Messico, sisma devastante
Al momento circa 250 vittime. Caritas già in azione. Padre Bonora (Pime): "Pregate per noi qui in Messico e per la gente che ora ha perso i propri cari o che non ha un luogo sicuro dove vivere".

E’di centinaia vittime (circa 250 nel momento in cui scriviamo) il bilancio provvisorio del forte terremoto che si è verificato martedì in tarda mattinata in Messico (in serata ora italiana). Contrariamente al sisma di dieci giorni prima (90 le vittime), localizzato nell’oceano Pacifico, stavolta l’epicentro è stato nel cuore del Paese, ad Axochopan, nello stato di Morelos, ai confini con lo stato di Puebla e circa 120 chilometri a sud di Città del Messico. La scossa principale ha raggiunto i 7,1 gradi della Scala Richter e si è verificata a 57 chilometri di profondità. Proprio Puebla è la città più colpita, ma il maggior numero di vittime si registra attualmente nella capitale.
Gli stati maggiormente colpiti, oltre al Distretto della capitale, sono Morelos, Puebla, Guerrero. Un bilancio grave, anche se sicuramente inferiore al terribile sisma che proprio lo stesso giorno, 32 anni fa, provocò circa 10mila vittime. Molte la chiese danneggiate, tra cui la cattedrale di Città del Messico, dalla quale sono caduti frontoni ed alcune statue.
Vasta eco, nelle prime ore dopo il sisma, ha suscitato il crollo di una scuola privata nella parte meridionale di Città del Messico: si tratta della scuola Enrique Rébsamen, sotto le cui macerie sono morti almeno 22 alunni e 4 adulti. “Probabilmente l’edificio non era costruito secondo le regole – commenta per il Sir da Città del Messico il sociologo Rodolfo Soriano-Núñez, docente alla Fordham University di New York -. Qui la gente è esasperata. Nel pomeriggio il ministro dell’Interno è stato cacciato via dal luogo nella città dove si era recato. Mai avevo visto trattare così un membro del Governo, ma ci sono state molte polemiche per il modo in cui la politica ha gestito i primi aiuti dopo il terremoto dello scorso 7 settembre in Oaxaca e Chiapas”.
La Commissione diocesana di Pastorale sociale dell’arcidiocesi di Puebla informa in una nota di aver avviato una raccolta di alimenti e articoli di igiene personale attraverso la Caritas e il Banco alimentare, per distribuirli alle persone colpite dal terremoto, attualmente ospitate in alberghi e centri di accoglienza allestiti in città. Gli aiuti saranno destinati anche ai terremotati dei vicini centri di Atzala, Coetzala e Atlixco.
In un altro comunicato l’ufficio stampa della Diocesi invita i cittadini “a restare calmi e di rispettare le indicazioni delle autorità”. La nota prosegue: “Piangiamo profondamente la morte, specialmente, delle otto persone morte a causa del crollo della chiesa di Atzala e le tre vittime morte a Jolalpan”. Molte le chiese seriamente danneggiate in città (13) e nei municipi di Cholula, Amozoc, Atlixco, Metepec, Izucar de Matamoros, Chietla.
Nel corso dell’udienza del mercoledì papa Francesco ha citato il “terribile terremoto” del Messico, che “ha provocato numerose vittime e danni”. “In questo momento di dolore – ha proseguito Francesco – voglio esprimere la mia vicinanza e preghiera a tutta la cara popolazione messicana”. Il Papa si è poi associato al dolore dei familiari delle vittime e ha espresso il suo ringraziamento “ai soccorritori” e a quanti sono vicini ai feriti e a chi ha subito dei danni. Infine, Francesco ha affidato alla protezione della Madonna di Guadalupe “la carissima nazione messicana”. Anche i Vescovi messicani, il cui Consiglio permanente era riunito a Città del Messico al momento della scossa, scrivono in una nota: “Una volta di più, siamo testimoni della solidarietà del popolo messicano, attento alle sofferenze del fratello. Migliaia di mani hanno formato catene di vita, per aiutare, dare cibo e dare il suo piccolo chicco di grano di fronte a queste emergenze. Oggi più che mai invitiamo il popolo di Dio a unirsi nella solidarietà per i nostri fratelli che stanno patendo le diverse calamità che hanno colpito il nostro Paese”.
Caritas italiana ha rinnovato la sua vicinanza e solidarietà alla Chiesa e Caritas messicana. In collegamento con la rete internazionale sta predisponendo interventi e risposte concrete ai bisogni più urgenti, parte di un piano complessivo di emergenza. E’ possibile sostenere gli interventi di Caritas italiana, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o on line sul sito www.caritas.it o bonifico bancario (causale “Terremoto Messico”).
La testimonianza del caeranese padre Bonora
“Circa alle 12 ora messicana, trovandomi nella canonica della parrocchia mixteca di nuestra Señora del Carmen nella diocesi di Acapulco (affidata ai missionari del Pime), stato di Guerrero, abbiamo sentito una forte scossa di terremoto che è durata per alcuni secondi, in modo prolungato e intenso. Con la cuoca, doña Paula, che lavora qui da noi in casa al mattino, siamo usciti a pregare, ricordando soprattutto i bambini e rimettendo la nostra vita fiduciosi nelle mani del buon Dio”. Questo il racconto di padre Francesco Bonora, missionario del Pime originario di Caerano San Marco, che vive ad alcune centinaia di chilometri dall’epicentro: “Nella nostra zona di missione, non ci sono state vittime o danni. I danni maggiori sono quelli legati ai cicloni dei giorni scorsi: l’uragano Max, in particolare, che ha devastato, causando frane e smottamenti, soprattutto la zona della costa chica e San Marcos. In questo momento, siamo totalmente isolati per le strade impraticabili”.
Padre Francesco chiude con un invito: “Pregate per noi qui in Messico e per la gente che ora ha perso i propri cari o che non ha un luogo sicuro dove vivere, perché le forze del bene e la solidarietà di tutti aiutino queste popolazioni a rialzarsi e a ricostruire nuovi cammini di vita e di speranza”.
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