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Suor Maria, una vera martire

La consorella suor Linda Mantovan ricorda suor Maria De Coppi, missionaria comboniana originaria di Santa Lucia di Piave, uccisa ai primi di settembre in Mozambico, paese africano dove da anni prestava il proprio servizio missionario. 

Suor Maria, una vera martire

“Da quando suor Maria è morta non sono capace di dire il Requiem, solo il Gloria. Sicuramente è andata «dritta sparata» in cielo, perché martire, ma anche per la sua vita di amore verso tutti”. Suor Linda Mantovan, missionaria comboniana originaria di Arino di Dolo, parla così di suor Maria De Coppi, la consorella originaria di Santa Lucia di Piave (diocesi di Vittorio Veneto), 83 anni, uccisa dai terroristi dell’Isis la scorsa settimana nella missione di Chipene, nella diocesi di Nacala, nella regione di Nampula, nel nord del Paese.

Suor Maria era in Mozambico da 59 anni, suor Linda da 51, tutti trascorsi in compagnia della missionaria uccisa. Erano come due sorelle. In questi mesi, per motivi di salute, suor Linda si trova in Italia, “ma torno in Africa appena possibile, penso entro l’anno”, ci dice. Sfogliare idealmente l’album dei ricordi di suor Linda, rispetto a suor Maria, vuol dire anche ripercorrere la drammatica storia di un Paese, il Mozambico, che ha conosciuto lunghi anni di guerra civile. Che aveva trovato, faticosamente, una fragile pace, nel 1992. E che è stato di nuovo travolto, recentemente, dal terrorismo degli estremisti islamici, che si sta diffondendo lungo la costa dell’oceano Indiano. Da anni, la situazione è fuori controllo nella provincia più settentrionale del Paese, Cabo Delgado. Ora, i terroristi si stanno spostando subito a sud, a Nampula.

Ma, appunto, suor Linda di rischi ne ha corso tanti, nella sua vita. “Trentotto anni fa la guerriglia mi ha sparato, sono stata ferita. E accanto c’era suor Maria, che con la sua serenità e «amizade» (fraternità) mi è stata vicina. Un’altra volta, quando ero provinciale delle comboniane, alcune suore sono state rapite, e anche allora ho potuto contare sulla sua prossimità. Un’altra volta ancora, i guerriglieri portarono via la comunità di suore, ma nel mirino ero io. In quell’occasione, rincasai in ritardo. In tutti questi anni, suor Maria ha mostrato capacità di incontro con le persone, era nel cuore di tutti”.

Stavolta, nel momento più drammatico, le due consorelle erano a migliaia di chilometri di distanza. “Mi mandava continuamente messaggi. In uno degli ultimi mi aveva detto che i terroristi erano a settanta chilometri di distanza dalla missione. Ma nessuno pensava che potessero arrivare lì così velocemente”.

La situazione del Paese, indubbiamente, è preoccupante: “I gruppi terroristici hanno disponibilità economica, la situazione sta peggiorando. I gruppi sono attratti dalle grandi risorse del territorio, dal petrolio, dai rubini, dall’oro e dalla grafite. Ci sono lotte interne, per impadronirsi delle ricchezze del Paese”. Così i terroristi “comprano le persone”, o le terrorizzano, e avanzano rapidamente.

Lo conferma mons. Inacio Saure, arcivescovo di Nampula, che ha dichiarato all’agenzia Fides: “Da inizio settembre si succedono gli attacchi nella nostra provincia. La popolazione è disorientata e in grande sofferenza perché vive nell’incertezza e non sa cosa fare, molti scappano ma non sanno bene dove andare. Ho parlato con il vescovo di Nacala, e mi ha detto che le autorità hanno mandato lì i militari, ma che la popolazione è spaventata”.

Secondo la Bbc, l’organizzazione jihadista ha pubblicato la rivendicazione su alcuni suoi account Telegram a nome della Provincia dello Stato Islamico nell’Africa Centrale. L’Isis sostiene di aver ucciso la suora perché si era “impegnata eccessivamente nella diffusione del cristianesimo”. “Se la rivendicazione è autentica, allora suor Maria è veramente una martire della fede”, conclude mons. Saure.

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