La Sierra Leone “Ebola free" dal 7 novembre
Dopo 1 anno e 5 mesi, la Sierra Leone, a partire da sabato, sarà dichiarata libera da quella che viene considerata la più grande epidemia di Ebola che si sia mai verificata. 14.061 i casi registrati e 3.955 le morti solo nel paese. In totale, nei paesi colpiti dell’Africa sub-Sahariana, sono state contagiate 28.575 persone e ne sono morte 11.313.

Conto alla rovescia per la Sierra Leone: tra poche ore, il paese sarà dichiarato Ebola free. Da 42 giorni, nessun caso di Ebola è stato riscontrato e quindi questa terribile epidemia si può ritenere finalmente conclusa.
«È stato un percorso lungo e drammatico, con il paese messo in ginocchio, annichilito e incapace di reagire di fronte alle cifre dell’epidemia in crescita frenetica. Poi il coprifuoco, le restrizioni ai movimenti, la caccia ai casi di contagio, la dura lotta contro disinformazione e pericolose credenze, l’impegno per sostenere un sistema sanitario devastato ed evitare le perdite collaterali dell’epidemia – racconta Matteo Bottecchia, responsabile dei progetti del Cuamm in Sierra Leone –. Per la maggior parte dei centri di trattamento è prevista la chiusura nel corso del mese di novembre. Resteranno due strutture, una nell’est del paese e una nella capitale Freetown, pronte a un eventuale nuovo emergere di focolai epidemici, e ancora per 90 giorni saranno mantenute le misure di sorveglianza. Tanto difficile è stato arrivare e mantenere zero nuovi contagi, tanto più sarà arduo risollevare un sistema sanitario piegato dall’uragano Ebola, un impegno che Medici con l’Africa Cuamm ha fatto proprio e che porta avanti con dedizione e costanza accanto agli eroi di questa battaglia, il personale sanitario locale che con perseveranza ha continuato ad assistere le proprie comunità». E riprende: «è stata una lunga attesa, stancante, e la Sierra Leone si prepara adesso a una grande festa liberatoria. Con la consapevolezza che la minaccia di Ebola non è andata per sempre e che un futuro ritorno del virus è più che una possibilità».
Allo scoppiare dell’epidemia di Ebola in Sierra Leone, il Cuamm ha deciso di restare. Nella lotta all’epidemia l’azione si è concentrata su due ambiti: da un lato fornire agli operatori sanitari tutti gli strumenti di protezione di cui avevano indispensabile bisogno; dall’altro continuare nel lavoro di identificazione e isolamento dei malati. È stato quindi avviato un sistema triage per l’identificazione dei casi sospetti nei centri sanitari. Contemporaneamente, con uno sforzo logistico considerevole, sono stati aperte due unità di isolamento a Pujehun e a Zimmi.
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