Mondo
stampa

Ucraina: un voto che arriva insieme troppo presto e troppo tardi

L’elezione parlamentare non giunge “puntuale”. E' un correttivo necessario ma tardivo per poter ridare equilibrio alla legittimità democratica della politica dell’Ucraina. Dall’altra parte l’attenzione nazionale ed internazionale è concentrata sul conflitto in atto e non sull’intera realtà politica ucraina.

Ucraina: un voto che arriva insieme troppo presto e troppo tardi

Il 25 agosto il presidente ucraino Petro Poroshenko firmò un decreto sciogliendo il Parlamento e fissò per il 26 ottobre le elezioni parlamentari anticipate. Ora, alla vigilia delle elezioni, la campagna elettorale è oscurata dall’incertezza quotidiana che circonda il cessate il fuoco nella zona orientale di Donbas, disorientata dall’incontro tra Poroshenko e Putin tenuto a Milano da mercoledì 15 a venerdì 17 ottobre scorsi, caricata emotivamente dalle informazioni che i servizi segreti tedeschi hanno fatto filtrare sull’abbattimento dell’aereo malese incolpando le forze paramilitari filorusse.
Naturalmente, come nelle elezioni presidenziali del maggio 2014, la partecipazione elettorale sarà bassa nelle regioni orientali di Donetsk e Lugansk a causa della difficoltà negli spostamenti, dei rischi per la sicurezza personale e della distanza, non solo fisica, da Kiev. Perciò queste zone non saranno rappresentate, non avranno voce, non si sentiranno difese.
Neppure gli ucraini della zona occidentale del paese sono particolarmente presi da queste elezioni, essi stessi prevedono un calo rispetto alle elezioni precedenti volute come occasione di partecipazione alla vicenda democratica dell’Ucraina. Il voto parlamentare è di vitale importanza per la ricostruzione dello stato ucraino, ma è improbabile che possa cambiare le dinamiche del conflitto nell’Ucraina orientale.
Troppo tardi e troppo presto
L’elezione parlamentare non giunge “puntuale”: arriva troppo tardi e troppo presto.
Perché è un correttivo necessario ma tardivo per poter ridare equilibrio alla legittimità democratica della politica dell’Ucraina. Sono state troppe le violente sterzate che hanno portato l’Ucraina a forti instabilità. Il vuoto politico, lasciato dalle proteste antigovernative e dalla cacciata dell’ex presidente Viktor Yanukovych, era stato riempito da un governo ad interim, strettamente connesso con le forze politiche più rumorose tra i manifestanti. Il lavoro di questo governo ha alimentato la reazione separatista filo russa con la conseguente mobilitazione nell’Ucraina orientale. L’Esecutuvo attuale non è certo la causa ma neppure la soluzione di tale mobilitazione.
Dall’altra parte le elezioni arrivano troppo presto, perché l’attenzione nazionale ed internazionale è concentrata sul conflitto in atto e non sull’intera realtà politica ucraina. Infatti, per la prima volta dall’indipendenza dell’Ucraina - 1991 - , non c’è nessun partito che rappresenti gli interessi politici ed economici del sud-est. In generale nessun partito è bene organizzato, nè ha linee guida definite. Molti politici hanno abbandonato schieramenti dove erano stati precedentemente eletti. Perciò la gente ha davanti a se un quadro confuso e indeterminato. Diversi ucraini emigrati in Italia sostengono che voteranno Poroshenko, ma solo per l’auspicio che continui la linea politica di distensione con la Russia; sono sconfortati ma andranno comunque a votare a Milano presso il consolato Ucraino.
Il caso ceceno
In questo quadro politico caotico c’è sicuramente una certezza, ed è la linea politica russa incarnata dal presidente Vladimir Putin. Per descrivere tale convincimento è significativo l’evidente caso ceceno. Negli ultimi 20 anni la Cecenia, paese a maggioranza Islamica, ha scatenato due guerre contro la Russia pretendendo l’indipendenza e l’istituzione di uno stato islamico. I russi hanno vinto le guerre ma non la pace. Per riprendere il controllo del territorio hanno messo in mano il governo a ex nemici ceceni che hanno rinunciato all’indipendenza dalla Russia ricevendo in cambio soldi, la legge islamica di tipo fondamentalista, il diritto di vita e di morte sui ceceni. Contenti i russi che hanno formalmente il controllo sulla Cecenia, contenti una grossa parte dei ceceni (moltissimi ex partigiani della causa cecena) che hanno fatto della Cecenia uno stato islamico a tutti gli effetti.
La linea politica russa è quella di non voler perdere il controllo su nessuno dei paese dell’ex Unione Sovietica. Quando gli ucraini hanno accolto le strizzate d’occhio dei paesi occidentali e pensato sul serio di far parte della Nato, ai russi sono scattati dei pesanti meccanismi automatici di difesa.
I russi non molleranno l’Ucraina, mai. L’Ucraina e l’occidente devono fare i conti con questa realtà. Nessuno sa come, almeno senza farsi male. (Pierluigi Guidolin)

Ucraina: un voto che arriva insieme troppo presto e troppo tardi
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento