Il dottor Putoto dal Mozambico: "Dopo l'alluvione il rischio si chiama colera"
Il Cuamm continua a essere presente “sia dal punto di vista umanitario, con la distribuzione di kit alimentari a 150 famiglie e con la formazione di 200 operatori comunitari a cui si insegna a depurare l’acqua e a prevenire il colera, sia a livello medico. Siamo riusciti ad allestire a Beira quattro maternità con 18 ostetriche. Qui ci sono 20mila parti all’anno”.

Continua a essere infaticabile l’attività in Mozambico del medico trevigiano Giovanni Putoto, responsabile programmazione del Cuamm - Medici con l’Africa. “La preoccupazione principale è ora data dalla diffusione del colera, visto che già si sono verificati 300 casi - ci dice al telefono da Beira -. Altra preoccupazione è legata al cibo, che non arriva ovunque e sta crescendo la tensione sociale. Ci sono zone, come quella di Buzi, raggiungibili solo in elicottero o in barca”.
Il Governo ha spostato gli sfollati dalle scuole a nuovi centri di accoglienza: “Alcuni sono discretamente organizzati, ma in altri c’è il caos, manca tutto”.
Il Cuamm continua a essere presente “sia dal punto di vista umanitario, con la distribuzione di kit alimentari a 150 famiglie e con la formazione di 200 operatori comunitari a cui si insegna a depurare l’acqua e a prevenire il colera, sia a livello medico. Siamo riusciti ad allestire a Beira quattro maternità con 18 ostetriche. Qui ci sono 20mila parti all’anno”.
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