Siria, dramma senza fine. Nuovo appello del Papa
Sono 400mila i civili intrappolati nella Ghouta, la roccaforte ribelle e antiregime di Assad a est di Damasco (Siria), mentre Russia e Stati Uniti si accusano a vicenda di aver fatto fallire la tregua umanitaria di 5 ore al giorno. Francesco interviene all'udienza del mercoledì, dopo aver parlato anche all'Angelus di domenica scorsa.

Sono 400mila i civili intrappolati nella Ghouta, la roccaforte ribelle e antiregime di Assad a est di Damasco (Siria), mentre Russia e Stati Uniti si accusano a vicenda di aver fatto fallire la tregua umanitaria di 5 ore al giorno. E sono oltre quattromila le famiglie che vivono in una rete di scantinati e rifugi sotterranei, di cui più della metà è priva di acqua, servizi igienici e sistemi di ventilazione. La Croce Rossa internazionale denuncia che i “corridoi umanitari” annunciati da Mosca e dall’alleato siriano non possono essere usati dai civili senza un accordo tra le parti. Le immagini satellitari di un quartiere di Ghouta mostrano che il 71% degli edifici è stato distrutto.
“Il cessate il fuoco di cinque ore al giorno proposto dal presidente russo nell’enclave assediata del Ghouta orientale è andato in fumo già il primo giorno, con colpi di artiglieria e attacchi aerei che sono stati riportati tra le 9 e le 14 odierne in molte zone, tra cui Harasta e Douma, e che hanno causato numerose vittime tra i civili”, scrive in una nota l’ong Save the Children.
Intanto sul governo di Damasco piovono nuove accuse. Secondo un rapporto pubblicato dal New York Times che cita esperti Onu, la Corea del Nord ha spedito ai siriani forniture che potevano essere usate per la produzione di armi chimiche. E ai rumori di guerra si aggiungono altre violenze. Donne siriane sarebbero state abusate da operatori dell’Onu e di altre ong che scambiavano cibo e altri aiuti con “favori sessuali”. Lo rivela in un’intervista alla Bbc la cooperante Danielle Spencer. Un fenomeno così diffuso, racconta, che molte donne siriane ormai si rifiutano di andare presso i centri di distribuzione degli aiuti perché temono di essere ricattate.
Di fronte ad uno scenario così, drammatico, papa Francesco ha fatto sentire per due volte la sua voce negli ultimi giorni. Oggi, mercoledì 28 febbraio, durante l’Udienza generale, il Papa si è rivolto anche alle persone di lingua araba, in particolare a quelle provenienti dalla Siria, dalla Terra Santa e dal Medio Oriente. “Terra martoriata, questa”, ha proseguito a braccio: “Dobbiamo pregare per questi fratelli che stanno in guerra e per i cristiani perseguitati. Vogliono cacciarli via da quella terra. Preghiamo per questi nostri fratelli e sorelle”.
“In questi giorni il mio pensiero è spesso rivolto all’amata e martoriata Siria, dove la guerra si è intensificata, specialmente nel Ghouta orientale”, ha detto Francesco durante l’Angelus di domenica scorsa. “Questo mese di febbraio – ha proseguito – è stato uno dei più violenti in sette anni di conflitto: centinaia, migliaia di vittime civili, bambini, donne, anziani; sono stati colpiti gli ospedali; la gente non può procurarsi da mangiare…”. “Fratelli e sorelle, tutto questo è disumano”, ha denunciato Francesco: “Non si può combattere il male con altro male. E la guerra è un male”. Di qui l’ennesimo, “accorato” appello del Papa “perché cessi subito la violenza, sia dato accesso agli aiuti umanitari – cibo e medicine – e siano evacuati i feriti e i malati. Preghiamo insieme Dio che questo avvenga immediatamente”.
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