Grande guerra: ecco il Meve, che ne smonta la retorica
Il sindaco Marzio Favero, prima di dare il via alle visite delle ventiquattro sale ricche di apparecchiature multimediali, ha evidenziato di aver voluto un Memoriale in grado di “smontare la retorica della guerra”, mostrandola come essa è. Obiettivo raggiunto, secondo il ministro Stefani: “Visitando il Meve si capisce che la guerra è ferocia”.

Non c’è stato praticamente Comune del nostro territorio che non abbia commemorato domenica scorsa, con particolare solennità, il centenario della conclusione della Grande guerra.
Proseguiranno ancora, in varie località incontri, pres
entazioni di pubblicazioni, rappresentazioni, per approfondire quello che la Grande guerra ha significato per le nostre comunità.
In uno scenario, però, privo di grandi eventi e realizzazioni, spicca l’inaugurazione, avvenuta sabato 3 novembre, del “Meve”, Il Memoriale veneto della Grande guerra, che è stato realizzato a villa Pisani di Biadene di Montebelluna, grazie soprattutto alla volontà del sindaco Marzio Favero.
Tra i molti presenti alla cerimonia, spiccavano, oltre a Favero, il ministro per le Autonomie Erika Stefani, l’assessore regionale alla Cultura Cristiano Corazzari, il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, vari parlamentari e sindaci. C’erano anche il primo cittadino di Oberkochen Germania, nonché una rappresentanza ungherese da Tata.
Il sindaco, prima di dare il via alle visite delle ventiquattro sale ricche di apparecchiature multimediali, ha evidenziato di aver voluto un Memoriale in grado di “smontare la retorica della guerra”, mostrandola come essa è. Obiettivo raggiunto, secondo il ministro Stefani: “Visitando il Meve si capisce che la guerra è ferocia”.
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