Un concistoro che mostra l'universalità della Chiesa
Il Papa annuncia un nuovo concistoro il 14 e 15 febbraio. Tra i nuovi elettori sono rappresentati 14 Paesi diversi, dei quali 6 non avevano un cardinale e alcuni non lo avevano mai avuto. Se si contano anche gli Emeriti i Paesi rappresentati sono 18.

Con la scelta dei 15 nuovi cardinali annunciata oggi, "il criterio più evidente" seguito da papa Francesco "è quello della universalità. Fra i nuovi elettori sono rappresentati 14 Paesi diversi, dei quali 6 attualmente non avevano un cardinale e alcuni non lo avevano mai avuto. Se si contano anche gli Emeriti i Paesi rappresentati sono 18". Lo evidenzia una nota di padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, nella quale si rileva "la presenza di Paesi che non avevano avuto un cardinale (Capo Verde, Tonga, Myanmar...), di comunità ecclesiali piccole o in situazioni di minoranza (il Vescovo di Tonga è Presidente della Conf. Episcopale dell'Oceano Pacifico; la Diocesi di Santiago de Cabo Verde è una delle più antiche diocesi africane; la Diocesi di Morelia in Messico è in una regione travagliata dalla violenza)".
Con il concistoro del 14 febbraio il numero dei cardinali "elettori" - cioè che potrebbero entrare in un conclave - sale a 123, tre in più rispetto ai 120 indicati da Paolo VI. Si nota il fatto che vi sia un solo nuovo cardinale della Curia romana, mentre attualmente i cardinali "romani" sono circa un quarto degli elettori. "Evidentemente - commenta padre Lombardi - il Papa intende considerare compiti cardinalizi quelli dei Prefetti delle Congregazioni e di poche altre istituzioni importantissime della Curia, come in questo caso il Tribunale della Segnatura". Ciò conferma che, come già accaduto nel precedente concistoro di Francesco - febbraio 2014 - l'attuale papa non si ritiene vincolato alla tradizione delle "sedi cardinalizie" ‐ che era motivata da ragioni storiche in diversi Paesi ‐ per cui il cardinalato era considerato quasi "automaticamente" legato a tali sedi. Non divengono per ora cardinali, infatti, gli arcivescovi di Los Angeles, Philadelphia, Chicago e Madrid, mentre lo divengono i capi di sedi che in passato non avevano avuto un cardinale. Ciò vale ad esempio per l'Italia, la Spagna, il Messico.
Il nuovo cardinale più giovane è l'Arcivescovo di Tonga, Mons. Mafi (1961) che diventa il membro più giovane del Collegio cardinalizio. Il più anziano è l'emerito di Manizales, Mons. Pimiento Rodríguez (1919). I nuovi "elettori" provengono da Europa (5), Asia (3), America Latina, compreso il Messico (3), Africa (2) e Oceania (2).
Quanto ai 5 "emeriti" è da notare quanto il Papa ha detto nella sua breve introduzione: "essi rappresentano tanti vescovi che, con la stessa sollecitudine di pastori", hanno servito come pastori di diocesi, ma anche nella Curia e nel servizio diplomatico. La nomina cardinalizia vuole essere quindi un riconoscimento dato simbolicamente ad alcuni, ma riconoscendo i meriti di tutti.
I 15 nuovi cardinali elettori, annunciati da Papa Francesco all’Angelus, sono mons. Dominique Mamberti, arcivescovo titolare di Sagona, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica; mons. Manuel José Macario do Nascimento Clemente, Patriarca di Lisbona (Portogallo); mons. Berhaneyesus Demerew Souraphiel C.M., arcivescovo di Addis Abeba (Etiopia); mons. John Atcherley Dew, arcivescovo di Wellington (Nuova Zelanda); mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo (Italia); mons. Pierre Nguyên Văn Nhon, arcivescovo di Hà Nôi (Viêt Nam); mons. Alberto Suàrez Inda, arcivescovo di Morelia (Messico); mons. Charles Maung Bo S.D.B., arcivescovo di Yangon (Myanmar); mons. Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, arcivescovo di Bangkok (Tailandia); mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento (Italia); mons. Daniel Fernando Sturla Berhouet, S.D.B., arcivescovo di Montevideo (Uruguay); mons. Ricardo Blázquez Pérez, arcivescovo di Vallodolid (Spagna); mons. José Luis Lacunza Maestrojuán, O.A.R., vescovo di David (Panamá); mons. Arlindo Gomes Furtado, vescovo di Santiago de Cabo Verde (Arcipelago di Capo Verde); mons. Soane Patita Paini Mafi, vescovo di Tonga (Isole di Tonga).
A questi 15 nuovi cardinali elettori, il Papa unirà 5 arcivescovi e vescovi emeriti che, ha detto, “si sono distinti per la loro carità pastorale nel servizio alla Santa Sede e alla Chiesa”. Si tratta di mons. José de Jesús Pimiento Rodriguez, arcivescovo emerito di Manizales, in Colombia; mons. Luigi De Magistris, arcivescovo titolare di Nova, pro-penitenziere maggiore emerito; mons. Karl-Joseph Rauber, arcivescovo titolare di Giubalziana, Nunzio Apostolico; mons. Luis Héctor Villalba, arcivescovo emerito di Tucumán, in Argentina; e mons. Júlio Duarte Langa, vescovo emerito di Xai-Xai, in Mozambico. “Essi rappresentano - ha indicato Francesco - tanti vescovi che, con la stessa sollecitudine di pastori, hanno dato testimonianza di amore a Cristo e al Popolo di Dio sia nelle Chiese particolari, sia nella Curia Romana, sia nel Servizio Diplomatico della Santa Sede”.
I nuovi cardinali concelebranno con il Papa una Santa Messa solenne domenica 15 febbraio, mentre il 12 e 13 febbraio – ha aggiunto il Pontefice – tutti i porporati si riuniranno in Concistoro “per riflettere sugli orientamenti e le proposte di riforma della Curia”. Infine, Papa Francesco ha chiesto di pregare per i nuovi cardinali, affinché “siano testimoni del Vangelo nel mondo e con la loro esperienza pastorale sostengano” il servizio apostolico pontificio.
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