Ritornando verso gli alloggi, sotto un cielo splendente, si fa sentire un po' la malinconia per questo viaggio che volge al termine. I giovani, però, sono pieni di una consapevolezza diversa, sperimentata. Che “la diversità è un punto di forza , non un motivo di conflitto”, che “la gioia gratuita che abbiamo ricevuto, la dobbiamo anche gratuitamente donare. Partiamo, per ricominciare. In attesa di reincontrarci a Panama nel 2019, non smettendo mai di sognare per un mondo migliore”.
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