Buona scuola, il futuro delle paritarie in una slide
Il Governo non ha presentato il previsto disegno di legge, ma solo alcune linee guida prima di dare corpo al provvedimento. E il tema delle paritarie entra a far parte del provvedimento, attraverso la proposta delle detrazioni fiscali.

Alla fine resta una sola citazione, una slide soltanto, ma precisa e chiara. Il tema delle scuole paritarie entra nella “buona scuola” di Renzi. Nei materiali preparatori della mega-consultazione nazionale non c’era alcun cenno alla libertà di educazione, invece al Consiglio dei Ministri del 3 marzo 2015 il tema è improvvisamente sbucato. Per ora ha un basso profilo ma se, come ha previsto il premier Renzi, si va verso il disegno di legge, il Parlamento dovrà discutere e schierarsi sul tema della parità economica nella scuola.
Strano destino quello italiano dove governi di Centro sinistra, programmaticamente non teneri verso le Scuole paritarie si ritrovano a far compiere passi decisi verso la parità scolastica e la libertà di scelta. Era toccato nel 2000 al governo Prodi, ministro Berlinguer, varare la parità scolastica e il sistema scolastico integrato statale e non statale (esattamente il 2 marzo del 2000, 15 anni fa). Ora tocca al Governo Renzi proporre, di sua iniziativa, il completamento di quel disegno, perché senza fondi specifici la parità del 2000 si è ridotta a un mero riconoscimento formale. La via proposta è quella della detrazione fiscale, non graditissima alle associazioni delle scuole non statali e in particolare all’Agidae, che riunisce le scuole cattoliche, ma una strada che spesso i invocano i genitori per avere vantaggi immediati in grado di fargli superare lo scalino rappresentato dalla retta da pagare nelle scuole non statali.
Sarebbe un grande contributo per le scuole paritarie, in particolare per le scuole materne che nel Veneto rappresentano la maggioranza delle scuole per l’infanzia, ma anche per le scuole elementari, medie e superiori, o almeno per le poche che sono riuscite a resistere in questa stagione così difficile dal punto di vista economico e degli interventi legislativi.
Renzi si fermerà a questa slide nel Consiglio dei Ministri? Sarà bloccato da un parlamento pregiudizialmente contrario a qualsiasi intervento che vada in direzione della libertà educativa? Una rondine non fa primavera e una slide non fa una legge. Le scuole cattoliche hanno imparato da tempo a non farsi illusioni. Sarebbe solamente auspicabile, su questo tema, un dibattito finalmente non ideologico e che tenesse conto del desiderio di tanti genitori e dei tanti posti di lavoro che questo settore rappresenta.
Ulteriori approfondimenti sul numero della Vita del popolo di domenica 8 marzo
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