"Pietà" per Giuda, al quale Gesù non negò la sua amicizia
“Povero Giuda! Voi forse mi meraviglierete di questa parola che io dico di questo infelice discepolo...Che cosa gli sia passato per l’animo io non lo so... Mi accontento di domandarvi questa sera un po’ di pietà per questo nostro povero fratello Giuda”. Queste parole di don Primo Mazzolari (1890-1959) continuano a risuonare con tutta la loro evangelica provocazione.

“Povero Giuda! Voi forse mi meraviglierete di questa parola che io dico di questo infelice discepolo...Che cosa gli sia passato per l’animo io non lo so... Mi accontento di domandarvi questa sera un po’ di pietà per questo nostro povero fratello Giuda”. A distanza di oltre sessant’anni, da quando furono pronunciate la sera di un Giovedì Santo, queste parole di don Primo Mazzolari (1890-1959) continuano a risuonare con tutta la loro evangelica provocazione. E’ così difficile per noi sentirci dalla parte di Giuda, diventato simbolo del tradimento più abietto, quello di un amico. Ma è proprio la parola “amico” che ci permette di non disperare di Giuda, perché “amico...” fu l’ultima parola che Gesù gli rivolse. Poco prima, nel cenacolo, Gesù aveva detto ai dodici: “Non vi chiamo più servi, ma amici” Allora se “gli apostoli - commenta don Primo - sono diventati degli amici del Signore, buoni o no, generosi o no, fedeli o no rimangono sempre degli amici”. Che altro è la Settimana Santa se non il compimento inimmaginabile della storia di amicizia di Dio con gli uomini? Ci è così difficile accettare il volto amico di Dio, e ci è così spontaneo, invece, attribuirgli un volto adirato, che occupiamo il tempo a ricostruire i motivi dell'ira di Dio in ciò che ci accade di male. Eppure, di fronte al “mistero del male” non c'è un Dio che punisce, ma un Dio che ci ama da... morire! “Non ti ho amato per scherzo!” ha detto un giorno, apparendo crocifisso, alla beata Angela da Foligno. Perché chi ama non punisce, ma soffre, e non lo fa per scherzo. Non è il castigo che ci cambia, ma l'amore di colui che abbiamo offeso, tradito e rinnegato. Non cerchiamo i “Giuda” di turno da maledire. E se li volessimo proprio intravedere basterebbe avere il coraggio di guardare dentro certe zone oscure della nostra vita. Ma è proprio lì che ci raggiunge una parola di infinita tenerezza: “Amico!” Se l’accogli, fosse pure nell’istante ultimo della morte, quando ti apparirà il suo Santo Volto, sarai salvo!
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