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Paraguay sott'acqua, Sos dai nostri missionari: la gente ha perso tutto

Dopo le piogge delle ultime settimane la zona di Ñe’embucu, dove operano i nostri missionari fidei donum, è coperta d’acqua: case allagate, raccolti perduti, mucche che vagano senza cibo.

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Paraguay sott'acqua, Sos dai nostri missionari: la gente ha perso tutto

Proviamo a immaginare quello che succede se in tre mesi cade la pioggia che normalmene cadrebbe in un anno: mille millimetri. E’ quello che è successo tra aprile e giugno in Paraguay!
La zona del Ñe’embucu, dov’è situata la nostra missione, appare come un’area che l’uomo ha strappato alla natura. E’ un territorio grande come il Veneto, pieno di paludi, lagune, fiumi, grandi aree coperte di giuncaie con zone di pascolo e poco bosco. L’uomo ha costruito strade, fissato villaggi, recintato aree per allevare mucche e per la piccola agricoltura.
Ora tutto è coperto d’acqua: molte strade e piste di terra che portavano ai villaggi sono interrotte; si può passare solo con trattore, in canoa o a cavallo… e con molta fatica! A volte sono necessarie 5-6 ore di viaggio per fare a mala pena 20 km.
L’aspetto di molti luoghi è desolante: case circondate dall’acqua, se non allagate; mucche senza cibo, sfinite, destinate a morire per il freddo lungo le strade. Molte famiglie hanno dovuto vendere ad un prezzo molto basso i loro animali prima che morissero, per poter almeno recuperare qualcosa dei loro beni.
Dall’acqua spuntano le recinzioni delle proprietà e molte case sono state abbandonate. Lungo l’unica strada asfaltata alcune famiglie hanno montato tende di fortuna. Con queste piogge si sono persi molti raccoli di sussistenza di mais, manioca, patate, cotone… Questo disagio sicuramente si prolungherà per molto tempo, anche dopo la fine dell’emergenza: in questa situazione la nostra gente non puó neanche seminare per la prossima stagione. Nei prossimi mesi non avranno niente da raccogliere e nessuna scorta alimentare.
Le istituzioni civili (lo Stato e i Comuni) stanno cercando di rispondere all’emergenza con distribuzione di viveri e vestiario. Scarseggiano soprattutto latte e zucchero (alimenti, in questo frangente, molto cari!).
Noi missionari, stiamo collaborando con la pastorale sociale diocesana (la nostra Caritas) e con il Comune per cercare di dare piccoli segni di speranza alla nostra gente: abbiamo distribuito dei vestiti e alimenti a delle comunità contadine più disagiate. Molte persone della nostra parrocchia hanno manifestato la loro solidarietà verso i loro fratelli più colpiti collaborando con raccolte di indumenti e cibo o con spettacoli il cui ricavato è andato per rispondere all’emergenza.
Ci rendiamo conto che soddisfare  tutti i bisogni è impossibile (anche perché correttamente non è opportuno sostituirci ai doveri della società civile) ma preziosa può essere la nostra vicinanza come Chiesa in nome di un Dio prossimo ai dolori dell’uomo.

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