Anche quest'anno interesse per gli incontri sulla montagna promossi dalla Vita del popolo
L’edizione 2018 dell’iniziativa promossa dal nostro giornale con il patrocinio del Comune di Treviso, venerdì 4 maggio ha portato nel salone dei Trecento molte persone, alcune anche dal Cadore e dal Comelico, interessate al tema “La popolazione delle Dolomiti tra passato e presente”.Gli altri appuntamenti l'11, 18 e 25 maggio.

“Le “terre alte” si salveranno soprattutto con la gente che vi abita, con progetti di lungo periodo, con visioni di futuro che consentano di viverci, perché lo stare in montagna sia visto come un valore e non come una penalizzazione”. Gianpiero Dalla Zuanna, docente di Demografia all’Università di Padova, ha la competenza dello studioso, ma anche l’entusiasmo dell’innamorato della montagna quando parla. Ecco perché una serie di grafici e di numeri, presentati durante la prima serata della terza edizione di “Treviso, finestra sulle Dolomiti” riescono a raccontare la storia recente della provincia bellunese, le sue fragilità, le occasioni mancate, la miopia di alcune scelte, ma anche le possibilità che un confronto con analoghe zone lascia intravedere.
L’edizione 2018 dell’iniziativa promossa dal nostro giornale con il patrocinio del Comune di Treviso, venerdì 4 maggio ha portato nel salone dei Trecento molte persone, alcune anche dal Cadore e dal Comelico, interessate al tema “La popolazione delle Dolomiti tra passato e presente”.
Soddisfazione per la continuità dell’iniziativa e per gli spunti proposti è stata espressa sia dal direttore della Vita del popolo, mons. Lucio Bonomo, che dal presidente del Consiglio comunale Franco Rosi. Aldo Solimbergo, presentando il tema, centrato sulle risorse e sul governo della montagna, ha ricordato che le edizioni precedenti si sono occupate della bellezza dell’ambiente montano e del rapporto uomo - montagna.
La popolazione residente in provincia di Belluno sta scendendo sotto le duecentomila unità, che corrispondono agli abitanti della sola città di Padova. Dal censimento del 1951 ne risultavano quasi 240mila. Mettendo a confronto le province di Belluno, Trento, Bolzano e Treviso, Dalla Zuanna ha evidenziato la grande divaricazione della forbice per quanto riguarda il Bellunese.
L’attenzione si è poi concentrata soprattutto su Belluno e Trento, per il tasso di incremento della popolazione, per l’incremento migratorio, per i tassi di natalità e di mortalità e per il tasso di fecondità. Le classi di età, poi, rivelano un invecchiamento molto più marcato di Belluno. Stessa dinamica per il ricambio nel mercato del lavoro. La popolazione diminuisce, insomma, e soprattutto invecchia. I giovani se ne vanno, chiudono negozi e servizi pubblici e sulle case aumentano i cartelli “Vendesi”. La provincia di Belluno sta precorrendo il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione a livello mondiale. Nel nostro Paese nel 1965 è nato un milione di bambini, nel 2017 appena 450mila.
Un destino segnato, quindi, quello delle popolazioni montane venete? No, ha ribadito più volte il professore, a patto che si decida (sia politicamente che dal basso) di invertire la rotta, di intervenire con politiche di sostegno alla residenzialità, amichevoli per le famiglie (dal fisco ai servizi), con investimenti, con sgravi, come si è fatto nella vicina provincia trentina: “Trento e Bolzano dimostrano che modernità non vuol dire montagna spopolata. Ma Belluno dimostra che, senza interventi politici, la montagna si spopola”. Investire differenziando, puntando anche sulle attività produttive perché il turismo, da solo, non basta. Deleteria la “monocoltura” dell’occhiale per lo studioso, così come quella dello sci - gli ha fatto eco uno dei tanti e qualificati interventi del pubblico -. La volontà “dal basso”, poi, è quella che mette da parte i campanilismi, che punta a forme di unione dei Comuni, che accetta di perdere un servizio sotto casa a favore di uno di maggiore qualità poco lontano. Una volontà popolare che ha in mente un futuro sostenibile, consapevoli che l’equilibrio della montagna è vita anche per le “terre basse”.
Il secondo incontro venerdì 11
Alla seconda serata di “Treviso finestra sulle Dolomiti”, venerdì 11 maggio, alle 20.30, nel salone dei Trecento, l’ospite è la dott. Marcella Morandini (nella foto), direttore della Fondazione Dolomiti Unesco. “Il sito Dolomiti Unesco è, probabilmente, uno dei più complessi al mondo per quanto riguarda la gestione - spiega Morandini -. Un bene seriale, composto da nove Sistemi ed esteso su 142mila ettari in cinque province e tre regioni. La Fondazione è uno strumento a disposizione dei territori per gestire il «bene» Dolomiti in maniera coordinata e congiunta, istituita in accordo con Unesco all’indomani del riconoscimento. Non è l’ente di promozione turistica delle Dolomiti né un organismo di controllo. Il suo funzionamento si basa sull’idea della gestione a rete, sul principio che la cooperazione sia da preferire alla chiusura in compartimenti territoriali in competizione tra loro. Proprio in quest’ottica la Fondazione si occupa di sviluppare e coordinare molteplici iniziative e attività, preoccupandosi di rendere replicabili su tutti i territori che fanno parte delle Dolomiti Unesco progetti e buone pratiche mirate alla comunicazione, valorizzazione e gestione del patrimonio mondiale. L’obiettivo - conclude Morandini - è fare in modo che le comunità delle Dolomiti siano sempre più consapevoli degli eccezionali valori universali alla base del riconoscimento e che siano parte attiva nella loro trasmissione alle generazioni future. Un patrimonio comune rispetto al quale tutti, residenti e visitatori, condividono la responsabilità della conservazione e dello sviluppo sostenibile”.
Le ultime due serate
La trasformazione del “Magnifico Cadore, ieri, oggi, domani” sarà oggetto degli interventi di Renzo Bortolot, presidente della Magnifica Comunità di Cadore, e del giornalista Giuseppe Casagrande, venerdì 18 maggio.
Infine, nell’ultimo incontro, venerdì 25 maggio, si affronteranno le dinamiche e le prospettive per il turismo montano veneto con la direttrice del Ciset Mara Manente.
La partecipazione è libera e gratuita.
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