Veglia di Pentecoste: sui passi dello Spirito
Partecipata la funzione in cattedrale. “Senza l’azione dello Spirito - le parole del Vescovo -, nulla nella Chiesa è davvero generativo e fecondo. Se non dubiteremo di poter davvero rinascere, saremo sempre creature nuove, vivi di una vita che ha vinto"

Sabato sera, 4 giugno, in cattedrale a Treviso, dopo due anni di assenza, si è celebrata la tradizionale veglia di Pentecoste, promossa dalla Consulta delle aggregazioni laicali e presieduta dal nostro vescovo Michele, dal titolo “Sui passi dello Spirito”. Quest’anno è stata preparata in modo particolare con il contributo dei rappresentanti dei movimenti e associazioni presenti nella Consulta che in un incontro, all’inizio del mese di maggio, hanno dedicato parte della serata a elaborare, divisi in piccoli gruppetti, le invocazioni dei sette doni dello Spirito che sono state pregate alla Veglia.
La preghiera ha avuto come filo conduttore la lettera del vescovo Michele “Subito cercammo di partire”. Proprio alcuni stralci di essa, assieme ad alcuni brani dell’enciclica Fratelli tutti sono stati proposti nella prima parte della celebrazione per orientare l’assemblea all’ascolto della Parola del Signore e all’invocazione del dono dello Spirito Santo.
Di seguito la testimonianza di Jafti Tosatto sulla propria esperienza personale nel cammino del Sinodo universale che stiamo vivendo, ha dato modo ai presenti di riflettere sull’importanza di essere aperti all’ascolto dell’altro: “Solo il vero ascolto della realtà che ci circonda ci permette di cogliere la vera sapienza della vita, dono dello Spirito, che ci aiuta a vivere la vera fraternità e dà spazio all’altro, divenendo la chiesa che si lascia ospitare dentro l’esperienza delle persone; riuscendo ad essere nello stesso momento generativi e generati, Chiesa madre, ma anche nuovamente figlia”.
“Senza l’azione dello Spirito - ha ricordato infatti il Vescovo nel suo intervento dopo la proclamazione del Vangelo - nulla nella Chiesa è davvero generativo e fecondo, rischiamo di ridurre tutto a tradizioni umane… Se sapremo fidarci dello Spirito, - ha concluso - se non dubiteremo come Nicodemo di poter davvero rinascere, di essere fatti per la vita, non invecchieremo, ma anche se gli anni passeranno saremo sempre creature nuove, vivi di una vita che ha vinto la morte”.
Particolarmente profondo è stato il momento della invocazione dello Spirito Santo ritmato secondo sette passi per chiedere i sette doni dello Spirito, ciascuno abbinato a un capitolo della lettera del Vescovo. Due segni hanno accompagnato passo dopo passo questo momento, rendendolo solenne e toccante: l’orma, che veniva deposta da due bravissime danzatrici lungo la navata centrale, e l’incenso che saliva dal braciere e veniva alimentato ad ogni invocazione. Tutta l’assemblea attenta e partecipe ha pregato e cantato insieme più volte: “Vieni in noi, Spirito d’amore”. Anche la conclusione dell’incontro è stata sottolineata da un gesto che tutti i presenti sono stati invitati a vivere: durante il canto finale, assieme al Vescovo, l’assemblea ha percorso la corsia centrale verso l’uscita, a significare di voler ripercorrere i passi richiamati dalle sette orme.
Anche quest’anno la Veglia di Pentecoste nella nostra diocesi è stata segno della ricchezza e della varietà dei doni dello Spirito Santo che anche attraverso le associazioni e i movimenti laicali rende visibile il volto carismatico e missionario della Chiesa.
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