Ciad: don Riccardo De Biasi è giunto nella missione di Pala
E’ nella festa del santo patrono San Joseph Mukassa che la comunità cristiana di Fianga ha manifestato la sua gioia nell’accoglienza a don Riccardo; ed è stata questa anche l’occasione in cui la stessa comunità ha salutato il seminarista François Dauda al termine del suo servizio pastorale

E’ nella festa del santo patrono San Joseph Mukassa che la comunità cristiana di Fianga ha manifestato la sua gioia nell’accoglienza a don Riccardo; ed è stata questa anche l’occasione in cui la stessa comunità ha salutato il seminarista François Dauda al termine del suo servizio pastorale. Sentimenti diversi si sono intrecciati nell’unica celebrazione: la gioia per l’arrivo di un grande dono, con l’emozione per il saluto e la partenza di un caro fratello.
Mi è parso in qualche modo di risentire viva l’esperienza missionaria della Chiesa quando accoglie e invia, quando sa aprire il cuore al dono gratuito e al tempo stesso con cuore libero non trattiene e sa ridare e condividere. Sono realtà che stanno insieme: saper accogliere e riconoscersi bisognosi dell’altro quanto saper donare condividendo come fratelli e sorelle.
Nel grande “abbraccio fraterno” che la comunità di Fianga ha riservato a don Riccardo ho percepito chiara la risposta al messaggio con cui don Riccardo stesso si è presentato: “Sono certo di trovarmi bene tra voi, sono felice di sentire che la vostra casa sarà anche la mia casa”. Sì, accolto in casa come fratello, questo abbiamo visto succedere a Fianga, ma con la sensazione di una Chiesa, di un popolo credente, fiducioso nella promessa di Dio, di una Chiesa che mentre accoglie un fratello, apre anche il cuore fiducioso a Dio.
L’emozione che ha accompagnato il saluto a Dauda, in partenza per altri cammini di formazione e discernimento, si è caricata anche di espressioni sincere di gratitudine. Il ripercorrere, seppur brevemente, il passato a Fianga, ha messo in luce volti incontrati, esperienze di fede condivise, persone che hanno manifestato attenzioni di “padre, fratelli e amici”. Fare memoria di questa storia condivisa e vissuta come dono ha fatto emergere sentimenti di gratitudine a Dio e ai fratelli.
Anche noi sentiamo di poter esprimere gratitudine a questa Chiesa sorella per la testimonianza di fede che diventa capacità di aprire i cuori all’accoglienza e alla gratitudine, alla speranza e alla condivisione fraterna.
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