Appello del Papa per l'Ucraina: superare le incomprensioni, favorire il dialogo
Mentre soffiano sempre più forti i venti di guerra in Ucraina, arriva ancora una volta un apello al dialogo da papa Francesco. E anche dalla chiesa ucraina giunge un forte appello per la pace e l’unità dei popoli, in particolare in Crimea. Perché siano scongiurati estremismi e spargimento di sangue e il Paese continui a dare esempio di concordia e “fratellanza”. A lanciarlo dalla città di Simferopoli, capitale della Crimea, è monsignor Jacek Pyl, vescovo ausiliare della diocesi cattolica di Odessa-Simferopoli, responsabile per la Crimea.

Un nuovo appello di papa Francesco per l'Ucraina. Il pontefice oggi, domenica 2 marzo, ha chiesto preghiere per l’Ucraina, “che – ha detto – sta vivendo una situazione delicata”. Un appello rivolto ai leader dei due Paesi in contrasto e al mondo: “Mentre auspico – ha detto – che tutte le componenti del Paese si adoperino per superare le incomprensioni e per costruire insieme il futuro della Nazione, rivolto alla comunità internazionale un accorato appello affinché sostenga ogni iniziativa in favore del dialogo e della concordia".
Crimea: mons. Pyl (Odessa-Simferopoli), appello per la pace e il dialogo
Il Senato di Mosca nei giorni scorsi ha approvato la richiesta del presidente russo Vladimir Putin di inviare truppe in Ucraina "per normalizzare la situazione", chiedendo anche che venga richiamato l'ambasciatore russo negli Stati Uniti in relazione alle affermazioni di Barack Obama. Dagli Usa intanto fonti della Casa Bianca fanno sapere che si sta "monitorando da vicino la situazione, consultandoci con nostri partner, e considerando i costi potenziali, le conseguenze di cui ha parlato il presidente Obama". Sabato 1°marzo, su richiesta della Gran Bretagna, si è tenuta una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
Lettera alla popolazione
Un forte appello per la pace e l’unità dei popoli in Crimea, perché siano scongiurati estremismi e spargimento di sangue e il Paese continui a dare esempio di concordia e “fratellanza”. A lanciarlo dalla città di Simferopoli, capitale della Crimea, è monsignor Jacek Pyl, vescovo ausiliare della diocesi cattolica di Odessa-Simferopoli, responsabile per la Crimea. Il Consiglio delle Chiese di Crimea, il cui presidente è un vescovo ortodosso del Patriarcato di Mosca, ha scritto una lettera alla popolazione. Raggiunto telefonicamente dall'agenzia di stampa Sir il vescovo Pyl racconta: “Per tanti anni in Crimea c’è stata pace tra le diverse confessioni religiose e nazionalità. Un Paese abitato da persone di origine russa, tartari di Crimea, ucraini, polacchi, armeni, cechi e tedeschi. E sempre abbiamo vissuto in concordia. Ora dobbiamo conservare questa pace tra noi. Abbiamo tutti un Padre nel Cielo e siamo tutti figli di un unico Dio e quindi fratelli tra noi. Il comandamento della carità è quello che deve guidare oggi il nostro popolo”. Il vescovo dice che “il pericolo della pace sarebbe un intervento esterno”. Ed aggiunge che “la Chiesa cattolica non prende posizioni politiche, non sostiene nessun partito. Noi vogliamo solo richiamare al dialogo e ribadire che ogni cambiamento deve avvenire pacificamente, e che solo il dialogo e la preghiera possono risolvere le situazioni e non la violenza e gli scontri”.Il vescovo Pyl ha inviato personalmente una lettera-appello di pace alla popolazione invitando i fedeli cattolici alla preghiera e al digiuno perché si trovi una “soluzione pacifica” ai problemi del Paese. “Con la nostra preghiera ci rivolgiamo alle persone di tutte le religioni, opinioni politiche e appartenenza etnica”.
"Siamo figli dello stesso Dio"
“Chiedo in nome della solidarietà con l‘eredità dei nostri padri che hanno fondato la nostra Repubblica Autonoma di Crimea, di stare lontano dagli estremismi e non permettere in questo momento difficile di rompere la fratellanza che unisce tutti i popoli della Crimea”. “Non possiamo permettere che la nostra appartenenza etnica né la nostra religione ci dividano proprio ora. Noi siamo figli dello stesso Dio, l‘unico Dio, che è nostro Padre comune”. Il vescovo ha quindi ricordato il motto che è iscritto nello stemma della Repubblica di Crimea "Процветание в единстве" (Fioritura nell’unità): “possano queste parole essere il nostro motto in questo difficile momento”.
Lunedì 3 marzo Consiglio dei ministri europei
Non c'e' ancora alcuna decisione operativa di Vladimir Putin sul ricorso all'esercito russo in Ucraina, pur autorizzato sulla carta dal senato: lo ha precisato Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, mentre un Consiglio dei ministri degli Esteri Ue straordinario si terrà lunedì prossimo, alle 13, per fare il punto sulla situazione in Ucraina.
Il ministro della Difesa italiano, Roberta Pinotti, sta seguendo "con attenzione e preoccupazione" insieme allo Stato maggiore della Difesa, l'evolversi della situazione. Anche il ministro degli esteri Federica Mogherini sta seguendo dalla Farnesina l'evoluzione della situazione in Ucraina, in particolare in Crimea, e a Mosca. Il ministro mantiene continui contatti con la Presidenza del Consiglio, con i nostri Ambasciatori a Kiev e Mosca e con i principali colleghi europei. Intanto decine di uomini armati con kalashnikov e incappucciati, in uniforme non identificabile, si sono posizionati vicino al Parlamento della Crimea, nella capitale Simferopoli. Il Palazzo è stato poi assaltato dai filorussi, provocando decine di feriti. I filo-russi assediano anche il quartier generale della Guardia costiera in Crimea e le truppe russe in territorio ucraino si stanno muovendo non solo in Crimea. La testata online Tizhden.ua segnala una colonna di mezzi blindati di Mosca in movimento nella regione di Zaporizhia, nell'Ucraina sud-orientale.
Sir
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