CRONACHE DALLA PANDEMIA. la ventiduenne Erika da Londra: "Tutti escono, pochi tamponi"
Erika ha 22 anni ed è di Treviso, vive e lavora a Londra da poche settimane, ed è rimasta sopraffatta dalla confusione del momento: “Per ora usciamo – ha raccontato –, la situazione è caotica, chi decide di andare a lavorare ci va".

Dopo le dichiarazioni shock dei giorni scorsi sulla volontà di lasciar circolare liberamente il virus, Boris Johnson fa marcia indietro e annuncia “misure draconiane” per il contenimento della pandemia. Il premier ha chiesto a chi ha sintomi e ai loro familiari di rimanere in isolamento per 14 giorni.
Erika ha 22 anni ed è di Treviso, vive e lavora a Londra da poche settimane, ed è rimasta sopraffatta dalla confusione del momento: “Per ora usciamo – ha raccontato –, la situazione è caotica, chi decide di andare a lavorare ci va, alcuni invece hanno scelto il telelavoro, quelli che possono farlo. Io faccio la baby sitter a due bambini e loro vanno ancora a scuola, un istituto privato, mentre altre scuole sono chiuse. Non si capisce perché non le chiudano tutte. La paura c’è. Ieri sono andata a fare la spesa in una specie di casa del detersivo e la fila arrivava fino a fuori dalla porta. Avevano tutti comprato cinque/sei pacchi di carta igienica, sembravano impazziti. Ho aspettato un’ora in fila per prendere un paio di cose. Nonostante le richieste alle persone più anziane di rimanere a casa qui escono tutti, probabilmente non capiscono ancora cosa sta succedendo. Quello che si percepisce è che il virus, soprattutto a Londra, stia girando molto, ma non stanno facendo i tamponi, per cui non si sa niente. Ovviamente sono preoccupata, qui sembra che nessuno sappia cosa fare. La mamma dei bambini per cui lavoro era d’accordo con Boris Johnson sull’immunità di gregge, sembra che si stia temporeggiando per vedere come va altrove ed eventualmente seguire le misure degli altri Stati, questa è la mia opinione. La lontananza mi spaventa un po’ per la prima volta, nonostante prima abbia vissuto per un anno negli Usa. E’ impressionante sapere che in Italia tutti sono bloccati in casa, che io non posso tornare, è una situazione surreale”.
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