Un Sinodo da far conoscere a tutte le famiglie
Purtroppo è stato colto dall’opinione pubblica solamente dentro l’angusta problematica, seppur vera e seria, della comunione ai divorziati, dei conviventi e del riconoscimento alle coppie omosessuali. Della famiglia e del matrimonio, che pur era il tema di questo Sinodo e che ha trovato ampia risonanza nei dibattiti in aula e nella “Relatio” finale, non si è sentito parlare molto.

Il Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia si è concluso. Ora, come ha deciso papa Francesco, tutto viene rinviato alle chiese locali per l’approfondimento in vista dell’assemblea conclusiva che si terrà il prossimo anno.
Saremo così ancora per molto tempo sotto i riflettori dei media i quali, come è avvenuto nei giorni scorsi, a seguito della pubblicazione della “Relatio” finale, continueranno a parlare di spaccature e divisioni tra i vescovi, tra le chiese dell’Occidente e quelle di altre aree geografiche, sui punti più discussi e forse controversi, che nella votazione finale non hanno raggiunto il quorum dei due terzi: il paragrafo 52 sull’ammissione dei divorziati e separati ai sacramenti della penitenza e dell’eucaristia; il 53 sulle convivenze e il 55 sulle unioni omosessuali. Degli altri 59 paragrafi dedicati alla famiglia cristiana, ai suoi problemi e alle sfide che è chiamata ad affrontare, nessun giornale e canale televisivo “laico” si è degnato di dire qualcosa. Domenica scorsa venivano invece messe in risalto esclusivamente le presunte divisioni createsi tra i padri sinodali e la figura di un Papa innovatore, preoccupato per i “malumori e le ostilità tra i prelati”, che si ritrova a guidare una chiesa “resistente” e con vescovi che non si lasciano convertire.
Le stimolanti parole di papa Francesco
Certamente, come scriveva sul Corriere un acuto osservatore come Massimo Franco, “non si può dire che si sia trattato di un Sinodo banale o scontato. Si è rivelato davvero «straordinario» al di là di ogni previsione”, per la franchezza e libertà del dibattito che ha consentito al Papa di avere un quadro il più possibile fedele delle correnti di pensiero e degli umori su temi così caldi e attuali.
Francesco, nel tentativo di evitare malumori e radicalizzazioni, nonché illazioni e interpretazioni ideologiche da parte dei media su contenuti e dinamiche del Sinodo, ha fatto la duplice mossa di pubblicare subito la “Relatio” finale e di rinviarla per l’approfondimento alle chiese locali. Con in più rivolgendo ai padri sinodali, nel giorno conclusivo dei lavori, un discorso molto bello e di alto profilo, soprattutto per la sapiente e realistica interpretazione che egli dà delle diversità emerse durante il Sinodo. “Abbiamo vissuto – ha detto il Papa - davvero un'esperienza di "Sinodo", un percorso solidale, un "cammino insieme", nel quale ci sono stati “momenti di corsa veloce, quasi a voler raggiungere al più presto la mèta”, “momenti di affaticamento, quasi a voler dire basta” e altri di entusiasmo e di ardore. Di sicuro non sono mancati la consolazione, l’ascolto attento, il coraggio e la parresia. Il Papa, dunque, riconosce che il Sinodo è stato animato da tensioni e vivaci discussioni, da un provvidenziale “movimento degli spiriti”. Non tralasciando però di mettere in guardia su alcune tentazioni pericolose, come quella in cui possono cadere i più zelanti e scrupolosi che si irrigidiscono ostinatamente nella difesa delle norme (i così detti tradizionalisti) imponendo pesanti fardelli ai più deboli e ai malati, o quella di coloro che si lasciano prendere da un buonismo distruttivo “che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle” (i progressisti liberalisti). Entrambi non fanno un buon servizio al “deposito della fede”.
Per una completa comunicazione
Un Sinodo dunque molto interessante e oggetto di grande attenzione e che, purtroppo, anche forse per qualche parola in più proferita da alcuni padri, è stato colto dall’opinione pubblica solamente dentro l’angusta problematica, seppur vera e seria, della comunione ai divorziati, dei conviventi e del riconoscimento alle coppie omosessuali. Della famiglia e del matrimonio, che pur era il tema di questo Sinodo e che ha trovato ampia risonanza nei dibattiti in aula e nella “Relatio” finale, vuoi per scelta dei media, vuoi per alcuni difetti di comunicazione, non si è sentito parlare molto. Non stupisce pertanto se diverse famiglie cristiane che credono e vivono, seppur con fatica, le verità fondamentali del sacramento del Matrimonio indissolubile, unico, fedele e aperto alla vita, abbiamo provato un certo disagio e forsanche un po’ di fastidio per tanto rumore.
Per questo riteniamo quanto mai necessario che nelle comunità cristiane si porti a conoscenza dei fedeli, il Messaggio finale dei padri sinodali, così carico di speranza e di fiducia verso le famiglie cristiane, nel quale, tra tante belle e consolanti parole, viene anche ricordato agli sposi che “l’amore coniugale, unico ed indissolubile, che persiste nonostante le tante difficoltà del limite umano, è uno dei miracoli più belli, benché sia anche il più comune”.
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