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E la Cina premiò il don

Un “prestigioso” riconoscimento è stato conferito dalla Repubblica popolare cinese a padre Francesco Pavin, missionario della sacra famiglia. La motivazione: il doposcuola per bambini cinesi da lui coordinato nel Montebellunese. Il religioso è stato premiato a Pechino e per una settimana ha visitato alcuni luoghi della Cina.

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E la Cina premiò il don

Un “prestigioso” riconoscimento, nientemeno che dalla Repubblica popolare cinese, è stato conferito nelle scorse settimane a padre Francesco Pavin, missionario della sacra famiglia e attualmente vicario parrocchiale nelle comunità di Altivole (risiede infatti a San Vito).

Riconoscimento al doposcuola

Padre Francesco, oltre al suo impegno in parrocchia, segue nel Montebellunese un  dopo-scuola cinese per bambini delle elementari (da diversi anni è impegnato verso gli immigrati cinesi). In un concorso svoltosi nelle scuole private cinesi di tutto il mondo, tra i 18.000 scolari esaminati, quattro della scuola del Montebellunese (precisamente tre di Biadene ed uno della sezione di Bassano del Grappa) sono risultati tra i migliori. E così l’istituzione promotrice di Pechino, la Federazione nazionale dei cinesi d’oltremare rientrati in patria, ha pensato di premiare un insegnante ed il direttore della scuola con un viaggio di dieci giorni in Cina a loro spese.

La bella accoglienza a Pechino

“Alla premiazione - racconta padre Francesco -, avvenuta nel mese di luglio nella capitale cinese, si sono presentate trenta persone provenienti dai quattro continenti, eccetto l’Africa. I paesi rappresentati erano 13, i premiati erano 18, dodici dei quali si sono presentati come persone singole, mentre 6 erano presenti come Associazione. Dall’Italia, oltre alla scuola di Montebelluna, era presente una scuola di Roma. La scuola di Montebelluna, composta da tre persone, rappresentava l’Associazione Italia - Cina della Regione Veneto.
Dopo la consegna del documento di onorificenza (nella foto) ed il relativo pranzo di gala, il Comitato organizzatore prevedeva per gli “onorati” ospiti una settimana di visite a siti culturali degni di rispetto: siti tutti collocati nella Regione amministrativa dello Shanxì.
Primo obiettivo è stata la cittadina di Ping Yao, situata a 700 Km a Sud-Ovest di Pechino e raggiunta con il treno ad alta velocità. Ping Yao è una città che dall’Unesco è stata dichiarata patrimonio dell’umanità, tanto è originale e carina. Ai suoi tempi, Ping Yao era il centro delle banche e della finanza dell’Impero cinese ed anche oggi si può accedere al “caveau” segreto della banca centrale. Nelle vicinanze di Ping Yao si visitò la famosa residenza della famiglia Qiao, dell’ultima dinastia imperiale, quella dei Qing (1644 - 1911). All’interno della residenza della famiglia Qiao è stato girato il noto film “Lanterne rosse”.
Secondo obiettivo del viaggio culturale è stata la Wu Tai Shan, cioè la montagna dalle cinque terrazze. La montagna Wu Tai Shan è una delle 4 montagne sacre del Buddismo. Essa è alta 3.050 metri e ai piedi della medesima sono disseminati 53 monasteri buddisti, con 3.000 monaci di tradizione tibetana. La Wu Tai Shan rappresenta il centro di irradiazione del Nord della Cina per i 202 milioni di buddisti della Repubblica Popolare.
Terza ed ultima tappa è stata rappresentata dalla visita alla città mineraria di Datong, che con i suoi oltre tre milioni di abitanti è situata ai confini con la Mongolia Interna, a due passi, si può dire, dagli sterminati deserti e dalle sconfinate steppe dell’Asia Centrale. Alla periferia di Datong la delegazione ha fatto visita alle Grotte Yungang, altro sito dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità, in quanto in queste grotte scavate nella roccia, tra statue e dipinti, tra basso ed altorilievi si contano non meno di 51.000 figure di Budda (566 - 486 a.C.).

In visita alle comunità cristiane

Completate le visite culturali proposte dall’Istituzione governativa, racconta padre Francesco, “mi sono ritagliato qualche giorno di tempo per far privatamente visita anche a qualche Chiesa cattolica di Pechino, per esempio la Nan Tang, cioè la Chiesa del Sud, dove, verso mezzogiorno era ancora in corso l’adorazione eucaristica e dove si è potuto scambiare qualche parola con il parroco, il quale svolge anche l’incarico di Vicario generale della Diocesi. Visitata poi la Chiesa cattolica di Bei Tang, cioè la Chiesa del Nord, e visitate le tombe monumentali di Matteo Ricci (1552 - 1610), di Adam Schall von Bell (morto nel 1666), di Ferdinand Verbiest (morto nel 1688) e degli altri missionari cattolici, da Pechino siamo passati a Shanghai (23 milioni di abitanti) per far anche lì breve visita alle Chiese cattoliche, a partire dal Santuario Mariano di Sheshan, 40 Km. dalla metropoli, per poi visitare la cattedrale di Zikawei ed altre chiese minori.
Continua padre Francesco: “A Shanghai, avendo partecipato una domenica mattina in diversi luoghi a tre diverse celebrazioni eucaristiche, in tutte e tre le chiese, anche se in lingua mandarino-cinese, sono stati però cantati canti con melodie tipicamente occidentali. La qual cosa, pensando all’unità della Chiesa, potete ben immaginare, ha procurato una certa commozione e una certa stretta al cuore. Resta pur sempre il fatto che, su una popolazione stimata sui 1.350 milioni di abitanti, essendo i cattolici 12 milioni, essi non rappresentano nemmeno l’1%, ma solo il 0,9%. Vera minoranza e periferia in tutti i sensi. Ma questa periferia e minoranza ha riservato al sottoscritto piacevoli sorprese”.
Conclude padre Pavin: “Non meno sorpreso sono rimasto da come il restante 99,1% della popolazione mi ha trattato con benevolenza e con segni di preferenza, tanto che mi sento stimolato ad incoraggiare l’impegno cristiano nelle periferie e a proseguire il cantico del Magnificat della Vergine Maria, proclamando anch’io che “Grandi cose ha fatto l’Onnipotente” (Lc 1,49), anzi aggiungendo che l’Onnipotente continuerà a compiere grandi cose, e addirittura che ne compierà di più grandi, “Perché santo è il suo Nome!” (Lc 1,49).

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