Il card. O’Malley: “Razzismo malattia sociale e spirituale”
Lunedì sera davanti al Lafayette Park, sullo sfondo della Casa Bianca, sono sfilate centinaia di persone. Stavolta però non erano giovani con pugni alzati, ma piuttosto religiosi e religiose, sacerdoti, laici e i due vescovi ausiliari di Washington. A Boston, il cardinale Sean P. O’Malley ha chiesto che in tutte le parrocchie si leggesse la sua lettera dove il razzismo viene definito una “malattia sociale e spirituale che uccide le persone”.

Lunedì sera davanti al Lafayette Park, sullo sfondo della Casa Bianca, sono sfilate centinaia di persone. Stavolta però non erano giovani con pugni alzati, ma piuttosto religiosi e religiose, sacerdoti, laici e i due vescovi ausiliari di Washington.
Non c’erano i cartelli di “Black lives Matter” ma rosari e immagini della Madonna di Guadalupe e di Oscar Romero. Non urla, ma preghiere per la pace e la giustizia, letture bibliche, canti e poi i nomi di tutti gli afro-americani, cominciando da George Floyd, morti a causa dell’ingiustizia razziale.
“Quello che stiamo vedendo nelle ultime due settimane, non è la nazione che vogliamo, l’America in cui crediamo - ha detto in un’intervista al Catholic News Service, padre Ejiogu, un giuseppino che ha contribuito a organizzare l’evento -. L’America è lacerata dall’orgoglio, dal razzismo e dall’ingiustizia. Quindi, vogliamo sfruttare questo momento per chiedere la riconciliazione”.
Nel corso dello scorso weekend molti vescovi, sacerdoti e parrocchie hanno organizzato incontri online e preghiere, ma anche durante le messe sono state lette omelie e lettere pastorali che, senza mezzi termini, invitavano a fare passi concreti contro il “profondo peccato del razzismo” e a celebrare la diversità degli Stati Uniti come un patrimonio che non divide. In Florida, Pennsylvania, Michigan, California, mentre le campane suonavano per 8’ e 46’’ i vescovi e i sacerdoti sono rimasti in silenzio, alcuni in ginocchio per chiedere che il razzismo venga superato.
A Boston, il cardinale Sean P. O’Malley ha chiesto che in tutte le parrocchie si leggesse la sua lettera dove il razzismo viene definito una “malattia sociale e spirituale che uccide le persone”. Il cardinale ha riconosciuto che la Chiesa cattolica degli Stati Uniti ha avuto una “complicità storica nella schiavitù” e serve fare ogni sforzo per garantire autentici processi di guarigione tra persone di diverse etnie, nazionalità e religioni. “Andando avanti, la realtà del razzismo nella nostra società e l’imperativo morale dell’uguaglianza razziale e della giustizia devono essere incorporati nelle nostre scuole, nel nostro insegnamento e nelle nostre prediche”, ha affermato il cardinale di Boston. “Dobbiamo impegnarci per la pari dignità e diritti umani in tutte le istituzioni della nostra società, in politica, nel diritto, nell’economia, nell’istruzione”.
Riferendosi alla morte di George Floyd come a un “omicidio” compiuto “per mano di quattro poliziotti canaglia”, l’arcivescovo di Boston ha condannato il razzismo come un “cancro malvagio e morale”. L’omicidio di George Floyd “è una prova dolorosa di ciò che è ed è stato in gioco per gli afroamericani, il fallimento di una società non in grado di proteggere la loro vita e quella dei loro figli. Le dimostrazioni e le proteste di questi giorni sono state richieste di giustizia e espressioni strazianti di profondo dolore emotivo da cui non possiamo allontanarci”, ha scritto O’Malley.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento