Strage di matrice razzista in Germania: le tragiche conseguenze di un clima d'odio
Sono undici i morti dopo la notte di terrore ad Hanau, città di 90mila abitanti nella regione dell’Assia, non lontana da Francoforte. Nove le persone uccise durante due diverse sparatorie: la prima poco dopo le 22, in un bar shisha, locale dove si fuma il narghilè, che avrebbe provocato la morte di 5 persone. Pochi minuti dopo e poche centinaia di metri più lontano, davanti a un bar tabaccheria, il secondo agguato e altri quattro morti.

Sono undici i morti dopo la notte di terrore ad Hanau, città di 90mila abitanti nella regione dell’Assia, non lontana da Francoforte. Nove le persone uccise durante due diverse sparatorie: la prima poco dopo le 22, in un bar shisha, locale dove si fuma il narghilè, che avrebbe provocato la morte di 5 persone. Pochi minuti dopo e poche centinaia di metri più lontano, davanti a un bar tabaccheria, il secondo agguato e altri quattro morti. Diverse persone sono rimaste ferite. Il presunto autore e probabilmente la madre – secondo anticipazioni del Bild – sono poi stati trovati morti nell’appartamento dell’assassino dove è stata rinvenuta anche una lettera di confessione e un video. Gli inquirenti hanno ritrovato un messaggio in cui lo stragista ha scritto che alcuni popoli, che non si possono più espellere dalla Germania, devono essere annientati.
“Con grande sgomento ho seguito le notizie del terribile attentato la scorsa notte ad Hanau”, ha scritto mons. Michael Gerber, vescovo di Fulda, nel cui territorio si trova Hanau. “Ci turbano profondamente le informazioni che stiamo attualmente apprendendo sulle motivazioni di questo crimine”, ha aggiunto mons. Gerber, che ha espresso solidarietà ai feriti e ai defunti, “ai soccorritori e ai servizi che sono coinvolti nella gestione e nell’indagine”. Il vescovo, fa sapere il sito della diocesi di Fulda, ha scritto anche al sindaco di Hanau Claus Kaminsky per esprimere “cordoglio e solidarietà”. “Per i cittadini di Hanau, questo attentato rappresenta una profonda cesura”. Tutte le comunità della diocesi sono state invitate a includere una preghiera per le vittime di Hanau nelle funzioni domenicali. Parole di cordoglio e di solidarietà vengono espresse in queste ore dalle diocesi e arcidiocesi tedesche che si stringono nel dolore alla diocesi di Fulda.
“In questo momento, pieni di commozione, siamo vicini ai nostri fratelli tedeschi per quello che è avvenuto: questo terribile scempio, questo attentato che offende profondamente la dignità umana”. Con queste parole il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, commenta la strage. La notizia è giunta anche a Bari dove sono riuniti da ieri sera 58 vescovi e delegati di 20 Conferenze episcopali dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. “Chi semina odio, raccoglie tempesta”, dice il cardinale commentando la motivazione che ci sarebbe dietro la strage di questa notte. E aggiunge: “Siamo uniti, siamo solidali e assicuro le preghiere della Conferenza episcopale italiana e delle Conferenze episcopali di tutti i Paesi bagnati dal Mediterraneo riuniti qui a Bari”.
“Il mio pensiero va alle vittime, ai loro amici, ai familiari e alle nazioni da cui provengono. Mi unisco nella preghiera al lutto grandissimo”. Esprime parole cariche di commozione e “profonda solidarietà al popolo turco” mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia, per quanto accaduto nella notte ad Hanau, in Germania, dove un giovane di estrema destra ha assassinato 11 persone, prendendo di mira i bar notoriamente frequentati dalla comunità turca. “Sorgono tante domande”, dice mons. Bizzeti al Sir, a margine dell’incontro Cei sul Mediterraneo che si è aperto a Bari. “Come mai ci sono queste esplosioni di violenza stupida, cattiva, ingiustificabile? A questa domanda bisogna cercare risposte approfondite. Non si può semplicemente dire che lo stragista era un pazzo. Si è creato un clima di odio, di disprezzo dell’altro, di violenza verbale che sui lunghi tempi conduce quasi inevitabilmente a conseguenze tragiche come questa”. Ciò che colpisce a Bari è il verbo “annientare” usato dal killer per spiegare la motivazione della strage che riporta l’Europa ad un passato di guerra e sterminio. “Questo passato purtroppo negli ultimi anni in Germania, in Italia, in Europa sta risorgendo”, osserva il vescovo, “e c’è chi minimizza quando invece è il segnale che si sta perdendo la memoria di quello che è successo. L’Europa gode da 70 anni della pace, ma la pace va custodita e difesa senza mezzi termini”. E aggiunge: “I vescovi del Mediterraneo da anni stanno denunciando che non si possono risolvere i problemi con un rifiuto, con la criminalizzazione della gente che scappa da morte, violenza, ingiustizie e povertà. La voce della Chiesa in questi anni è stata profetica: sempre abbiamo detto di abbassare i toni; sempre abbiamo chiesto di capire le cause e sempre bisogna prendere sul serio che accogliere delle persone comporta uno sforzo intelligente, non soltanto di bontà”.
“Annientare alcuni popoli che non si possono più espellere dalla Germania. Questo sarebbe il movente dell’attentatore responsabile della strage di Hanau. Il nostro primo pensiero va alle vittime e alle loro famiglie ma servirà aprire una riflessione profonda sull’effetto che la retorica dell’odio sta avendo nella nostra Europa democratica”. Così la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), Noemi Di Segni, commenta il gravissimo attentato della notte scorsa ad Hanau, in Germania.
“Le teorie cospirativiste, razziste e antisemite stanno trovando terreno fertile nelle nostre società, minandole dall’interno”, rileva Di Segni sottolineando come “le parole dell’intolleranza si stanno trasformando sempre più in episodi concreti di violenza efferata, come accaduto ad Hanau ma anche ad Halle il giorno di Kippur”. Per la presidente dell’Ucei, “serve un’azione di contrasto chiara contro questi estremismi e contro chi soffia sul fuoco della rabbia. Bisogna affermare e capire, una volta per tutte, che le parole di odio non sono libertà di espressione del pensiero ma violenza annunciata; che questi movimenti, fatti di gruppi o singoli, vanno definiti come terroristi e non sono libere associazioni”.
“Auspichiamo che i politici, di ogni schieramento, e le istituzioni diano segnali chiari contro l’odio – conclude Di Segni – e non cavalchino, per ottenere consenso, la retorica dell’emarginazione dell’altro, del diverso”.
“Un’altra strage, altro sangue e dolore. La recrudescenza dell’estremismo razzista e suprematista in Occidente ci preoccupa: e non solo in quanto potenziali vittime di esso, ma soprattutto perché rischia di paralizzare e azzerare percorsi di virtuosa” integrazione “delle comunità immigrate nel tessuto socio culturale dell’Occidente, percorsi tanto faticosamente e talvolta eroicamente vissuti”. Lo scrive in una nota l’Unione delle Comunità islamiche d’Italia (Ucoii), commentando la strage avvenuta nella notte ad Hanau, nell’Assia tedesca. “Un attentatore certamente disturbato – si legge in una nota -, a sentire il suo appello recentemente postato sui social, ma indubbiamente impregnato di odio per gli stranieri, i musulmani in particolare, e tutti coloro che a quanto affermava avrebbero dovuto ‘essere annientati’, poiché ormai era ‘impossibile espellerli’”. La convinzione delle Comunità islamiche italiane è che “in queste due espressioni ci sia la chiave di lettura di una tragedia che si è abbattuta su Hanau in Germania, ma anche su tutta l’Europa e sulle coscienze di coloro che credono nel rispetto della vita e in una società giusta e inclusiva, dove i conflitti, inevitabili in questa vita, si possano affrontare e risolvere con gli strumenti del dialogo e nel perimetro della legge”. Come musulmani cittadini e residenti in Europa, come “uomini di pace” e “buona volontà”, i membri del’Unione delle Comunità islamiche si dichiarano “dolorosamente colpiti da quanto avvenuto ad Hanau”. “Mentre esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime, eleviamo una preghiera per tutti loro a Colui che conforta – conclude il comunicato -. Al contempo, rivolgiamo un nostro accorato appello alle autorità cui spetta la sicurezza di tutti affinché una maggiore e puntuale attenzione sia prestata a tutti i segni premonitori di azioni del genere e alle acque infette dove nuotano questi pesci mostruosi”.
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