Quaresima da vivere "nel decentramento da noi stessi"
Lo ha detto mercoledì sera, 22 febbraio, il vescovo Michele Tomasi nell’omelia della celebrazione eucaristica in cattedrale, con il rito dell’imposizione delle ceneri. Erano presenti i fedeli delle parrocchie della città. Oltre al vescovo emerito Gianfranco Agostino Gardin, hanno concelebrato numerosi sacerdoti.

Il nostro cammino di Quaresima potrebbe essere, quest’anno, un esercizio di «decentramento» da noi stessi e di «dimenticanza» del nostro personale interesse. Lo ha detto mercoledì sera, 22 febbraio, il vescovo Michele Tomasi nell’omelia della celebrazione eucaristica in cattedrale, con il rito dell’imposizione delle ceneri. Erano presenti i fedeli delle parrocchie della città. Oltre al vescovo emerito Gianfranco Agostino Gardin, hanno concelebrato numerosi sacerdoti.
“I discepoli di Cristo, noi Cristiani, siamo chiamati a brillare davanti al mondo, per mezzo delle nostre opere buone” ha sottolineato il Vescovo. Ma qual è il motivo del nostro agire? State attenti – ci ricorda Gesù – a non agire bene “per essere ammirati dagli uomini”. “Il Signore – ha detto il Vescovo – ci chiede un «decentramento» e una «dimenticanza». Ci chiede, letteralmente, di togliere noi stessi dal centro della nostra attenzione. Il nostro cammino di Quaresima potrebbe essere, quest’anno, un esercizio di «decentramento» e di «dimenticanza»: proviamo a fare spazio accanto a noi a Dio e ai fratelli quando definiamo ciò che per noi è importante, ciò per cui vale davvero la pena di impegnarsi. Curiamoci sul serio del bene degli altri, consideriamo davvero il valore del creato, impostiamo davvero le nostre scelte in base a ciò che ci chiede il Vangelo soltanto perché ci viene chiesto dal Vangelo. Viviamo per un amore che alimenta la fiducia di figli che mettono tutta la loro fede, la loro speranza, tutto se stessi nel dire insieme “Padre nostro” e nel vivere, poi di conseguenza. Proviamo a «dimenticare» il nostro personale punto di vista, il nostro interesse… Forse – l’auspicio del Vescovo – è soltanto in questo modo che riusciremo a brillare di luce, bella e calda. Forse è soltanto così che le nostre opere diventeranno davvero buone. Forse solo su questa strada arriveremo a fare esperienza della gioia dell’incontro con il Risorto”.
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