Ridestare Gesù nel cuore di chi l'ha dimenticato
Se il nostro gran dibattito di cristiani è solo sull’ora della “messa di mezzanotte”, viene da chiedersi: “Che ne abbiamo fatto di Gesù?”.

Se a Natale celebriamo ormai una festa senza Gesù, forse è anche a motivo di noi cristiani che per molto tempo “abbiamo presentato un Gesù senza festa, una religiosità troppo seriosa, deprivata del suo spirito di gioia” (M. Armando)! Se a una festa di compleanno ci si dimentica del festeggiato, non sarà forse perché questi non è così interessante? Nella sua graffiante analisi, il filosofo Nietzsche, terribile profeta del nostro tempo, si chiedeva: “Cosa sono ormai ancora queste chiese, se non le tombe, i monumenti funerari di Dio?”. Se il nostro gran dibattito di cristiani è solo sull’ora della “messa di mezzanotte”, viene da chiedersi: “Che ne abbiamo fatto di Gesù?” C’è da augurarsi che in questo Natale possa accadere, in qualsiasi orario di messa, che succeda ciò che un tale vide nel presepio di Greccio, durante la messa celebrata sulla mangiatoia: san Francesco prendere tra le braccia un bambino, profondamente addormentato nella mangiatoia e ridestarlo. Fu così che, grazie alla fede gioiosa e viva del santo, il fanciullo Gesù risuscitò nel cuore di molti che l’avevano dimenticato.
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