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Ucraina: Kiev accusa Mosca di invasione

L'Ucraina accusa la Russia di aver invaso militarmente il proprio territorio nella regione di Kherson, al confine con la Crimea. Il ministero degli Esteri di Kiev chiede il "ritiro immediato" delle forze russe e minaccia di rispondere "con tutti i mezzi per fermare l'invasione militare". In queste ore è arrivata la notizia che è stato liberato il prete greco-cattolico che era stato rapito mentre era nella sua chiesa in Crimea da milizie filo-russe e poi liberato dalla polizia locale. E' il sacerdote greco-cattolico padre Mykola Kvych, parroco della chiesa della Dormizione della Vergine a Sebastopoli e cappellano della Marina. In attesa dell'esito scontato del referendum del 16 marzo, gli esperti si chiedono: Putin si accontenterà della Crimea?

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Ucraina: Kiev accusa Mosca di invasione

E' un'accusa forte e l'atto, se confermato, sarebbe ulteriore benzina sul fuoco. L'Ucraina accusa la Russia di aver invaso militarmente il proprio territorio nella regione di Kherson, al confine con la Crimea. Il ministero degli Esteri di Kiev chiede il "ritiro immediato" delle forze russe e minaccia di rispondere "con tutti i mezzi per fermare l'invasione militare". Tutto questo a poche ore dal referendum indetto in Crimea per l'annessione alla Russia.

Una questione che era al vaglio oggi anche del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, dove non è passata la risoluzione presentata contro il referendum stesso proprio per il veto posto dalla Russia. La Cina si è astenuta, mentre gli altri 13 Paesi hanno votato a favore. "La Russia può porre il veto in Consiglio di Sicurezza, ma non può porre il veto alla verità": lo ha dichiarato l'ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Samantha Power. "Oggi è un giorno triste", ha continuato. "Questo documento è fondato su principi che forniscono le basi per il diritto internazionale". Per l'ambasciatrice americana all'Onu il voto di oggi mostra "l'isolamento di Mosca" di fronte alla comunità internazionale. "La Russia non può cambiare le aspirazioni del popolo ucraino - ha detto - e fin dall'inizio di questa crisi la posizione russa è stata in contrasto non solo con la legge, ma anche con i fatti".

"La Russia dovrà rispondere delle sue azioni, e potrebbe essere soggetta ad un isolamento diplomatico ed economico", ha detto Power precisando che, se verranno confermate le accuse di Kiev sulla presenza di truppe russe sul territorio nazionale, si tratterebbe di "una escalation scandalosa".
Il Cremlino invita al "realismo politico per non scivolare verso una ancora più profonda contrapposizione" sull'Ucraina. "Speriamo che sia a noi che ai nostri partner basterà la saggezza politica, il senso di realismo politico per non scivolare verso una ancora più profonda contrapposizione, quella ideologica o di altro genere", ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, in una intervista all'emittente Ren-Tv.

Si accontenterà Putin della Crimea?

Il Parlamento della Crimea ha votato a larghissima maggioranza il distacco dall’Ucraina, anticipando il referendum che si terrà il 16 marzo, in cui i cittadini della regione affacciata sul Mar Nero dovranno decidere se unirsi alla Russia. Considerando che la maggioranza degli abitanti in Crimea è etnicamente russa e che Mosca controlla già l’area con le proprie truppe sul terreno, l’esito della consultazione elettorale appare abbastanza scontato.

"La sfida vera riguarda, dunque, cosa accadrà dopo - sottolinea Stefano Costalli, esperto di politica internazionale -. La Russia si accontenterà della Crimea? Riuscirà a tenere sotto controllo la popolazione russa presente in altre regioni orientali dell’Ucraina? In quelle regioni i russi sono una minoranza consistente, ma non la maggioranza. Difficilmente il distacco potrebbe avvenire senza un conflitto di natura etnica. Se la vicenda si concludesse con il distacco della Crimea, potremmo tirare un sospiro di sollievo, con buona pace del diritto internazionale. Per il futuro, però, l’Europa dovrà sviluppare una strategia per rapportarsi a un vicino potente, non amichevole, che gioca sul piano della politica di potenza. Pensare di poter fronteggiare la Russia ricorrendo agli stessi strumenti e alle stesse logiche sarebbe assurdo, ma le alternative al momento non si vedono neppure all’orizzonte. Si potrebbe iniziare dalla riduzione della dipendenza energetica.

Fonte: Comunicato stampa
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