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Un soffio per sperare e per amare - Domenica di Pentecoste

Lo Spirito ci mette in grado di conoscere sempre più profondamente Gesù, le sue scelte. di respirare la sua stessa vita, il suo stile di relazione, la sua libertà di aprire a ciascuno e a ciascuna la meraviglia della misericordia del Padre.

Un soffio per sperare e per amare - Domenica di Pentecoste

Un soffio. Nella prima lettura di oggi (Atti 2,1-11), si dice di un vento potente, che sconvolge i cuori e le vite, che rimbomba per tutta la “casa dell’umanità” rappresentata dai gruppi di persone di nazionalità diverse presenti all’improvviso.

Un soffio per vivere

Nel Vangelo invece: solo un soffio. Certo, come si diceva nel commento dell’Ottava di Pasqua, è lo stesso soffio che crea Adamo (Gen 2,7) e chiama a risurrezione il popolo di Israele deportato (Ez 37,9). Ma con la delicatezza lieve di un soffio. Che cosa può cambiare un soffio nella vita di ciascuno, di ciascuna, nella vita di una comunità? Eppure, senza soffio di respiro non si vive, senza il soffio condiviso dell’aria della terra. Senza il soffio della misericordia, respiro lieve possibile nello spazio che il Padre apre a ciascuno a ciascuna perché possa vivere da figlio da figlia e crescere come fratello, sorella: senza quel soffio delicato non si genera la fraternità. Senza il dono dello Spirito, esalato da Gesù crocifisso sul mondo, soffiato da Gesù risorto sui suoi, non c’è possibilità di tutto il respiro necessario a camminare dietro a lui nella vita, a condividere con altri prossimità di bene, ad aprirsi alla speranza di un Regno di Dio ben più grande dei nostri sogni ad immaginarlo e delle nostre mani a realizzarlo.
Senza quel soffio/ «senza lo Spirito Santo/ Dio è lontano,/ Cristo rimane nel passato,/ il Vangelo è lettera morta,/ la Chiesa è una semplice organizzazione,/ l’autorità è una dominazione,/ la missione una propaganda,/ il culto una evocazione,/ e l’agire dell’essere umano una morale da schiavi».
E con quel soffio?/ «Ma nello Spirito Santo/ il cosmo è sollevato/ e geme nella gestazione del Regno,/ Cristo risorto è presente,/ il Vangelo è potenza di vita,/ la Chiesa significa comunione trinitaria,/ l’autorità è un servizio liberatore,/ la missione è una Pentecoste,/ la liturgia è memoriale e anticipazione,/ l’agire umano è divinizzato». (Metropolita Ignazio di Latakia, poi primate della Chiesa di Antiochia come Ignazio IV)

Un respiro per camminare

Certo, non basta il dono di un soffio. Diventa necessario respirarlo, lasciarsi spingere da quel soffio a muovere passi e mani e cuore e testa e vita. Ma resta vero che “senza”, non si può vivere la vita risorta: non siamo capaci di convertirci, di cambiare prospettiva, di metterci in cammino, non riusciamo a rendere più umane e più vive le nostre relazioni. Non riusciamo a seguire Gesù, il Crocifisso Risorto.
Una volta ancora, è scelta di fede: aprirsi a una possibilità che ci può davvero cambiare la vita, il modo di gustarla, di scoprirne il bene seminato, di condividerla con chi incontriamo. E’ quel soffio che ci mette in grado di conoscere sempre più profondamente Gesù, le sue scelte, di respirare la sua stessa vita, il suo stile di relazione, la sua libertà di aprire a ciascuno a ciascuna la meraviglia della misericordia del Padre. Senza quel soffio, ben che vada è vivere in apnea, in volontarismo perennemente asfissiante. Respirandone, è aver fiato per attraversare perfino ogni morte continuando a sperare, continuando ad amare. Continuando a custodire e coltivare la terra in cui siamo, irrigata di misericordia, capace di portare frutti di vita da condividere per il bene dell’umanità intera. 

SCHEDA

Il compimento della Pasqua
Pentecoste, la solennità dei “cinquanta giorni” dopo la Pasqua, è la seconda festa cristiana in ordine di importanza dopo la Pasqua stessa. O meglio, ne è il compimento: perché senza il dono dello Spirito Santo, che in questa occasione è al centro della celebrazione, Gesù risorto sarebbe rimasto solo una felice (per lui) eccezione al destino di morte che ci condanna tutti. E’ il dono dello Spirito, variamente ricordato dagli evangelisti (al momento della morte in croce, nel primo incontro a Pasqua, come evento sulla comunità radunata, come dono per l’imposizione delle mani degli apostoli…) che porta a compimento ciò che con la morte e la risurrezione di Gesù il Padre desidera: renderci tutti figlie e figli oltre ogni morte finalmente pienamente vivi. Pentecoste è il compimento del cammino proposto lungo tutto il percorso pasquale per la progressiva comprensione di ciò che la Pasqua di Gesù apre a noi oggi.

SCHEDA ARCHEOLOGICA

Stallo del Concilio Vaticano II custodito al museo dei sogni di FeltreUno stallo a ricordo della perenne Pentecoste della Chiesa, di cui uno dei segni più alti e luminosi è stato il Concilio Vaticano II. Il vento dello Spirito non smette di soffiare sulla comunità dei credenti per sospingerla sulle strade del mondo. Un semplice stallo ci aiuta a ritornare a quella primavera della Chiesa che fu il Vaticano II, ci invita a custodirne la memoria per poter continuare a raccoglierne i frutti.

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