Tutto servirà al bene
Paolo ricordava ai cristiani di Roma come “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”. Non esiste materiale di scarto per il Signore. Dal giorno del Calvario Dio abita ogni dolore e fallimento umano per dirci che non sono l'ultima parola.

“Tutto andrà bene, tutto finirà bene, tutto, tutto servirà al bene” (Giuliana di Norwich).
All'inizio della pandemia, tanti, senza saperlo, hanno scritto, esposto, cantato, parole di ottimismo che risalgono alla grande mistica inglese del 1300. Dopo un anno, forse un tale ottimismo iniziale si è spento. Eppure sono le ultime parole di quell'affermazione che meritano di essere mantenute vive. Comunque possano andare gli eventi, Giuliana ci assicura che “tutto servirà al bene”. De resto non è stata lei a dirlo per prima, ma l'apostolo Paolo che ricordava ai cristiani di Roma come “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”. Non esiste materiale di scarto per il Signore. Un proverbio brasiliano dice che “Non esiste il bidone della spazzatura per Dio”. Affermare ciò non è solo un “pensare positivo”, ma la chiave di lettura della nostra vita che Gesù ci ha consegnato. Sulla croce per Lui non è finita bene, ma quella morte è servita al bene immenso della vita di tutti noi. In quella morte frutto del male commesso dall'uomo, si è rivelato un abisso d'amore. Se “morì come tutti si muore”, canta De Andrè, “è inumano (cioè oltre l'umano) pur sempre l'amore di chi rantola senza rancore”. Dal giorno del Calvario Dio abita ogni dolore e fallimento umano per dirci che non sono l'ultima parola. Talora accade che per cogliere questa speranza si debba finire là dove non è vero che tutto va bene. Ma è lì che l'Amore ci attende per salvarci dalla paura e dal nulla.
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