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Flagello inondazioni nell'Africa centro-orientale

Coinvolti Kenya, Sud Sudan, Somalia. Si contano oltre 200 morti e secondo un recente bollettino dell’agenzia dell’Onu Ocha1, le persone colpite erano già 2.5 milioni a fine ottobre, causando sfollati, danni infrastrutturali a case, strade, ponti, perdita di colture, bestiame e proprietà. Appello Caritas.

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Flagello inondazioni nell'Africa centro-orientale

L’Africa orientale è stata colpita da inondazioni e piogge torrenziali, che sono iniziate a luglio e si sono intensificate a ottobre e a novembre. Si contano oltre 200 morti e secondo un recente bollettino dell’agenzia dell’Onu Ocha1, le persone colpite erano già 2.5 milioni a fine ottobre, causando sfollati, danni infrastrutturali a case, strade, ponti, perdita di colture, bestiame e proprietà. In tutta la regione, il peggioramento delle condizioni climatiche ha aggravato le già pesanti conseguenze di siccità, violenza e conflitti ricorrenti.

In Sudan, circa 346.300 persone sono state colpite dalle inondazioni di luglio e agosto e le piogge e le acque stagnanti hanno provocato focolai di malattie, tra cui colera. In Etiopia si contano circa 570.000 persone colpite, delle quali oltre 202.000 sfollati, per la maggior parte nella regione al confine con la Somalia. In Somalia, i fiumi Juba e Shabelle sono traboccati e si contano più di 334.000 sfollati e almeno 10 morti accertati. In Sud Sudan sono state colpite più di 908.000 persone con 78 vittime accertate, 420.000 necessitano di assistenza umanitaria urgente. In Kenya, inondazioni fluviali e improvvise frane hanno colpito circa 330.000 persone, 18.000 sfollati e 132 morti. Caritas italiana, da anni al fianco delle Chiese di questa regione, ha potuto raccogliere i seguenti aggiornamenti, grazie al contributo delle Caritas locali (Diocesi e degli uffici nazionali).

 

Kenya. Secondo il dipartimento meteorologico, le inondazioni hanno colpito 31 delle 47 contee dell’area centro-orientale, al nord e le regioni occidentali. Particolarmente colpite le contee di Wajir, Marsabit, Mandera, Kwale, Kitui, Kilifi, Garissa, Busia and Turkana. Almeno 29 vittime si contano solo per le frane tra Muranga, West Pokot ed Elgeyo Marakwet. In totale negli ultimi mesi sono 132 i morti. Le alluvioni hanno danneggiato gravemente i terreni agricoli. C’è preoccupazione per i casi di malaria.

La diocesi di Kitale ha riportato che questo è il peggior disastro naturale mai vissuto nell’area. Molte le vittime sorprese nel sonno. Tutte le strade che portano ai villaggi sono interrotte. I bisogni primari identificati sono: ripari, cibo, vestiti, medicine e zanzariere.

 

Sud Sudan. Nel Paese già travagliato da anni di guerra civile, in un momento storico di stallo per un processo di pace a singhiozzo, molte aree sono state colpite da inondazioni tra giugno e ottobre 2019. In particolare Upper Nile, Bhar Al Gazal, Lakes, Torit e Jubek. Il presidente ha dichiarato lo stato di emergenza. Le inondazioni hanno provocato la distruzione sostanziale di case, reti stradali e distrutto i mezzi di sussistenza. Secondo il Ministero dell’Agricoltura le coltivazioni sono state distrutte e centinaia di capi di bestiame sarebbero morti. Caritas Sud Sudan si è subito attivata per raccogliere informazioni dalle diocesi. Le più colpite risultano: Rumbek, Torit, Malakal. Le famiglie in stato di necessità, a ottobre 2019, erano già circa 70.000. Caritas italiana, grazie anche al supporto della Conferenza episcopale italiana, è impegnata con Caritas Sud Sudan nella risposta d’urgenza.

 

Somalia. Caritas Somalia ha richiesto un supporto straordinario per gli abitanti della città di Berdale, a nord di Baidoa, colpita a inizio ottobre da un violento acquazzone tropicale che ha provocato lo straripamento dei fiumi e le conseguenti inondazioni. Al momento gli sfollati sono circa 35.000, compresi anche i 6.000 che già erano ospitati nella zona. I distretti più colpiti sono: Horseed, Ahmed Gurey e Waberi. Desta grande preoccupazione il pericolo per le malattie dovute alle acque contaminate dopo il danneggiamento delle latrine. La Somalia, già dilaniata da una guerra civile dal 1991, non è in grado di rispondere a catastrofi naturali come siccità e inondazioni. I bisogni primari identificati per la risposta a queste ultime inondazioni sono: acqua pulita, cibo, latrine temporanee, kit e rifugi di emergenza, zanzariere e forniture mediche. I beneficiari sono 500 famiglie per un totale di circa 3.000 persone. Caritas Somalia ha attivato un intervento di emergenza sostenuto dalla Caritas italiana.

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